Un dirompente pezzo di successo del famoso rocker emiliano

LIGABUE: SIAMO "VIVI", "MORTI" o "X" ?

 

 

VIVO MORTO O X

 

Nato da un sospiro o da un temporale,

l'ostetrica ti batte e non ti chiede come va.

Beh benvenuto qui fra luce e confusione

nessuno che ti ha chiesto se volevi,

se volevi uscir di là, là.

T'han detto cos'è bene e t'han spiegato il male.

“Si sappia regolare prima o poi c'è l'aldilà!”

Guardare e non toccare / guardare ed ingoiare

e sei un po' nervoso ed un motivo ci sarà.

 

Vivo morto o X / vivo morto o X

vivo morto, vivo morto, vivo morto o X.

Fa una croce qui, firmati così

vivo morto, vivo morto, vivo morto o X.

 

E te lo porti dentro / quel vecchio professore

che ti ha rubato tempo con la sua mediocrità.

E puntano al tuo tempo / e a alcuni sissignore

e perfino un giuramento e un anno di tua proprietà.

 

Vivo morto o X / vivo morto o X

vivo morto, vivo morto, vivo morto o X.

Siamo sempre qui, come cosa chi?

Vivo morto, vivo morto, vivo morto o X.

Alla faccia di chi t'ha visto X, X

alla faccia di chi t'ha visto X / alla faccia di chi ti vuole

 

T'han detto che c'è posto / per chi sa stare a posto

il posto, tele accesa e la casetta in Canada.

Il sabato la spesa / e il giorno dopo in Chiesa

e sei un po' nervoso ed un motivo ci sarà.

 

Vivo morto o X / vivo morto o X

vivo morto, vivo morto, vivo morto o X.

Fa una croce qui, firmati così

vivo morto, vivo morto, vivo morto o X.

Alla faccia di chi t'ha visto X, X

alla faccia di chi ti vuole X / alla faccia di chi ti pensa...

 

Na na na na na na na na na na na na na ne ro (3V.)

vivo morto o X.

 

LIGABUE                   

 

 

 

 

 

Una riflessione sul testo:

"Ci sentiamo vivi, morti oppure

semplicemente delle X ?"

di Daniele T.

 

Non è facile VIVERE. O meglio, non è facile sottrarsi al ripetersi ossessivo di giorni che a volte sembrano proprio non riuscire a regalarti nulla di nuovo. Non è facile SOPRAVVIVERE in una giungla di sensazioni contrastanti e preconfezionate, quasi mai vissute in prima persona, quasi sempre filtrate da qualcuno che le ha brevettate per noi, che le ha già vissute, giudicate, scelte.

La nostra vita è piena di “X”, di incognite che imprevedibili ci spingono verso un futuro sfuggente ed ineluttabile, di anonimi personaggi che a volte ci sfiorano o che a volte interpretiamo in prima persona; capita a tutti di sentirsi delle “X”, o di essere trattati come tali, ed ogni volta che ciò accade ci sentiamo percorsi da un malessere ingombrante che ci segna l’esistenza: ed è allora che avvertiamo il contrasto con tutto ciò che invece il nostro nome se lo ricorda bene, con tutti coloro (forse pochi, ma in fondo c’è sempre qualcuno che non ti aspetti pronto a saltare fuori quando serve!) che sanno, o forse hanno semplicemente scelto di chiamarti “per nome”.

Uno dei primi gesti compiuti dall’uomo è stato quello di dare un nome alle cose, quasi che avere un nome contenesse il potere nascosto di confermarne la vita stessa: e difatti mai come quando qualcuno ci chiama per nome riusciamo a sentirci VIVI, lontani dalla morte o dall’essere trattati da semplici “X”.

 

 

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