LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 


SANITA' MILITARE

 E I CORPI AUSILIARI C.R.I. militare e S.M.O.M.

http://www.regioesercito.it/reparti/servizi/servsan.htm 
Ottenuto per fusione dei precedenti Corpi di Sanità e Veterinario, il Corpo Sanitario dell'Esercito data la sua nascita dal 1833 quando Carlo Alberto riordinò i servizi dell'Esercito Sardo. La denominazione
"Corpo di Sanità Militare" nasce invece nel 1845 su un Ruolo Medici ed uno Farmacisti. Per decreto del 17/10/1920 il Corpo di Sanità Militare riceve il "Labaro *" per appuntare le medaglie al valor militare guadagnate nel corso del Grande conflitto (*labaro poi sostituito da Bandiera di Guerra regolamentare). Dal 4 maggio 1940, il reparto assume la denominazione di Servizio di Sanità Militare e dal 1981 di nuovo quella di "Corpo".
Il Servizio Sanitario dell'esercito italiano durante Grande guerra era costituito dal Corpo di Sanità Militare, al quale si univano i militarizzati della Croce Rossa e dello SMOM (Sovrano Ordine Militare di Malta). Ogni reggimento aveva il Capitano Medico che coordinava l'assistenza a malati e feriti, e 2 subalterni, normalmente studenti o aspiranti ufficiali medici. Le attrezzature sanitarie erano distribuite ai battaglioni. Queste consistevano in tasche, borse e zaini di sanità, borracce e lampade con croce, affidate ai portaferiti o agli aiutanti di sanità. Esistevano poi i cosiddetti cofani di sanità, contenitori per materiali svariati trasportati su apposite carrette, e quattro barelle per battaglione (o per compagnia alpina e di ciclisti). In ogni battaglione c'erano 2 Caporali Aiutanti di Sanità col compito di dirigere le squadre dei barellieri ( 8 per compagnia). Alle compagnie degli Alpini, dei Bersaglieri ciclisti e dei Mitraglieri erano poi assegnati militari e attrezzature specifiche per il servizio medico. Soltanto queste compagnie avevano dotazioni autonome. “Tintura di Iodio ed aspirina” erano le parole magiche negli ambienti sanitari della Grande Guerra: due sostanze talmente importanti da non dover mai mancare, preziose come l’acqua. Se ne consigliava l’uso esclusivamente presso le infermerie e gli ospedali, privando i soldati della possibilità di recare con sé, nello zaino, disinfettanti e compresse. Il fante italiano del 1915 entrava in guerra, infatti, con una dotazione sanitaria molto semplice comprendente un pacchetto (garze)di medicazione per il primo soccorso.

La Bandiera di Guerra del Corpo è attualmente decorata con:


1 Medaglia d'Oro al Valor Militare - Decreto l2/7/1950 Africa Settentrionale ed Orientale, Albania, fronte russo, guerra di liberazione, (giugno 1940 - 9 maggio 1945).
2 Medaglie d'Argento al Valor Militare - decreto 19/1/1913 Libia 1911-12 decreto 5/6/1920 Prima Guerra Mondiale 
1 Medaglia d'Argento al Valore dell'Esercito - Decreto 7/5/1987 Beirut, 14 /10/1982 - 26 /2/1984.
1 Medaglia di Bronzo al Valor Militare - Decreto 1/2/1937 guerra italo - etiopica, 3/10/ 1935/36 

2 Medaglie di Bronzo al Valore dell'Esercito – Decreto 15/12/1981 Province della Campania e della Basilicata, 23/11/1980 - 30/6/1981. Decreto 15/12/1981 Province di Avellino, Salerno e Potenza, 24/11/1980 - 15/1/1981. (Al Corpo Veterinario) 
1 Croce d'Oro al Merito dell'Esercito - Decreto 10 febbraio 1995 Albania - Somalia - Mozambico, 1991/94

1 Croce di Bronzo al Merito dell'Esercito - Decreto 28/7/1995 Somalia - Balad, Johar, Bulo Burti, 13/12/1992 -14/3/1994.
(Al Corpo Veterinario)
1 Medaglia d'Oro di Benemerenza - Decreto 27/5/1911 Terremoto 28/12/1908 in Calabria e Sicilia. (Al Corpo Veterinario).
1 Medaglia d'Argento di Benemerenza - Decreto 5/6/1910 Terremoto calabro - siculo 28/12/1908. (Alla Scuola di Applicazione della Sanità Militare)
2 Medaglie d'Oro al Merito della Sanità Pubblica - Decreto 11/6/1922; Decreto 8/11/1974 al Servizio Veterinario Militare.

PADRE PIO
Nel 1915 il coscritto Giovanni Forgione (Padre Pio), nato a Pietrelcina (BN) il 25 maggio 1887, già sacerdote dell’Ordine dei Cappuccini, venne chiamato alle armi dal Distretto Militare di Benevento e subito inviato presso la compagnia di sanità di Napoli, per adempiere gli obblighi di leva. Dopo poco tempo dall’inizio del servizio, a causa delle sue precarie condizioni di salute fu inviato all’Ospedale Militare per inidoneità al servizio. Nello stesso periodo, altri due illustri personaggi, Angelo Roncalli, futuro Giovanni XXIII, beatificato lo scorso anno ed Erminio Pampuri, medico, espletarono il servizio militare con il grado di sergente, nella Sanità Militare. Il dott. Pampuri, futuro religioso dell’Ordine di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli), con il nome di fra’ Riccardo, fu canonizzato nel 1989 dall’attuale Pontefice. Salvator Gotta nel Piccolo Alpino: «(sezioni sanità) ... composte da un gruppo di uomini (medici, infermieri, portaferiti) i quali vanno a prendere i feriti di guerra dalle prime linee, rifanno loro le fasciature fatte in trincea, li operano rapidamente nei casi gravi e, per mezzo delle autoambulanze, li portano subito agli ospedali da campo. Unità mobile, che si può spostare a seconda delle occorrenze, e ha tutto il suo armamentario di ferri chirurgici, medicinali, bende distribuite in tante cassette che vengono caricate sui muli. » Foto fonte Ansmi http://www.sanitamilitare.it/mappaOK.htm

Florence Nightingale

Florence Nightingale nacque a Firenze nel 1820, da famiglia inglese agiata. I genitori, con le due figlie (la maggiore era nata a Napoli nel 1819) tornarono l'anno dopo in patria, dove furono educate agli studi dal padre. Nel 1837 Florence cominciò ad interessarsi a malati ed ospedali contro il parere dei genitori. Nel 1849, insieme ad alcuni amici, intraprese un viaggio in Europa incontrando a Kaiserswerth Padre Theodore Fliedner, che si occupava di un ospedale. L’uomo e l'ospedale la colpirono a tal punto che nel 1851 ella tornò a Kaiserwerth per studiare da infermiera (essere infermiera a quei tempi non era una cosa di cui andare fieri nella sua classe sociale) e nel 1853 fu nominata Soprintendente all'Establishment for Gentlewomen during Illness di Londra. 
Nel 1854, allo scoppiò della Guerra di Crimea, l'allora Ministro della Guerra inglese Sidney Herbert, conoscendo il suo impegno ed il suo valore, chiese a Florence di organizzare un gruppo di infermiere volontarie per occuparsi dei feriti in Turchia. Florence accettò e partì alla volta del fronte con 37 volontarie. Il lavoro della Nightingale non si limitò però alla cura delle ferite; ella si occupò anche di aiutare i feriti a spedire lettere a casa, creò una sorta di sala lettura per i degenti, aiutò perfino economicamente i ricoverati. La sua fama in patria crebbe a dismisura, tanto che, al suo ritorno in patria dopo essersi ammalata di brucellosi, la Regina Vittoria volle ascoltare da lei la sua esperienza diretta sul campo di battaglia. Ritiratasi in privato, Florence Nightingale scrisse molte opere sulle condizioni igieniche durante le guerre, sul sistema militare e sanitario indiano. La sua opera più famosa fu Notes on Nursing, scritta nel 1859 e tradotta poi in ben 11 lingue. L'anno dopo aprì una scuola professionale per la preparazione delle infermiere, dando così lustro ad una professione  fino ad allora ritenuta di second'ordine. Nel 1861, la sua malattia si aggravò; Florence non riuscì più a camminare. Nel 1865 si trasferì a Mayfair, dove morì il 13 agosto del 1910.

I CORPI AUSILIARI C.R.I. militare e S.M.O.M
 

Il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana  

Guerra di Liberazione-All'inizio delle ostilità, la Croce Rossa Italiana disponeva di ventisei ospedali con oltre cinquemila posti letto; di 77 stabilimenti di prima cura e smistamento per la protezione sanitaria antiaerea; di 56 posti di soccorso ferroviari e portuali; di otto treni ospedale, oltre a tre ospedali attendati nel Montenegro e a tre poliambulatori in Corsica. La catastrofe, che travolse l'Italia l'8 settembre del 1943 con l'armistizio, non risparmiò la Croce Rossa che, ad un certo momento, come tutti gli altri Enti e le altre Istituzioni, si trovò ad essere divisa, priva di un comando centrale e di una direttiva unica. Purtroppo, non operarono in quel momento le garanzie di neutralità offerte dal suo simbolo, e anch'essa si trovò ad essere spezzata in due tronconi isolati, dei quali uno operava per il Governo del Nord e l'altro continuava ad operare a Roma accingendosi all'imponente opera della lenta ricostruzione materiale e morale del Paese.
Fin dal settembre 1943, Unità Militari della Croce Rossa si prodigarono per il soccorso ai feriti durante i combattimenti per la difesa di Roma (Porta S. Paolo) ed in tutti i Presidi che tentarono di opporre resistenza all’invasore. In particolare essi presero parte alle operazioni per la liberazione della Sardegna. Nei Balcani l’armistizio sorprese un Gruppo di Ospedali da Campo, dislocato in Montenegro e articolato su tre Ospedali attendati, il 73°, il 74° e il 79°. I resti di tali formazioni dopo giorni di marcia a piedi si ricongiunsero con la divisione “Venezia” e “Taurinense”, confluendo quindi nella Divisione partigiana italiana “Garibaldi” ove operarono fino al termine del conflitto. In Italia formazioni organiche del Corpo Militare della Croce rossa Italiana nelle quali erano in forza, come sempre, anche le Infermiere Volontarie, venivano impiegate nell’ambito di unità del rinato esercito alle dipendenze del Corpo italiano di Liberazione (C.I.L.) nella 209 Divisione italiana ausiliaria e con il Comando Italiano 212°. Successivamente furono impiegate nei Gruppi di Combattimento. Con la partecipazione attiva alla Resistenza, suggellata con l’olocausto alle Fosse Ardeatine di due Ufficiali, il Tenente medico CRI Luigi PIERANTONI ed il Sottotenente Commissario CRI Guido COSTANZI, il Corpo dava alla guerra di liberazione, un ulteriore silenziosa prova di valore, di patriottismo, di dedizione ai più alti ideali di libertà. (testo tratto da: Le Forze Armate dalla Guerra di Liberazione alla nascita della Repubblica 1943-1947 del Gen. C.A.,Sen.Luigi Poli. Roma 1997) 
"Al Corpo Militare della Croce Rossa Italiana e al Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana è concesso l'uso della bandiera nazionale, prevista dal decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 25 ottobre 1947, n. 1152 ". Legge 25 giugno 1985 n.342. La cerimonia di consegna della Bandiera ebbe luogo il 28 ottobre 1986 a Roma presso la caserma "M.O.V.M. Sottotenente Ettore Rossi" sede della Scuola dell'Arma del Genio. 
La Croce Rossa Italiana, in virtù delle Convenzioni Internazionali e in forza delle leggi vigenti in Italia, dispone tra le sue componenti di un Corpo Militare Ausiliario delle Forze Armate dello Stato. Tale Corpo è composto da elementi arruolati volontariamente (
parte del personale del Corpo Militare della C.R.I. è, ordinariamente, in congedo e viene richiamata in servizio quando si verificano le necessita di impiego previste dalla legge.),  per l'assolvimento dei compiti di emergenza sia in periodo di pace che di guerra. Secondo le Convenzioni di Ginevra del 1949 (valide tuttoggi) le unità sanitarie della Croce Rossa ausiliarie delle rispettive FF.AA.  in tempo di guerra possono essere dotate di armi leggere personali ed usarle per esclusiva difesa dei sanitari e pazienti. es. il personale di servizio di un ospedale militare da campo della Croce Rossa isolato dal resto dei reparti al fronte non può sicuramente difendersi da un attacco condotto da forze corazzate ma può usare le armi leggere per tenere a bada un gruppo di sbandati o irregolari che vogliono ad esempio impossessarsi della struttura sanitaria o infierire sui feriti ivi ricoverati). Da pagine difesa. Il Corpo trae origine dalle Squadriglie di Soccorso, prime formazioni emanate dal Comitato Milanese per il soccorso ai malati e ai feriti in guerra, poi trasformatosi in Croce Rossa Italiana. Queste Squadriglie erano assoggettate alla disciplina militare, con adozione dell'uniforme ed equiparazione gerarchica ai gradi dell'Esercito. In caso di conflitto, il Corpo Militare della Croce Rossa ha lo scopo di contribuire con personale e con mezzi propri, alla cura e all'assistenza dei malati e dei feriti. Deve inoltre organizzare ed eseguire la difesa sanitaria antiaerea e disimpegnare il servizio dei prigionieri di guerra secondo le Convenzioni Internazionali di Ginevra. In caso di grave emergenza in tempo di pace, per contribuire al soccorso sanitario di massa, il Corpo Militare interviene attraverso l'impiego di reparti, unità e formazioni campali (raggruppamenti e gruppi sanitari mobili, ospedali da campo attendati e baraccati, treni e navi ospedali, punti di soccorso attendati, reparti di soccorso motorizzati. 
Inoltre il ruolo del Corpo Militare della Croce Rossa è di fondamentale importanza come supporto ai servizi di protezione civile. A tal fine opera per la preparazione del personale e dei materiali necessari per assicurare un contributo efficiente al funzionamento dei servizi di mobilitazione. sanità granatieri fonte esercito italiano

Il Corpo Militare inquadra nei propri ruoli:
· ufficiali: medici, cappellani, chimici, servizi (commissari e contabili);
· sottoufficiali, graduati e militi: infermieri, portaferiti, automobilisti, servizi (meccanici, inservienti, cuochi, addetti all'amministrazione, furieri).
Brillantissime prove, inoltre, il Corpo ha fornito nel corso di conflitti all'estero. Dopo il secondo conflitto mondiale, l'Ospedale da Campo n. 68, fu inviato nell'ottobre 1951 con le Forze delle Nazioni Unite in Corea ed ivi rimase dislocato fino al Gennaio 1955, inquadrato nell'8° Armata U.S.A.. Al suo Comandante, l'allora Maggiore medico Prof. Fabio Pennacchi fu riservato l'onore di essere chiamato a rappresentare l'Italia alla firma dell'armistizio a Panmunjon che pose fine al conflitto.

Spunti tratti da http://www.cri.it/descrgen/chi14.htm - http://www.dsmnet.it/micr/html/body_1940-1945.html

http://www.comune.crespano.tv.it/museo_resistenza/Pagine/sala2.htm - http://www.dossiersicurezza.com/live/index.php?domain=rivista&action=articolo&idArticolo=305



S.M.O.M. Sovrano Ordine Militare di Malta

da una relazione della Camera dei Deputati  http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/sk5500/relazion/52620a.htm

Il Corpo speciale volontario ausiliario dell'Esercito dell'Associazione dei Cavalieri italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) è una struttura ausiliaria delle Forze armate che nasce il 29 gennaio 1877 per operare prioritariamente a fianco della Sanità militare allo scopo di assistere malati e feriti in guerra ed assicurare, come attività secondaria, i soccorsi alle popolazioni in caso di calamità. Organizzato su un nucleo di personale effettivo dell'Esercito affiancato da volontari, è sostenuto economicamente sia dall'Esercito, su cui gravano le spese di manutenzione delle strutture, che dallo SMOM che provvede all'acquisto dei materiali. Dalla sua costituzione, il Corpo è stato impiegato in ogni conflitto ed in ogni calamità, sempre distinguendosi per la qualità degli interventi in ogni circostanza esperiti in condizioni di pericolo operando spesso in prima linea con encomiabile disponibilità del personale. Il Corpo provvede a trasformare treni, aerei e navi in ospedali ed infermerie viaggianti per riportare in patria dalle prime linee - ove, peraltro, installa tende per posti di soccorso, ospedali da campo, centri di raccolta e smistamento - feriti e malati. Il primo intervento del Corpo avvenne nel 1880 con la realizzazione di una "baracca ospedale mobile", corredata di reparto operatorio e di una sezione di 100 posti letto che partecipò alle grandi manovre del 1^ Corpo d'armata a fianco delle truppe italiane. La "Baracca Ospedale ", un vero e proprio ospedale, realizzato in legno e tela impermeabile con vasta sala di accettazione, locali di uso generale, sale operatorie, la farmacia, una degenza Sottufficiali e Truppa con 110 posti, un reparto per i malati più gravi, una degenza riservata agli Ufficiali, con un sistema di aerazione e riscaldamento modernissimi per l'epoca. All'esterno della Baracca, in tende separate, una sala di isolamento, il reparto disinfezione e lavanderia, magazzini vari, una Cappella e una sala mortuaria.. La prima operazione a seguito di calamità naturale, invece, risale al dicembre 1908 in occasione del terribile terremoto calabro-siculo. Il Corpo è stato altresì impiegato:
- nella guerra di Libia del 1911-12, con utilizzazione di una nave trasformata in nave ospedale che trasportò 1.162 persone tra malati e feriti;
- nel terremoto di Avezzano del 1915, con attivazione a Roma di un ospedale, il "lazzaretto", dove furono ricoverati e curati i feriti provenienti dalla Marsica;
-durante la prima guerra mondiale del 1915-18, con quattro treni ospedale, otto posti di soccorso installati presso altrettante stazioni ferroviarie, un ospedale da campo installato a Togliano (Cividale) per 180 posti letto e l'ospedale territoriale "S. Maria" per 350 posti letto che consentirono interventi a favore di oltre 200.000 feriti;
- durante la seconda guerra mondiale del 1940-45, con tre treni ospedale che si spinsero in Germania, Russia e Balcani, due grandi ospedali a Roma e Napoli per un complesso di 600 posti letto, un centro sanitario installato a Leopoli (Russia), sei posti di soccorso installati a Roma e due nelle immediate vicinanze (Anzio e Divino Amore);
- a guerra terminata, per la gestione di 18 ospedali per complessivi 5.500 posti letto, che consentirono l'assistenza di migliaia di feriti e malati; durante il periodo dell'occupazione di Roma da parte dei tedeschi, con otto posti di soccorso, dislocati all'inizio delle strade consolari, alcuni dei quali funzionarono da veri e propri ospedali;
In atto il Corpo dispone di un treno attrezzato con due sale operatorie, un day-hospital e tutti gli ambulatori (radiologia, analisi ecc.), necessari per farlo funzionare come un vero e proprio ospedale, e di un'autocolonna sanitaria di automezzi 4x4, capaci di muovere su terreni rotti, e con sopra il tetto sistemato un cassone pressurizzato per realizzare ambulatori campali. Per tutte queste operazioni svolte in guerra ed in pace, il Corpo ha meritato:
una medaglia d'argento al Valore militare (1943-45);
due medaglie di bronzo al Valore militare (1940-45);

una croce di guerra al Valore militare (1915-18);
una croce al merito di guerra (1915-18);
una medaglia d'oro di benemerenza per il terremoto calabro-siculo (1908);
una medaglia d'oro al merito della sanità (1915-18);
una medaglia "Pro Hungaria" del SMOM per la partecipazione ai soccorsi alla popolazione ungherese (1956);
una medaglia commemorativa del SMOM per il soccorso prestato ai terremotati del sud Italia (1981);
una medaglia d'oro del premio "Umanizzazione della medicina" (1955).

Torino Ospedale MilitareQuesto Corpo Speciale Ausiliario dell’Esercito Italiano ha lo scopo di fornire un supporto all’Esercito in tempo di guerra ed in tempo di pace, in caso di calamità naturale o di esigenze militari di carattere eccezionale. Gli iscritti sono distinti in due classi: Direttivo e assistenziale (sottufficiali graduati). L'atto costitutivo del Corpo fu suggellato da una Convenzione firmata dal Ministro della Guerra, Generale Ferrero, e dal Presidente dell'Associazione dei Cavalieri di Lingua Italiana. Si allestiscono inoltre i primi ospedali mobili someggiati e più semplici, e quattro Treni Ospedale. Intanto entrano in servizio anche i primi ospedali mobili da 50 posti, trasportabili ciascuno su 25 muli. Nel 1886 entrano quindi in servizio 4 treni ospedali da 280 posti ciascuno. Nel dicembre del 1908 con il terremoto di Messina si prova l’efficienza del Corpo Militare che, nella circostanza, impiega tutti i suoi mezzi sanitari. Nella circostanza viene decretato che, fermo restando il compito precipuo di assistere l¹esercito in guerra, lo Smom può intervenire anche nei casi di pubbliche calamità. Nel 1909 il Corpo Militare diventa Corpo Speciale dell'Esercito Italiano e adotta l'uniforme grigioverde e le stellette. Nel 1911-12, in occasione della guerra di Libia, al Corpo viene assegnata in dotazione la Nave "Regina Margherita", subito trasformata dal personale stesso in ospedale galleggiante. Nel 1915 l'Esercito si mobilita per la 1° Guerra Mondiale e con esso il Corpo Militare Smom. Vengono approntati immediatamente quattro Treni Ospedale, otto Posti di Soccorso, un Ospedale da Campo e un Ospedale Territoriale a Roma. I Treni in pratica saranno dei veri e propri Ospedali viaggianti in grado di intervenire sui degenti, causa la lunga durata dei trasferimenti dovuta a soste per interruzioni e bombardamenti. In quattro stazioni - Roma, Bologna, Milano e Padova - vengono realizzati grandi magazzini, a bordo pensilina, con capienti scaffali che contenevano il ricambio della biancheria, prodotti farmaceutici, disinfettanti, viveri e attrezzature sanitarie. Complessivamente i quattro treni trasporteranno dai vari fronti agli Ospedali Territoriali distribuiti nel territorio nazionale ben 448.000 infermi, percorrendo 560.000 KM.  Gli otto Posti di Soccorso furono dislocati a ridosso del fronte a Gemona - Casarza - Montebelluna - Cormons - Ala Avio (Tn) - Castelfranco Veneto - Monselice - (poi a Monfalcone e Trieste), ed erano costituiti ciascuno da 1 Ufficiale Medico e 12 Sottufficiali infermieri. Inizialmente ebbero il compito di prestare solo soccorsi di urgenza nei pressi delle stazioni ferroviarie, ma successivamente per le sempre più pressanti esigenze di questa lunga, estenuante guerra, diventarono veri e propri ospedaletti da campo che, adeguatamente potenziati, fornirono assistenza anche alla popolazione civile. L¹Ospedale da campo da 100 letti venne impiantato vicino a Cividale del Friuli, in un antico castello diroccato dei Vescovi di Aquileia, restaurato per l'occasione dai Cavalieri Italiani dell'Ordine. Il Corpo Militare impiantò infine l'Ospedale Santa Marta in Roma, (Ospedale Pontificio, messo a disposizione dell'Ordine da Sua Santità Benedetto XV), capace di 350 posti letto e fornì 5.000 prestazioni offrendo agli infermi quanto la scienza poteva consentire. Questa l¹opera del Corpo Militare durante i quattro anni della 1a Guerra Mondiale, al termine della quale,

mostrina ufficiali smom lo Stendardo del Corpo venne decorato con una Croce di Guerra al V.M. e una Croce di Guerra al Merito "per le prove continue di abnegazione, di ardire e di alto senso del dovere sempre e dovunque dimostrate"
Dopo un periodo di tranquillità di oltre venti anni il 10 giugno 1940, scoppiata la 2a Guerra Mondiale, il Corpo Militare mobilita nuovamente i suoi reparti ed interviene ancora a fianco della Sanità Militare. Entrano in servizio tre treni ospedale naturalmente più moderni che effettueranno numerosi e lunghi viaggi, arrivando fino in Germania, in Russia, in Albania e in Croazia e in Francia. Un solo treno ospedale, il IV, riporta dalla Russia ben 24.500 feriti, malati o congelati. Il treno raggiunge varie località a ridosso del fronte russo; in particolare Karkov dove già opera un grande ospedale da campo. In aggiunta vengono allestiti due Ospedali Territoriali: il "Principe di Piemonte" a Roma con 250 posti letto che assicurerà un totale di 188.589 giornate di degenza e il "Principessa di Piemonte" a Napoli con 350 posti letto che assorbirà un totale di 200.000 giornate di degenza. Presso l¹Ospedale "Principe di Piemonte" di Roma viene istituito il Corpo delle Infermiere Volontarie. Viene inoltre data vita, in Roma, alla "Casa Maria Beatrice" che, prima istituzione del genere, raccoglie i bambini non vedenti e grandi mutilati di guerra. Vengono contemporaneamente allestiti sette Posti di Soccorso di notevoli dimensioni che funzioneranno a pieno ritmo nel corso dei bombardamenti, soccorrendo migliaia di feriti. Viene attivato l'Ospedale dell'Ordine di Malta a Roma in un antico Palazzo del Cinquecento. Di notevoli dimensioni, dispone di due sale operatorie e numerosi reparti di degenza. Un Ospedale viene anche aperto in una palazzina all'interno del Quirinale. Durante la guerra si giunge ad avere operativi 19 Ospedali Territoriali tutti serviti dall'ACISMOM sparsi sul territorio nazionale. 
 Molti Ufficiali, Sottufficiali e soldati del Corpo, anche durante la 2a Guerra Mondiale, cadono sotto bombardamenti aerei e tiri d'artiglieria, alcuni vengono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento della Germania, altri muoiono per malattia contratta sui treni o nei posti di Soccorso.
Al termine della guerra inizia l'attività di ricovero e cura dei reduci della prigionia. Per questa esigenza vengono allestiti 18 Ospedali Territoriali con la disponibilità complessiva di 5.485 posti letto, che resteranno in funzione fino al 1961. 

Lo Stendardo dello SMOM, per l'opera prestata e per gli atti di valore compiuti durante la 2a Guerra Mondiale, viene decorato sul campo di un Argento e di un Bronzo al V. M. 
Le vicende di questo corpo come quella di altre armi, saranno trattate anche nei singoli capitoli  per la partecipazione al secondo conflitto mondiale e/o alla Guerra di Liberazione.

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