Un grandissimo "profeta" del nostro secolo
L'ABBE' PIERRE
(pagina a cura di Dario Scorza)
L’Abbé Pierre è uno dei più importanti personaggi della storia della Chiesa di questo secolo. Sacerdote francese, impegnato nella Resistenza, deputato, fondatore della Comunità di Emmaus, una realtà che ha ridato speranza e dignità a migliaia e migliaia di emarginati in tutto il mondo (350 comunità in 35 nazioni diverse). L’amore dell’Abbé Pierre per gli uomini è profondo ma non si limita all’assistenza silenziosa che per amore dell’ordine e per rispetto delle autorità tace sulle ingiustizie e sui loro responsabili. L’amore si accompagna ad una continua rivendicazione di giustizia. La sua coerenza e la sua determinazione gli permettono di avere udienza presso una platea di uomini e donne che abitualmente rifiutano il messaggio evangelico perché prevenuti nei confronti della Chiesa. L’Abbé Pierre riporta il linguaggio religioso alla centralità dell’uomo, e soprattutto, dell’uomo più debole. Ogni azione della sua vita è stata sempre finalizzata alla difesa dei più deboli (gli ebrei, gli obiettori di coscienza, i senza tetto, i poveri, gli emarginati). Il popolo francese prima, e poi tutto il mondo, ha preso ad amare questo prete così anticonformista eppure così cristiano. Ma il contrasto tra i due aggettivi è solo apparente: “Non siate conformati a questo mondo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente” (Romani,12,2). Così S. Paolo esortava i cristiani qualche lustro dopo la morte di Cristo. E la vita dell’Abbé Pierre è stata tutta controcorrente e all’insegna della provocazione come è inevitabile che sia per chi vive profondamente un ideale. Nasce nel 1912 a Lione da famiglia bene-stante. Studia nel collegio dei Gesuiti e partecipa al Movimento Scout A 16 anni, illuminato dall’esempio di S.Francesco, decide di diventare Cappuccino. A 19 entra nel convento dei Cappuccini di Lione dove trascorrerà 7 anni di intensa preparazione. Nel 1938 è ordinato sacerdote e lascia la vita monastica per motivi di salute. Durante l’occupazione nazista della Francia entra a far parte della Resistenza e riesce a mettere in salvo un gran numero di ebrei scortandoli personalmente oltre le Alpi e i Pirenei. Su invito del cardinale Suhard accetta di presentarsi alle elezioni politiche per l’Assemblea Costituente. Viene eletto deputato nel 1946; nel ’49 presenta un disegno di legge a tutela degli obiettori di coscienza, che, in seguito, viene approvato. Nel ’51 lascia il Parlamento per protestare contro una legge elettorale truffa e decide di dedicarsi interamente al Movimento di Emmaus. Nel 1949, infatti, con lo stipendio di deputato, aveva acquistato e ristrutturato una grande casa e l’aveva adibita ad ostello per la gioventù per ridare occasione di incontro e speranza ai giovani disillusi che uscivano dalla guerra e scoprivano l’orrore dei campi di sterminio. Ma da lui si presentano ex-carcerati, donne abbandonate con prole, alcolizzati. In breve l’ostello è pieno di gente in difficoltà. È in quel momento che incontra Georges, un ex-ergastolano graziato per buona condotta che aveva tentato il suicidio e voleva riprovarci: insieme, in quel preciso istante, fanno nascere Emmaus e il superamento dell’assistenzialismo. I poveri, attraverso il lavoro di riciclaggio, (e si pensi che siamo negli anni '50!) si guadagnano da vivere onestamente e si permettono il "lusso" di aiutare chi sta ancora peggio. E' solo il primo passo di una grande testimonianza che avrà modo di farsi strada nel mondo intero.
LA TESTIMONIANZA: Roma, voci da Emmaus
LA MIA ESPERIENZA DI VITA
Tutto ha inizio qualche anno fa ad un convegno sull’economia globale visto con gli occhi di chi vive nel “sud del mondo”. Nasce l’idea insieme ad altri amici di creare un qualcosa che sia per alcuni l’opportunità di riscattarsi nella vita, in una sorta di centro che lavori per il recupero delle materie prime che, le nostre società sotterrano tranquillamente nelle cosiddette discariche che in realtà non sono altro che un micidiale cocktail di inquinamento terrestre. L’esperienza di una settimana a contatto con una realtà che lavorava specificamente in questo campo (il riciclaggio), con un gruppo di persone provenienti dal disagio sociale, contribuendo attraverso il lavoro al recupero fondamentale della persona, ci avevano pienamente convinto;…quella era la strada.
Un giorno sentii che anche nella mia città esisteva un gruppo che lavorava su questa esperienza, era Emmaus. Ci siamo conosciuti riuscendo a stabilire subito un rapporto di collaborazione che ben presto è divenuto di fraterna condivisione. Emmaus… che sconcertante parola, eppure è solo il nome di un villaggio della Palestina dove due viandanti riconobbero Gesù. In Emmaus ho rinfrancato la mia anima dal giogo della vita, ho riscoperto l’uomo, l’importanza fondamentale che la persona ha nel vivere in questa vita.
La condivisione del lavoro e della vita comunitaria ricca di tante diversità, per cultura, ceto sociale e paese di provenienza, fanno di queste comunità i luoghi preferenziali dove quotidianamente si sperimenta la tolleranza, l’aiuto reciproco e la volontà di riscatto dalla vita che c’è in ognuno di noi.
Sono 5 anni che condivido su questa strada la povertà e le ricchezze di cui noi uomini siamo portatori e, sono altrettanti che insieme a tanti compagni di strada abbiamo fatto piccole grandi cose per tentare di migliorarci e di crescere nella gioia dell’attenzione agli altri. Come cristiano (se così mi posso definire) ringrazio il Signore che attraverso il granello di senape che ha dato molto frutto, a 50 anni esatti dalla sua nascita, Emmaus è ancora un luogo che attualizza la speranza in tante storie della gente di oggi.
Un volontario della comunità Emmaus di Roma
PER SAPERNE DI PIU’POTETE VISITARE IL SITO: www.emmaus.it