ALBERTO CRISPO CAPPAI

Sassari 4 aprile 1851 - Modugno 6 dicembre 1940

La famiglia, gli affetti, la memoria (5)

E’ stato cominciando questa biografia che sapevo di dovere, prima o poi, parlare anche della vita “privata” di Alberto Crispo Cappai. Non più il Generale ma l’uomo, fuori dal contesto storico che aveva occupato le sue giornate di lavoro e di dovere spesso oltre le ore consacrate. E’ bene quindi che qui accenni del suo percorso giovanile che lo condusse dalla natia Sardegna, agli istituti militari in epoche di grandi rivoluzioni, sia sociali che politiche, sulla cui cima sta prima di tutto quella unitaria. Si passava giornalmente di rivolgimento in rivolgimento, e nel piccolo Regno di Sardegna tutto doveva essere inventato e improvvisato. Alberto forse non ne aveva memoria ma dal piccolo Regno dell’”avventura “russa della Crimea (quando lui aveva solo 4 anni nel 1855) a Vittorio Veneto la popolazione definita "italiana" era cresciuta di 7 volte !!!, (al netto dell'emigrazione). Per
similitudine, così dissi al pronipote della sua Vita, “E’come se fosse passato attraverso due epoche, due mondi ”. Passò per estremi dalla carrozza a cavalli al Jet, dalla luce delle lanterne all'energia nucleare.
W. Amici

 

 

 

Giovanna Capitaneo figlia del Barone Nicola e di Clarice Capitaneo da Modugno

 

(nata il 2/11/1864) era andata sposa il 2 febbraio 1884 al Gen.le  Alberto Crispo Cappai secondo le severe regole militari come recita l'"Autorizzazione Sovrana" del 13 gennaio 1884 riportata dallo Stato di Servizio. Giovanna Capitaneo discendeva dai patrizi di Sillavengo di Novara (Guarino*). Viene ad allietare la coppia un figlio, Alfredo, nato a Cagliari il  29/10/1884. Questi sportivo ed estroso, viene avviato agli studi legali presso l’Università di Parma, dove si trova in quel momento (1906) in servizio di Comando il padre. Il tempo che non passa col figlio, con la moglie o il lavoro vede il generale Crispo coltivare alcuni dei suoi “hobby”  come il  pianoforte e le lingue orientali  o classiche nella sua immensa biblioteca. Notizie particolari ce lo   descrivono  anche  come grande  agricoltore  ed  amante della natura

nota*Guarino Capitaneo da Sillavengo aveva seguito Isabella D’Aragona  (Napoli 1470-1524 ) vedova di G. Galeazzo Sforza e figlia del re di Napoli Alfonso nel suo esilio barese insieme alla figlia Bona. Durante il suo governo (1501– 1524), Isabella creò intorno a sé una splendida corte umanistica, colta e illuminata, che fu protagonista d'un periodo di splendore per Bari.

  Alberto Crispo Cappai veniva da una antica famiglia di Osilo, in provincia di Sassari. Il nonno materno Salvatore Cappai era stato docente universitario e medico personale del fratello del re Carlo Emanuele IV, il principe Maurizio Maria Giuseppe di Savoia, quando questi era moribondo ad Alghero nel 1799, anno in cui il "Regno di Sardegna" , nella bufera rivoluzionaria francese  era veramente ritornato ad essere tale (l’ultimo re della dinastia Savoia fu proprio quel Carlo Felice che lo seguiva nella linea di successione al trono. Quelli dopo si chiameranno dei Carignano Savoia). Era medico professore (preside alla facoltà di medicina e chirurgia di Sassari) anche il padre Antonio Crispo Manunta (sposato con Rita Cappai) e Capitano medico il fratello Cesare, morto in conseguenza dello scoppio della polveriera del porto di Cagliari il 24 agosto 1868. A differenza dei suoi avi per Alberto viene scelto un collegio all’età di 12 anni, una scuola tecnica militare, in una grande città del nord, come si farebbe per un figlio “indisciplinato”. I suoi studi le sue applicazioni prima qui a Milano alla Teuliè poi alla Accademia di Fanteria lo portano giovane tra i giovani sotto le Mura di Roma in quella assolata mattina di martedì 20 settembre 1870: una data indimenticabile. Poi nei comandi di stato maggiore e reparto, qui e là in giro per lo stivale in un esercito unitario sempre più numeroso e bisognevole di comandanti e ufficiali di carriera. Ricordo che per anni l’ossatura era stata fornita dai “patrioti”, in gran parte garibaldini, ma anche ufficiali dei dismessi stati, sopravanzati nel grado e nel titolo in surroga alla preparazione e alla competenza. Un po’ quello che avvenne in politica.

Operò sempre con avvedutezza: fece realizzare lavori di fortificazione del castello, ma soprattutto consolidò i rapporti commerciali con altri popoli. Il 30 giugno 1515 cedette parte delle sue entrate alla città, con delibera municipale, e da allora coltivò l'istruzione, l'economia e la politica, operando in favore di Bari e fondando, tra l'altro, l'Accademia degli Incogniti che raccolse intorno a sé validi ingegni.

Comandante di una compagnia del 240° reggimento fu costante mirabile esempio di valore e coraggio. Sotto il fuoco tambureggiante di grosse artiglierie nemiche in un momento assai critico, nel quale era messa a dura prova la resistenza dei suoi soldati, sprezzante del pericolo alla testa del proprio reparto lo lanciò all'attacco conquistando una trincea avversaria, ove rimase finché venne saldamente affermata la nostra difesa. Cà d'Anna (Osteria del Lepre)18 dicembre 1917

  Alfredo Crispo primo a sinistra

Il figlio Alfredo Umberto Crispo si laurea in Giurisprudenza all'Università di Parma nel Marzo del 1912. Non ha molto tempo per esercitare perché la guerra incombe prima con quella di Libia poi quella grande da cui l’Italia riesce a restare estranea per un anno. Alfredo Crispo, come tutti i giovani della sua età, viene avviato obbligatoriamente ai corsi ufficiali poi inserito come aspirante in un reparto dove completa la formazione. Nel 1917 lo troviamo già capitano nel 240°**reggimento fanteria della Brigata Pesaro costituita quell’anno e incaricata di fermare sul Grappa l’invasione austro-ungarica conseguente alla disfatta di Caporetto. I combattimenti dei mesi di novembre, dicembre ‘17 e gennaio ’18 qui sul Grappa, sull’altopiano d’Asiago, sul Montello sono stati spesso dimenticati dalla storia e dalla memoria collettiva ma sono gli unici veri che videro gli italiani fare muro contro una potenza soverchiante e imbaldanzita dal successo di Caporetto e dalla disfatta dell’esercito Russo post rivoluzionario. Ad Alfredo Crispo per questi episodi viene conferita la medaglia d'argento al V.M. (vedi a sx) Conferimento N° d'ordine 39640-Decreto 23/3/1919. Nel dopoguerra Alfredo fu sindaco di Modugno dal 1920 al 1922 e dal 1924 al 1926, podestà dal 1927 al 1930 e di nuovo sindaco nel dopoguerra tra il ‘46 e il ’47. E’ deceduto a Modugno il 30 Marzo 1962. 

**Il 240° fanteria Pesaro (motto"Finchè vivo aggredisco") celebra  il 27/10 (1918) la festa del reparto  per i sanguinosi combattimenti di Monte Pertica  che portarono alla Vittoria finale oltre il Piave e all'Argento per il reparto: Vincendo ardue difficoltà di terreno e la tenace resistenza nemica, conquistava formidabili posizioni che mantenne sanguinosamente con incrollabile fulgida tenacia”  24-27/10/1918

 

Quando la stagione della vita volge al tramonto il Generale Alberto Crispo Cappai si rifugia nella sua Modugno nel palazzo fatto da Lui edificare alla fine dell’ottocento secondo il progetto del bitontino Vincenzo Castellucci. Alberto Crispo volle che venisse edificato sul palazzo, un torrino con merlatura alla ghibellina (a coda di rondine), in contrasto con la torre civica guelfa prospiciente, per simboleggiare la sua fedeltà ai Savoia ed il momento di rottura con lo stato della Chiesa. Si spegne l’8 Dicembre 1940 fra l’affetto del figlio e dei nipoti, mentre la moglie muore l’8/02/ 1949. Al Generale Alberto Crispo Cappai è intitolata una via in Modugno.
Nota: i portici Crispo di Sassari e la Via Crispo di Osilo sono dedicati al padre del Generale, Antonio Crispo.

Palazzo Crispo è un palazzo storico di Modugno (BA) presente in Piazza Sedile. Le lesene verticali dividono in tre la facciata del palazzo. Sul livello stradale si aprono tre ingressi, sul livello superiore ci sono grandi finestre, sormontate da timpani rettangolari, con balcone avente ringhiera in ferro battuto, e finestroni rettangolari al livello superiore. Gli interni del palazzo conservano la struttura, gli affreschi con motivi vegetali e animali mitologici, e gli arredamenti originari. Il palazzo, durante la Seconda Guerra Mondiale venne occupato dalle truppe inglesi. La famiglia Crispo, costituita dai pronipoti Giovanna, Carlo e Alfredo abita il Palazzo ancora oggi.

foto delle mura di Porta Pia dopo la caduta della breccia. All'interno è visibile Villa Paolina

  La maggior parte dei documenti sono usciti dall'archivio della famiglia Crispo e con questi si è cercato di fare un quadro realistico della persona del Generale, ma anche dell'epoca a cavallo di due mondi e degli avvenimenti internazionali che ci coinvolgevano ormai come superpotenza mediterranea. Ogni documento è stato affiancato alla sua narrazione storica e corredato, quando necessario, di immagini, foto e stampe d'epoca da rete. Ogni notizia riportata è stata vagliata, verificata e riscontrata; per tante è raggiungibile o identificabile la fonte. L'invito a cena a Palazzo Reale  ha permesso, fuori da qualsiasi schema storico, di improvvisare una ricostruzione (che non ha nulla di romanzato o inverosimile) in un ambito molto vicino alla realtà del tempo. Di questa improvvisazione non si fornisce, per motivi di segreto professionale, alcuna notizia. Molti dei percorsi, come quello di avvicinamento a Porta Pia, sono stati verificati sulle odierne carte stradali o atlanti (o navigatori). Per la Via Krispos a la Canea ipotizzo che la vecchia Rue Marché sia stata inglobata nella struttura a croce latina del mercato coperto (tutt'ora esistente), risalente ad anni successivi alla missione.  Le vie superstiti Kanevaro  e Be(t)tolo sono facilmente rintracciabili nella mappa del centro storico. Via Kanevaro nasce dal porto dietro la caratteristica moschea dei Giannizzeri. La tesi di laurea del Dott. Fabio Laratta è raggiungibile dal sito Icsm http://www.icsm.it/articoli/ri/tesi.html. Debbo rilevare l'ottimo lavoro fatto da laureando e l'impossibilità per me di poterlo contattare su eventuali restrizione alle nostre citazioni. Molte delle notizie su questa missione militare sono rintracciabili sul sito Carabinieri.it che all'epoca curarono (nell'isola) la riorganizzazione  della Gendarmeria e a cui si rimanda per l'accuratezza delle ricostruzione.
     
a destra il Gen. le Crispo, Comandante la Scuola Centrale di tiro di fanteria di Parma, passa in rassegna i reparti della Caserma di Scandiano in occasione della festa dello Statuto (giugno) in Corso Garibaldi (a sinistra com'è oggi la via)

L'immagine a colori di Mauro Barbieri, rintracciata sul sito SmallCity,it (portale internet di Scandiano e Casalgrande) ci è sta gentilmente concessa per questa comparazione.

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