L' ARCA, sempre nell' ambito delle proprie attività di assistenza sociale,

ora ha anche una compagnia teatrale

"FAVOLESCION!":

L' ESORDIO DI UNA GIOVANE COMPAGNIA

 

 

Una fresca e profonda ricerca di sé

di D.T.

 

Incuriositi dall’aver saputo che in queste settimane stava per andare in scena una COMMEDIA MUSICALE di una compagnia esordiente di giovani attori, abbiamo deciso di andarli ad incontrare proprio nel cuore del loro lavoro: durante le prove del loro spettacolo. Quella che si respirava era davvero un’aria allegra e mi ha colpito soprattutto il fatto che ci fosse una “convinzione consapevole” di ciò che si stava realizzando: impossibile non sottolineare il grande spirito di squadra che lega il gruppo (composto da una ventina di persone, per lo più molto giovani). Dapprima ci siamo fermati a parlare con il gruppo degli attori che ci hanno raccontato di essere entrati a far parte del “progetto” dopo aver letto una semplice locandina per strada; poi, una volta conosciuti meglio gli intenti della compagnia nascente, sono stati attratti dalla possibilità di prendere parte a corsi di dizione e di canto rassicurati dalla serietà mostrata dagli organizzatori. Parlando della loro esperienza di preparazione dello spettacolo, scimmiottando simpaticamente proprio il titolo di quest’ultima, l’hanno definita “una favolescia!”. Dopo un primo mese in cui hanno preso confidenza con la preparazione tecnica e soprattutto con il prezioso studio del metodo Stanislawsky, agli attori è stato comunicato il titolo dell’opera da portare in scena (FAVOLESCION!) e, prima di conoscere la trama, si è lavorato sui personaggi. Tutti mi sono apparsi concordi nell’affermare che si è trattata principalmente di “una grande occasione di crescita personale e per prendere confidenza con la propria interiorità”. La più piccola della compagnia, Federica Vesce (una dinamica e travolgente Cappuccetto Rosso), ci ha tenuto a precisare che è stata anche una bella occasione per divertirsi, facendo comunque qualcosa di serio. Insomma, per concludere, a detta di tutti, un bel momento di coesione e di solidarietà, nel quale si è cercato di andare incontro alle proprie disposizioni interiori. Cerchiamo di leggere l’intera esperienza in quest’ottica ben precisa di “lettura interiore” (del personaggio e di se stessi): i ragazzi hanno avuto il non facile compito di “scoprire il personaggio” per poi “comunicarlo”. Una sfida difficile che, visti gli esiti dello spettacolo portato finalmente in scena il 23 febbraio (anche lì c’eravamo!), hanno senza dubbio vinto. Mi piace chiudere con una frase emblematica ed esplicativa di Silvia Manzari (Cenerentola): “Non è il personaggio che esprime emozioni… Siamo noi!”. E, fidatevi, questa giovane compagnia di emozioni ne riesce a trasmettere davvero tante!

 

 

Colloquio-Intervista con Giorgia Palladino e Stefania Ranelletti

"Per recitare bene bisogna imparare a non recitare"

di D.T.

 

Abbiamo incontrato (e cogliamo l’occasione per ringraziarle per la loro disponibilità) Giorgia Palladino e Stefania Ranelletti, rispettivamente Regista e Aiuto-Regista della compagnia ARCA: è stata la conferma definitiva del fatto che, in questa esperienza, si punti molto soprattutto sull’aspetto della “ricerca”. Giorgia Palladino, con sulle spalle ben 15 anni di analisi e letture sull’interiorità dell’uomo, ha scelto come figura principale quella dell’ATTORE, centrale nell’ambito del progetto teatrale e in quello della persona stessa. L’attore deve essere un protagonista, non un burattino nelle mani del regista: “Cristo stesso era un grande attore, perché ricercava continuamente!”. E l’arte è proprio questo: “amore per l’essere umano”, chiamato a “scavare” e a “comunicare”, alla ricerca costante delle proprie potenzialità da esprimere, del proprio “talento” da tirar fuori. “E’ il potere della ricerca di ciò che Dio ci ha donato”, precisa ancora la regista, debitamente supportata da Stefania Ranelletti, oltre che aiuto-regia anche docente del corso di dizione e di canto della Scuola di Teatro, che sottolinea l’aspetto di “ricerca DELLA e NELLA persona” soffermandosi sulla centralità della voce come tramite imprescindibile tra la persona e il mondo che la circonda. Sostiene appunto che “ognuno è stato regista del proprio spettacolo”. Si è cercato infatti di lavorare in primis sulla soggettività. Curiosa la scelta dei personaggi: come ci ha spiegato la regista, sono stati presentati ai ragazzi solo attraverso gli aspetti negativi e sono stati da loro scelti esclusivamente per questi. Fondamentale poi la scelta del genere COMICO: “la risata rilassa e invoglia” e deve essere comunicazione aperta a tutti. Un’opera teatrale non deve tagliar fuori nessuno; i simboli sono inseriti personalmente per non perdere mai il giusto equilibrio tra profondità e comprensibilità Bisogna evitare che tutto sia simbolo se si vuole essere perfettamente comunicativi; il simbolo deve soltanto “arricchire” la scena. “L’arte del teatro non è una scienza, deve essere realizzata però con metodo scientifico e con grande passione!”

 

 

Per informazioni sulla SCUOLA DI TEATRO "ARCA" diretta da Giorgia Palladino, sugli spettacoli di "FAVOLESCION" o sulle attività sociali dell'Associazione ARCA onlus:

Telefono e Fax 063058731

 

 

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