Qualche preziosa notizia sul fondatore di Emergency

GINO STRADA

 

Tutto comincia quando Strada, stimato chirurgo milanese, sente l’esigenza di varcare i confini dell’opulenza occidentale. Nell’88 parte con la Croce Rossa Internazionale, per una missione al confine tra Pakistan e Afghanistan, e là si rende conto della drammaticità della situazione di un paese travagliato da anni di guerre, l’invasione sovietica prima, le lotte di potere tra i signori della guerra afgani poi. Comincia a nascere in Strada l’idea di una associazione in grado di creare ospedali con strutture adeguate e formare personale locale. Ma servono fondi, infatti è solo nel ’94, grazie al contributo economico disinteressato di parenti ed amici, che nasce Emergency. Gino Strada, con la sua organizzazione, diventa subito l’alfiere di una battaglia contro un micidiale strumento di guerra, le mine antiuomo, le cui vittime sono in gran parte civili, e soprattutto bambini.  L’operato di Emergency ha inizio in Ruanda, con la riabilitazione di una clinica belga abbandonata e la formazione di personale qualificato. Poi è stata la volta del Kurdistan iracheno, da dove Gino Strada lancia una campagna proprio contro le mine antiuomo, la quale richiama l’attenzione dell’Italia sulla cruda realtà delle mutilazioni, e spiana la strada alla creazione di un centro protesi di livello europeo. In Cambogia la guerra è finita da tre anni, ma le mine sono lì, e lì Strada costruisce un ospedale che porta il nome della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi, uccisa in un agguato in Somalia. In Afghanistan sono stati costruiti due ospedali, uno nel nord e uno a Kabul, anche perché l’assoluta neutralità dell’organizzazione, permette di collaborare con tutti i tipi di autorità presenti sul territorio, allo scopo di salvare più vite umane possibile. Cosa che attualmente risulta alquanto difficoltosa, dato che una nuova guerra rende impossibile l’approvvigionamento di viveri e medicinali. Il prossimo obiettivo è la costruzione di una struttura ospedaliera in Sierra Leone, dove la guerra civile continua da anni a seminare sofferenza. Crediamo che ci sia un’alternativa alla risoluzione violenta dei conflitti, e crediamo che Gino Strada e tutto il gruppo di Emergency lo stiano dimostrando.E’ bene ricordare che Emergency è un’ organizzazione non governativa, e che l’unico mezzo per raccogliere fondi è la donazione spontanea.    L’ospedale in Sierra Leone potrà essere costruito solo con il contributo di molti: Emergency  via Bagutta n.12, cap 20121 Milano. C/C postale 28426203.

Elena Basili, Fabio Ceccarelli, Michela Tiracorrendo

 

 

 

LE TESTIMONIANZE: Afghanistan, ieri e oggi

 

CHARIKAR, AFGANISTAN SETTENTRIONALE

FEBBRAIO-MARZO 1999

 

Arriviamo a Charikar, mezz'ora di macchina a nord da Kabul. lì vicino c'è la linea del fronte, sulle colline di fronte a noi le milizie dei taliban, gli "studenti di teologia" pachistani che hanno ricacciato l'Afganistan indietro di mille anni.

L'ospedale è in rovina, non ci sono medicine né ossigeno, non c'è acqua né luce elettrica. Qui non ci sono gli aiuti umanitari, le agenzie dell'Onu sono sparite da anni, e da anni i bambini non vengono vaccinati.

Sono le sette di sera quando mi chiedono di operare un ragazzo finito su una mina antiuomo mentre attraversava col padre i campi vicino al fronte. Non ci sono farmaci per l'anestesia, l'infermiere mi passa una lama di rasoio e un seghetto da legno per amputare quella gamba squarciata dalla mina. In sala operatoria la stufa e una torcia sono le sole fonti di luce e calore. Sono depresso, incredulo, e pieno di rabbia. dov'è finita la dignità umana?

Odio la guerra, odio tutte le guerre, odio chi la invoca, chi la sostiene, chi la fa e chi ne fa le lodi.

Perché è responsabile di questi orrori, perché fa sì che un ragazzo di quattordici anni si svegli a metà dell'intervento e si metta a sedere sul lettino operatorio, a guardarmi mentre gli sego via un pezzo di vita.

Voglio che Emergency sia in grado di aprire un ospedale nel nord dell'Afganistan. Credo sia un dovere, prima ancora che una necessità, un segnale di umanità in una regione dove i diritti umani sono calpestati ogni minuto, tra l'indifferenza dell'Occidente guerriero.

 

Gino Strada

 

KABUL, NOVEMBRE 2001

 

Perché di guerra da far vedere ce ne è una sola, quella fatta di morti e feriti, di vite e di case che si frantumano, sacrificate alla «guerra globale contro il terrorismo». Se riuscissimo a sviluppare la nostra capacità di comunicare e di raggiungere molte persone, non solo in Italia, potremmo davvero fare una informazione «pesante», di quelle che non possono essere ignorate. Speriamo. Per ora vi abbraccio tutti.

Gino Strada

 

PER CONOSCERE I DATI DI EMERGENCY RELATIVI AI CIVILI COLPITI DALLA GUERRA

(NOME E COGNOME, SESSO, ETÀ, LESIONE, DATA E LUOGO DEL BOMBARDAMENTO)

http://afganews.emergency.it/emergency/chi/vittime

 

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