WWII - I LUOGHI DELLA MEMORIA  - EUROPA

“nessuno muore del tutto finché ne sia conservato il ricordo” Jorge Luis Borges

Russia

Presso i Giardini di Alessandro, Alexandrovskij Sad, sotto le mura del Cremlino a Mosca (dalla parte opposta del lato Moscowa), e' stato creato nel 1967 un complesso commemorativo per ricordare il - milite ignoto - un basso parallelepipedo di marmo rosa con sopra la bandiera e un elmetto dell'Armata Rossa in bronzo appoggiati a mo' di riposo (più avanti la fiamma eterna esce da una stella rossa appoggiata sul pavimento). Nella tomba sono state traslatate dal villaggio di Krjukovo le spoglie mortali di un soldato ignoto sepolto nella fossa comune dei difensori di Mosca che avevano combattuto sino all'ultimo sangue. Qui e' sempre accesa la fiamma che illumina le parole : "Il tuo nome e' sconosciuto, la tua impresa e' immortale". Il Giardino Alexandrovskij venne impiantato lungo il muro occidentale del Cremlino nel 1820-1823. I lavori furono diretti dall'architetto italiano Giuseppe Bove.

Alla sconosciuta esistenza di adeguato monumento al Milite Ignoto a Vienna fa riscontro la considerevole mole di quello al soldato Russo qui a fianco. (Monumento similare a Berlino vedi capitolo tedesco)

 

Austria

 

MURMANSK MEMORIAL

Erected in 1927, this was the first monument in the City of Murmansk, which was founded on October 4, 1916.
Murmansk had a stormy beginning. 1917 brought the Russian Revolution, and in 1918 to 1920, Murmansk was occupied by anti-Bolshevik intervention forces.

Major-General Sir Charles Maynard, The Murmansk Adventure (London: Hodder & Stoughton Ltd., 1969);
Andrew Soutar, With Ironside in North Russia (London: Anchor Press, 1940).

130 British Royal Marines landed in Murmansk ("Syren") on 6 March 1918.
The Allies landed at Archangel ("Elope") on 2 August 1918. By December 1918, the Allies had 14,475 personnel at Murmansk and 15,996 at Archangel. The total combined force of Murmansk and Archangel never exceeded 35,000. The contributing nations were: Britain, Canada, France, United States, Italy, Poland, Serbia, Finland and White Russia. The Allies began landing at Vladivostock in Siberia in April 1918. The contributing nations were: Japan (70,000), United States (10,000), Poland (12,000), Britain/Canada (6,000), Serbia, Romania (4,000 each), France (2,000), Italy (2,000), in addition to the Czech-Slovak Legion (70,000). Murmansk, Archangel and Vladivostock all had large quantities of Allied military and civil stores that had been provided on credit to the Tsarist regime. The main objectives of these forces were:
1) to reconstruct Russian or Allied forces in the area to oppose Germany (first);
2) the prevention of access to the sea through Archangel, Murmansk and Vladivostock should the Germans continue their advance into Russia and;
3) to support the White Russians and prevent supplies from falling into Bolshevik or German hands.
Major-General Frederick Poole was assigned command of the overall forces in Northern Russia (March-September 1918) but was replaced by Major-General Edmund Ironside (September 1918-October 1919). Brigadier-General R.G. Finlayson commanded the Archangel force, while Major-General Sir Charles Maynard commanded the force at Murmansk. General Lord Henry Rawlinson, who had commanded the Fourth Army on the Western Front, was chosen to orchestrate the evacuations of the British forces from Northern Russia in September-October 1919. Japanese General Kikuzo Otani, appointed on 18 August 1918, was Allied Commander-in-Chief in Siberia. Lieutenant-Colonel John Leckie was the senior Canadian on the Murmansk front, while Lieutenant-Colonel Charles Sharman was senior at Archangel. Major-General James H. Elmsley was placed in command of the Canadian Siberian Expeditionary Force, which included two British battalions, marking the first occasion that a Canadian was placed in command of an Imperial unit.

  http://www.royalmarinesonline.com/russian-intervention-1916-22.php
   

Monumento al Milite Ignoto all’Arco di Trionfo di Parigi

Francia

Napoleone I volle l’arco nel 1806 per commemorare le sue vittorie. Sotto l’arco sarebbe passata la via trionfale, come a Roma, dal Louvre a Place de la Nation, attraverso la Bastiglia. L’architetto Chalgrain studiò un monumento alto 50 metri e largo 45 con bassorilievi. I lavori si interruppero subito per le note vicende dell’Imperatore. I lavori ripresero nel 1825 per terminare nel 1836 sotto Luigi Filippo. Il 15 dicembre 1840 il corteo per il trasferimento delle ceneri di Napoleone, sepolto a les Invalides, passa sotto l’Arco da lui voluto. Il 22 maggio 1885 tocca al corpo di Victor Hugo sostare tutta la notte sotto l’arco dei Grandi prima di entrare al Pantheon. Il 14 luglio 1919, prima solennità di pace, le truppe vittoriose sfilano sotto l’arco. Da allora (1923) l’arco accoglie la tomba del milite ignoto esumata a Verdun sulla cui lapide brucia ininterrottamente la fiamma e il grande drappo nazionale nelle occasioni importanti. Nessuno può più passare sotto l’Arco
A Verdun, le 10 novembre 1920, huit cercueils ont été amené de huit cimetières de guerre. Le ministre André Maginot, lui-même grand blessé de guerre, a donné un bouquet de fleur à Auguste Thin, le plus jeune soldat du 132ème régiment d'infanterie, qui gardait les cercueils. Le soldat Thin a déposé son bouquet sur un cercueil et ainsi a été désigné le Soldat inconnu.
 

UNKNOWN HERO ON AVALA 

Yugoslavia


Il monumento comportò lavori per 4 anni dal 1934 al 1938 e venne progettato da Ivan MEŠTROVIĆ. Il corpo del sarcofago e sorretto da 6 colonne. 

Avala is a 511 meters high mountain located southeast of Belgrade. The name "Avala" comes from the Arabic word havala, which means "pretty view". In the Middle Ages, the town of Zmov was located on Avala. The Memorial Park is dedicated to World War II victims. 

Memorial to the Unknown Rumanian

Romania


Il parco Carol I è uno dei più belli di Bucarest. Costruito subito dopo la grande guerra dall’architetto francese Redont, vi si commemorano i 40 anni di regno di Karol e dal 1963 il milite ignoto - to the memory of 

"The heroes of the battle for freedom of the country"

 

Belgio

Bruxelles - Monumento al Milite Ignoto


La "Colonne des Congrés" è il monumento nazionale del Belgio eretto già nel 1859 per ricordare i caduti dell’indipendenza del 1830. Sulla sommità la statua di Leopoldo I di Sassonia Coburgo Gotha primo Re dal luglio 1831. Ai piedi quattro statue allegoriche che rappresentano la libertà, l’autonomia e la neutralità del Belgio 
Freedom of the Press Libertà di stampa
Freedom of Religion             di religione
Freedom of Education       di educazione
Freedom of Association   di associazione

Grecia

 

La tomba del milite ignoto è sorvegliata dagli Euzoni, guardia nazionale greca. Syntagma Square ad Atene anche chiamata Piazza della Costituzione è il luogo dove è sepolto il milite ignoto e dove ha sede il Parlamento. The facade of the Tomb of the Unknown Soldier or Warrior is a bas-relief sculpture copied from one on the island of Aegina and has inscribed quotations of Periclies famous funeral oration. The tomb of the unknown soldier has a royal position, in front of the impressive neoclassical Parliament building, once the royal castle. Further inscriptions, left and right, tell of historic battles where Greek soldiers took part, the most recent one in Cyprus in 1974. Two sentry boxes, on either side of the tomb, have small canopies to protect the guards against the sun. In front of the whole thing, there is a huge open square. (Euzonihttp://www.bootsnall.com/travelstories/europe/aug04gre.shtml ) They are like the guards at Buckingham Palace with the big furry hats and are treated the same way by tourists who come to take their pictures and see if they blink. Every so often they do a little march and dance to break the monotony of standing still all day and they occasionally do this little kick step with their sarouchi shoes with the pom-poms. The pleated skirt, called a fustinella is Albanian in origin and was introduced by King Otto.
 

 

Il governo italiano sulla base del trattato di pace sottoscritto a Saint Germain il 10 settembre 1919, iniziò l’opera di ricerca e raccolta delle spoglie dei soldati italiani deceduti nell’ex territorio austroungarico, nella quasi totalità prigionieri di guerra catturati sui vari fronti (italiano, francese e balcanico)». Filò tutto liscio, nel senso che si riuscì a portare a termine la sistemazione di 5.489 caduti, così suddivisi: 1.658 al cimitero "Stahndorf" di Berlino, 1.915 a Colonia, 1.790 a Monaco di Baviera e 126 nella fossa comune del cimitero civile di Worms.
«Dopo la Seconda guerra mondiale invece - prosegue l’Anei - tali indagini si sono rivelate particolarmente ardue. Da un’elaborazione statistica del ministero della Difesa, è emerso che i militari italiani deceduti o dispersi in combattimento contro i tedeschi, nei cari fronti, ammontano a 37.254 unità, a cui vanno aggiunti i 40.510 militari e i 15.118 partigiani civili deceduti e dispersi durante la prigionia in mano tedesca. Inoltre, secondo dati ufficiali germanici, oltre 38.000 civili italiani persero la vita nei lager ubicati nel territorio del Terzo Reich». Di fronte a queste cifre spaventose, e tenuto conto delle difficoltà che ci sono state nei rapporti con la Germania Est all’indomani della costruzione del muro di Berlino, la collaborazione tra autorità italiane, missioni alleate, Croce rossa internazionale e tedesca, è stato possibile organizzare la sepoltura di oltre 13 mila caduti, così suddivisi: 5.839 al cimitero "Öjendorf" di Amburgo, 1.166 al cimitero "Zehlendorf", 4.788 a Francoforte e 1.459 a Monaco di Baviera. In tantissimi altre città della Germania sono state poste lapidi a ricordo dei caduti italiani che non sono potuti essere identificati e che sono stati messi in fosse comuni.

   

Tomba del milite ignoto a Varsavia

Polonia

Montecassino

 Fra settembre e maggio 43 I tedeschi si arroccarono sui contrafforti montuosi alle spalle di Montecassino decisi a vendere cara la pelle. La via era obbligata e dall’alto potevano controllare ogni infiltrazione, purché avessero uomini a sufficienza. Gli alleati a più riprese dissanguarono intere divisioni ed anche uno sbarco alle spalle della regione (Anzio) non ebbe miglior sorte. Nell’ultimo scontro utile durato 7 giorni i polacchi conquistarono a caro prezzo (quasi 4.ooo fra morti e dispersi) la vetta del Monastero ormai distrutto con le sue opere d’arte.

 

 

«Noi soldati polacchi per la nostra e la vostra libertà abbiamo dato le nostre anime a Dio, i nostri corpi al suolo italiano e i nostri cuori alla Polonia».

Cimitero Polacco di Montecassino

 Sono qui sepolti 1.052 soldati dell II' Corpo d'Armata polacco. Oltre 250 soldati deceduti durante la battaglia di Montecassino e sepolti nel cimitero Polacco sono di nazionalità bielorussa. Sono soldati che abitavano nei territori della parte occidentale della Bielorussia che fino al 1939 era parte integrante della Polonia. Nel cimitero polacco riposa, accanto ai suoi soldati il generale Anders, morto nel 1961 e il cappellano arcivescovo Gawlina li trasferiti per espresso desiderio. 


Così il generale polacco racconta ciò che vide giungendo sul colle: «Il campo di battaglia era uno spettacolo tremendo. Mucchi di munizioni mai usate e cataste di mine erano sparse qua e là. Dovunque si vedevano cadaveri di soldati polacchi e tedeschi, a volte avvinghiati in un abbraccio mortale, e l’aria era contaminata dal lezzo della putrefazione. Vi erano carri armati rovesciati con i cingoli rotti e altri che sembravano pronti ad attaccare, con i cannoni ancora puntati verso l’abbazia. Casamassima Le pendici, soprattutto dove i combattenti avevano colpito con minore intensità, erano coperti da una quantità incredibile di papaveri e i fiori rossi sembravano stranamente appropriati alla scena. I fianchi delle colline erano costellati di crateri e cosparsi di brandelli di uniformi e di elmetti, fucili Spandau, Schmeisser e bombe a mano. Dell’abbazia era rimasto solo un mucchio enorme di rovine e qua e là spuntava qualche colonna spezzata. Soltanto il muro ovest era ancora in piedi. Una campana rotta giaceva a terra accanto a un proiettile di grosso calibro inesploso e sui muri e sui soffitti dilaniati frammenti di quadri e affreschi giacevano fra la polvere e l’intonaco».  

Altri cimiteri italiani dove sono sepolti soldati polacchi 

Loreto

 

Loreto

 Sul lato destro del santuario della Madonna di Loreto si elevano le Mura Castellane e il Torrione, opera di Cristoforo Resse (1517-20). Dal balcone antistante, al di là della strada, si scorge in basso il Cimitero Polacco (1944-46) che accoglie 1100 salme di soldati polacchi morti sulla linea Pescara-Rimini durante la Seconda Guerra Mondiale. Lo fiancheggia la Scala Santa con quindici edicole dei misteri del Rosario, contenenti pannelli in bronzo scolpiti da Guarino Roscioli, modellati nel 1943 e collocati in sede nel 1950. Ogni tumulo è contrassegnato dalla croce di travertino con le generalità del Caduto. È curato dalle Suore polacche della Sacra Famiglia di Nazareth.

Bologna 

Il 20 settembre 1946 il cimitero dei soldati del 2° Corpo d'armata polacco, protagonisti dell'offensiva che ha portato alla liberazione di Bologna, viene consegnato alle autorità militari. Si trova nei pressi del fiume Savena, al confine tra Bologna e San Lazzaro. Vi sono sepolti 1.418 militari, tra i quali 91 ufficiali, caduti durante la campagna in Italia. Si trova lungo la via Emilia di Levante alla periferia di Bologna. Sono i Caduti della primavera del 1945. Al centro del cimitero si trova l’Altare sotto un portico con otto snelli pilastri. Alle spalle del ripiano è stata ricavata una cripta con lapidi che rievocano il sacrificio dei polacchi in Italia.

Casamassima Bari 

A due chilometri dalla città lungo la strada statale n. 100 da Bari a Taranto si trova il cimitero militare polacco dove riposano 400 caduti dell’ultimo conflitto mondiale. Al centro si trova un monumentale Altare dedicato ai Caduti ed alla Madonna, patrona della nazione polacca. Nell’incalzare i Tedeschi da Taranto (sbarco) a Bari, gli Anglo-Americani organizzarono a Casamassima un importante Ospedale Militare, procedendo poi alla requisizione del terreno per il Cimitero Polacco.

http://battlefieldsww2.50megs.com/polish_tank.htm 

 

 

  Dalla guida turistica della Regione Russa di Smolensk

 
Smolensk district, Gnyozdovo, Kozji Gory,
The Memorial «Katyn», created by two countries – Russia and Poland, – was opened solemnly in 28 July 2000. It is the first international memorial in Russia to the victims of totalitarian repression. It is situated in 20 km to the West of Smolensk in Katyn forest. Here in 1940 more than 4000 thousand Polish military men were shot and buried by the organs of NKVD. Here most shot in Smolensk during the time of repression in 30–40 years soviet citizens were buried. The Memorial is done in the style of neomodernizm and is unique in its impression on visitors. The Memorial consisting of Polish military cemetery and Russian burial place mounted in religious traditions of two nations.

 

   

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