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Finestra
- Oggi
è venuta a trovarmi.
- Non
ha detto una parola.
- E
entrata fissandomi negli occhi. Ha richiuso la
porta dietro a sé
- Da
un paio di mesi abito in questo condominio, da
solo. Non è la fine del mondo ma è senza dubbio
lideale per un manager single in questa
grande città. Di fronte alle mie finestre un
altro palazzo, molto più signorile ed elegante.
Lì, al terzo piano, vive una famiglia: padre,
madre, 2 figli ed una figlia bellissima, ad
occhio sui 20 anni, capelli neri ricci, corpo da
favola, con due seni enormi che sovrastano un
fisico asciutto e snello.
- Mi
accorsi di lei una sera.
- Ero
appena rincasato dopo una giornata pesantissima
di lavoro, erano circa le 22 e non avevo
praticamente toccato cibo. Senza indugiare andai
in camera e iniziai a spogliarmi, pregustando la
doccia calda che mi sarei fatto di lì a poco.
Ero rimasto ormai in boxer quando sentii una
sgradevole quanto allo stesso tempo piacevole
sensazione, quella di essere osservato, e solo
allora mi ricordai di non aver nemmeno chiuso un
po le imposte. Alzai lo sguardo e la vidi
alla finestra, vestita solo di un reggiseno
ridottissimo, che non poteva contenere tutto quel
ben di Dio, ed un paio di mutandine, rosse come
il reggiseno. Ma quello che mi colpì
maggiormente fu il suo atteggiamento: quando si
accorse che lavevo notata non ebbe nessun
istinto di coprirsi, né di abbassare lo sguardo.
Al contrario, mi sorrise e rivolse maliziosamente
quegli splendidi occhi sui miei boxer neri, che a
loro volta contenevano a stento il mio sesso,
ingrossatosi per quella vista sublime. Io mi
vergognai e feci per coprirmi, quando lei fece un
altro gesto inatteso: socchiuse gli occhi in
unespressione sognante, e mentre si passava
la lingua sulla bocca carnosa iniziò a toccarsi
il seno, da sopra lesigua stoffa. Dopo un
attimo tuttavia bussarono alla sua stanza, era
suo fratello che le chiedeva qualcosa, di
conseguenza lei si mise una maglietta ed uscì di
tutta fretta dalla stanza, non senza prima avermi
lanciato uno sguardo che definire eccitante
sarebbe un eufemismo. Per due giorni non la
rividi, impegnato comero tra straordinari e
noiose cene di lavoro. Il terzo giorno rientrai
un po prima, avevo chiesto un permesso un
po perché stanco e un po per
rivedere quella che nei miei sogni notturni, e
non solo, era diventata una fantastica
ossessione. Entrai in camera e guardai di fronte.
Giurerei che lei fosse lì solo ad aspettare me.
Era seduta sul suo letto con le gambe accavallate
ed era bellissima, aveva un lungo vestito bianco
aderente che metteva in risalto tutte le sue
generose forme, con un ampio spacco laterale e le
spalle nude coperte solo dai suoi splendidi e
fluenti ricci. Mi sorrise, si alzò subito dal
letto e si abbassò lentamente la zip, lasciando
cadere a terra quel candido abito che la copriva.
Rimase con un completino bianco di pizzo,
reggiseno e perizoma, che, pur occultandolo,
lasciava intravedere tutto ciò che ogni uomo ha
sempre sognato. A quel punto si rivolse a me e mi
indicò con un dito. Capii subito le sue
intenzioni e devo confessare che non mi feci
pregare. Mi tolsi la camicia e scoprii i miei
pettorali ed addominali palestrati, che lei
esaminò attentamente col suo sguardo. Ora veniva
il suo turno, e non ci fu certo bisogno di
farglielo notare: con lo sguardo fisso su di me
si tolse quel candido reggiseno, e ciò che si
presentò ai miei occhi furono due tette
perfette, grosse e con due capezzoli che si
ergevano dritti come fusi. A mia volta rimasi in
boxer verde acqua attillati, anzi negli ultimi
due minuti decisamente troppo attillati,
nellattesa che lei si mostrasse come io
lavevo sempre sognata dal momento in cui
lavevo vista. Lei si girò verso il letto,
si passò una mano tra le cosce e lentamente si
sfilò le mutandine, mostrandomi prima il suo
culetto perfetto e poi, girandosi verso di me con
movimenti lenti ed eccitanti, il suo sesso, senza
lombra di un pelo e terribilmente bello. Io
non ci stavo più dentro, mi strappai
letteralmente quelle mutande strette, troppo
strette per la mia eccitazione e la guardai negli
occhi, quegli occhi che avevano assunto
unespressione tra lestasiato e il
voglioso che non mi dimenticherò mai. Lei allora
si leccò un dito ed iniziò a passarselo su un
capezzolo, poi sullaltro, facendoli
diventare immediatamente turgidi. Io presi in
mano il mio sesso ed iniziai a masturbarmi, senza
mai togliere gli occhi da quello spettacolo
fantastico. Lei passò in breve tra le sue cosce,
ed iniziò a toccarsi il sesso, socchiudendo gli
occhi in espressioni goduriose. La mia voglia di
toccarla e di giocare con quei seni incredibili,
e di leccare tutto quello che si offriva alla mia
vista, allinizio fortissima, cominciò a
decrescere con laumentare della
consapevolezza di quanto fosse bello anche godere
in questo modo. Dopo lungo tempo entrambi
venimmo, estasiati da quello che era successo e
da ciò che avevamo visto. Lei si mise
velocemente una t-shirt bianca sul corpo nudo e
senza più degnarmi di uno sguardo entrò in
bagno per farsi una doccia. Io feci lo stesso.
- La
storia durò parecchi giorni, e quello che più
mi eccitava era il fatto che non ci eravamo mai
parlati né salutati, anzi un giorno la incrociai
per strada ed entrambi cambiammo direzione, come
se ci fossimo messi daccordo. Ci
masturbavamo alla vista dellaltro, godevamo
dellaltrui piacere ma il nostro rapporto
finiva lì, e forse era giusto in quel momento
che fosse così.
- Poi
però accadde una cosa....
-
- Oggi
è venuta a trovarmi.
- Non
ha detto una parola.
- E
entrata fissandomi negli occhi. Ha richiuso la
porta dietro a sé.
- Mi
ha gettato le braccia al collo, stringendo il suo
corpo sinuoso al mio mentre le nostre lingue
facevano reciproca conoscenza. Con pochi e veloci
movimenti mi ha spogliato completamente, e le sue
mani hanno iniziato a toccare il mio petto, il
mio culo, il mio sesso, tutto ciò che fino a
quel momento lei aveva solo visto da lontano. Mi
ha trascinato in camera, mi ha fatto sdraiare sul
letto ed ha preso in bocca golosamente il mio
sesso, leccandolo, succhiandolo e stimolandolo
come nessuna prima dora aveva fatto mai.
Nel frattempo mi aveva immobilizzato le mani,
segno che doveva essere lei a condurre le danze,
come del resto era sempre successo finora. Tutto
ciò per me era terribilmente eccitante, tanto
che la lasciai fare a suo piacimento. Quando si
è accorta che stavo per raggiungere il colmo del
piacere finalmente mi ha lasciate libere le mani,
e mi ha fatto segno di spogliarla. Il suo vestito
cortissimo nero le donava tantissimo, risaltava
le sue fantastiche forme, in particolare quel
culetto bellissimo e sodo e quelle fantastiche
tette. Solo quando le ho tolto il vestito mi sono
accorto che quello era lunico indumento che
indossava, e la vista di quel fantastico corpo
nudo, con quel sesso completamente depilato e
quei capezzoli incredibili mi ha dato un fremito
per tutto il corpo. Niente preliminari, no: lei
voleva a tutti i costi sentire dentro di sé la
mia verga ed io non opposi certo resistenza,
voglioso comero di entrare in lei con forza
e godere di quel corpo stupendo. Abbiamo fatto un
sesso selvaggio e bellissimo per lungo tempo,
senza un attimo di tregua, i suoi umori si sono
sparsi più volte sul mio corpo e io stesso sono
venuto più volte. I nostri corpi hanno danzato
per lungo tempo luno sopra laltro,
luno dentro laltro, fra mugugni di
piacere e sensazioni al limite del credibile. Al
termine di questo incontro amoroso, siamo rimasti
sdraiati abbracciati stretti stretti per un
po, poi lei, sempre senza dire una parola,
si è alzata, ancora nuda e tutta sudata, e
girandosi verso il suo appartamento ha accennato
un saluto. Io allinizio sono rimasto
perplesso. Solo dopo pochi istanti mi è tornato
in mente che durante lamplesso il suo
sguardo si era rivolto più volte verso la sua
finestra. Mi sono alzato quindi curioso, e anche
un po timoroso, di capire a chi fosse
rivolto quel cenno. La mia sorpresa è stata
grandissima vedendo ciò che appariva ai miei
occhi: nel suo appartamento cera una
bellissima ragazza, la sua migliore amica avrei
scoperto poi, completamente nuda, con lo sguardo
rivolto verso la mia finestra, una mano su un
generoso seno e laltra fra le lunghissime
gambe aperte che ci sorrideva. Lei allora si è
girata verso di me, mi ha accarezzato il torace
provocandomi un brivido di piacere lungo tutto il
corpo, poi le sue mani si sono posate dolcemente
sul mio sesso, che nel frattempo era tornato alle
dimensioni che più apprezzava.
Solo in quel momento mi ha rivolto le sue
prime parole, che non dimenticherò mai: Domani
viene anche lei!!"
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