"Mission": la drammatica differenza sempre attuale tra "amare" e "dominare"
TRA LA FEDE E IL POTERE
Pagina a cura di Flavia Manni
La trama
Tra il 1608 ed il 1767, tra i fiumi Paranà ed Uruguay, alcuni coraggiosi gesuiti, armati solo della loro fede indomita e di una grande cultura, vanno ad evangelizzare le tribù dei Guarany e a proteggerli dalle umiliazioni e razzie loro imposte dai Regni di Spagna e del Portogallo, che si erano spartiti i territori in questione. Gli indigeni apprendono a lavorare ed a vivere pacificamente in un sistema comunitario, per l'epoca assolutamente anomalo. Ma ciò non poteva andare a genio né a Madrid, né a Lisbona, che videro pericoli di ogni sorta e, soprattutto, la fine delle lucrose incette e compravendite di mano d'opera a buon mercato. Poi, avendo Ferdinando VI di Spagna ceduto ai Portoghesi una larga parte dei territori di cui sopra, gli attacchi si moltiplicarono, fino ad arrivare ad autentici genocidi. La mediazione portò alla conclusione seguente: l'ordine doveva lasciare, pena l'espulsione non solo dall'America del Sud, ma anche dai due stessi Paesi europei. La decisione, pur dolorosa, fu presa dopo l'invio in loco da Roma di osservatori, che avevano lo scopo di constatare e riferire. Una spedizione militare è inviata contro la missione di Padre Gabriel, di Rodrigo e degli altri confratelli. Rodrigo si ribella, riprende le armi ed organizza la difesa: egli non avrà, però, la benedizione di Gabriel, che andrà incontro ai brutali massacratori levando alto l'ostensorio e seguito da donne e fanciulli inermi.
SCHEDA DEL FILM |
Regia: Roland Joffè Attori: Robert De Niro (Rodrigo Mendoza), Jeremy Irons (Padre Gabriel),Ray McAnally (Cardinale Altamirano), Aidan Quinn (Felipe), Cherie Lunghi (Carlotta) Soggetto: Robert Bolt Fotografia: Chris Menges Musiche: Ennio Moricone
PALMA D'ORO AL FESTIVAL DI CANNES 1986 OSCAR PER LA FOTOGRAFIA. DAVID DI DONATELLO 1987 PER MIGLIORE PRODUZIONE STRANIERA
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La critica
Mission, un film, la storia di un popolo a cui è stata negata la libertà di essere se stessi...
Un gruppo di preti che diffondono la parola di Dio e che insegnano agli Indios il significato della parola amore.
Suoni, spari, lacrime, abbracci, sorrisi un insieme di emozioni che mai potranno essere scordate come gli occhi lucidi di chi si vede morire davanti i propri cari...
Si è vero, gli occhi sono lo specchio dell'anima, occhi pieni di lacrime che scendono, racchiudendo in sé tutto il dolore e l'amarezza di una ragazza che non ha potuto far nulla....
Mai la disperazione o il dolore ebbero il sopravvento, piuttosto l’orgoglio di un popolo che decise di combattere mise ad un cantone ogni forma di amarezza.
Nulla nella loro vita è una certezza se non quella che loro, come altri sanno amare, sanno vivere.
In sintesi un film che ti fa sentire attaccata alla vita, a quella vita che molti hanno perso... nei loro occhi si leggeva la speranza; quella speranza che in fondo è sempre l'ultima a morire.
Se qualcuno mi chiedesse come ho trovato il film gli risponderei come Robert De Niro: “spesso un chirurgo deve amputare un arto per salvare il corpo. Non ero preparata a vedere tanta bellezza, l'amore”.