"La vita è bella" si dimostra vincente anche in TV
LA SPLENDIDA FAVOLA DI ROBERTO BENIGNI
Pagina a cura di Elettra De Crescenzo
La Storia
Nel 1938 Guido Orefici (Roberto Benigni) arriva in una città della Toscana dove vuole aprire una libreria.
Intanto lavora come cameriere presso il Grand Hotel dove conosce Dora (Nicoletta Braschi), una ragazza di buona famiglia promessa sposa di un ottuso funzionario comunale, esponente del partito fascista Innamorato perso, Guido gioca ogni carta per conquistarla, arrivando a “rapirla” durante la sua festa di fidanzamento. A guerra iniziata, Guido e Dora si ritrovano felicemente sposati e genitori di Giosuè (Giorgio Cantarini), un bimbo di cinque anni. Quando vengono promulgate dal governo fascista le leggi razziali, Guido e il bambino, a causa delle loro origini ebraiche, vengono deportati in un campo di sterminio. Comincia così il travaglio di Guido per preservare il proprio figliolo dalle violenze fisiche e psicologiche dei nazisti: la soluzione è di fargli credere che si tratta di un gioco a premi organizzato cui partecipano tutti i prigionieri e che contempla, quale ambito primo premio, un carro armato vero.
Visto dai ragazzi
4 Domande … 4 Risposte …
1) Cosa ne pensi del film “La vita è bella”?
2) Cosa ne pensi del modo in cui i protagonisti vivono la storia?
3) Se dovessi cambiare qualcosa del film, cosa cambieresti? E perché?
4) Cosa ti aspettavi dal film, conoscendo il titolo?
Penso che sia un bellissimo film per la sua trama, per la sua simpatia e tragicità, e nel complesso.
E’ un modo bellissimo, vivono con ironia della sorte.
Non cambierei nulla perché è bello così com’è.
Mi aspettavo un film comico, per niente legato alla tragicità.
(Franco, 13 anni)
Io penso che sia il film più bello di Benigni, che affronta un problema molto difficile riuscendo a renderlo un gioco agli occhi di un bambino.
Credo che il padre, interpretato da Benigni, abbia un coraggio impressionante, ma ancor più la moglie, in quanto, pur non essendo ebrea, ha seguito il marito e il figlio in un campo di concentramento, per continuare a stare con loro.
Non cambierei niente, nel film, perché è bello così e non si potrebbe, a mio parere, fare di meglio.
Credevo che fosse un genere molto diverso… molto diverso…
(Giulia, 14 anni)
E’ un film molto interessante perché ti coinvolge, ti prende molto, ti fa capire come poteva essere la vita degli ebrei in quel periodo, ti appassiona.
Sicuramente è vissuta in modo molto originale, dove si fa di tutto per far sembrare un gioco una cosa così tragica, co-me può esserlo la guerra
Cambierei il finale, perché mi sarebbe piaciuto di più se Benigni, il padre di famiglia, alla fine non fosse morto; sarebbe stato più commovente se alla fine tutta la famiglia fosse tornata unita.
Non avendo letto nulla a riguardo prima di vedere il film, mi immaginavo una cosa molto più allegra, avendo consi-derato che uno dei personaggi sarebbe stato interpretato da un grande comico, quale appunto Benigni.
(Erika, 15 anni)
E’ un bel film. Colpisce perché evidenzia come alcuni esseri umani, venivano trattati al tempo del nazismo solo perché credevano ad un’altra religione.
Non cambierei nulla del film, mi piace così.
Il titolo ispirava qualcosa di più allegro, non dico divertente, ma sicuramente non dava l’idea di essere una cosa così tragica.
(Sara, 14 anni)