PER RIFLETTERE
Se in un crescendo pungente di marzo venissi col tuo sosia bambino a tirar calci magari a una stele di marmo quando non vista Minerva arrossisce per il sole che affonda dietro Chimica Organica
e s’arrischia tra i gatti dell’Orto Botanico imitando chi raspa di sera nella serra il vuoto a perdere di una latta di Coca ultimo resto di un recente amplesso vedresti come sfiora il volto una poetessa…
Bianca Maria Frabotta |
E’ una poesia particolare che dà spazio all’immaginazione per tentare di tirar fuori il vero significato di quel “sosia bambino”. Leggendola ti accorgi che la vita è fatta anche di rimpianti che, probabilmente, ti accompagneranno fino alla fine. La statua di Minerva che arrossisce, il sole che affonda dietro l’edificio di Chimica Organica danno un senso di un luogo protetto dove i sentimenti e le sensazioni sono racchiusi in un ricordo che germina, che svanisce con un abbraccio, una carezza o forse qualcos’altro, ma poi tutto torna reale. Flavia Manni A me questa poesia dà un senso di “sogno”, come se credessi di fare quello che vuoi ma in realtà stessi soltanto seguendo un copione. Qui vedo vari segnali di “sopravvivenza”: il “Tu” misterioso e il “sosia bambino” che sopravvivono nel ricordo, o la Coca, di cui resta una lattina abbandonata. Daniele Calandriello |