LA SECONDA GUERRA MONDIALE
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GRANATIERI
Dopo la fine della Grande Guerra si ripristinarono per un certo momento le Brigate Ternarie con l’aggiunta di un Terzo Reggimento Granatieri. La Brigata si era trasformata poi in Divisione di Fanteria Granatieri di Sardegna; e successivamente (1939) il 3° Reggimento viene inviato a Tirana con il nome di 3° Reggimento Granatieri di Sardegna e Albania ripristinando la binaria. Nella Saar, terra contesa tra Francia e Germania, per rendere possibile nel 1935 lo svolgimento di un referendum imparziale, venne stabilita la costituzione di un Corpo militare multinazionale. Questo, che prese il nome di Saarforce, era composto da 3.300 uomini: 1.500 inglesi, 1.300 italiani, 250 svedesi, 250 olandesi, al comando di un generale britannico. Il contingente italiano, comandato dal generale di brigata Sebastiano Visconti Prasca, venne formato da: un Reggimento di Granatieri su due Battaglioni; uno Squadrone del 19° Reggimento Cavalleria Guide (carri veloci appena costituito) e un Battaglione di formazione dell’Arma del Carabinieri. Nella lontana Cina invece nell'estate del 1937 si rese necessaria una maggior presenza di soldati e marinai non soltanto a Tientsin (nostra concessione commerciale) ma anche a Shanghai, Hankow per proteggere il locale consolato italiano e nella stessa capitale cinese. Per tutto l'anno seguente, una forza di almeno 1.200, fra soldati dell'Esercito e della Marina stazionò nelle tre città per difendere l'incolumità e gli interessi dei connazionali che a quel tempo vi risiedevano. Per la precisione, nell'estate del 1937, nella concessione italiana di Tientsin e a Shanghai sbarcarono due distaccamenti facenti parte di un contingente di 764 fra ufficiali e soldati del Battaglione Granatieri di Sardegna, proveniente via nave da Massaua (Eritrea). I soldati italiani andarono ad affiancare il contingenti inglese (di 2.500 uomini) e americano (di 1.400) che già erano presenti a Shanghai. In questa città si trovava un certo numero di civili non cinesi: 308 americani, 971 inglesi, 199 tedeschi, 654 giapponesi, 182 russi e 42 italiani legati alle attività politiche e commerciali. A Pechino invece per salvaguardare l'integrità delle rispettive ambasciate. In Cina intanto la guerra divampava con sempre maggiore violenza. Il 5 settembre del 1939 il contingente venne richiamato in Patria in seguito allo scoppio del secondo conflitto. Sul fronte greco albanese, il mattino del 28 ottobre, agivano 4 divisioni di fanteria (24 battaglioni), 1 alpina (5 battaglioni) 1 corazzata (3 battaglioni bersaglieri, 3 battaglioni carri con 133 carri " L " e 37 carri lanciafiamme) e il Raggruppamento del litorale (2 reggimenti di cavalleria e 1 di granatieri). Nell’Epiro, all'ala destra. il Raggruppamento del Litorale incontrò sin dall'inizio difficoltà logistiche. In virtù di una resistenza greca poco tenace, riuscì a forzare il Kalamas contribuendo alla costituzione di una testa di ponte. Il Raggruppamento del Litorale sfruttò le circostanze e le tre colonne che lo componevano scesero verso Sud lungo le rispettive direttrici di movimento, raggiungendo Igoumenitsa. Ma il 7 novembre, il Comando Superiore Truppe Albania, vista la settorialità di tali avanzamenti, ordinò al 3° Granatieri ed ai due reggimenti di cavalleria Aosta e Milano, che si erano spinti oltre il Kalamas, di ritornare entro la testa di ponte. Per i combattimenti in terra d'Albania il 3° Granatieri è insignito di Medaglia d'oro al V.M. Dal maggio 1941 al novembre 1942 la Divisione assolve compiti di presidio in Jugoslavia nella zona di Lubiana – Kocevje mentre si costituiscono due Battaglioni speciali ( raggruppamento da sbarco) che, dopo le operazioni in Corsica e Sardegna, partecipano con il gruppo di combattimento Friuli alla Guerra di Liberazione. Ai primi di gennaio del 1942, con le nuove truppe ed il nuovo materiale ricevuti dall’Italia, l’Ariete si arricchì del Gruppo Corazzato Nizza Cavalleria, del IV battaglione controcarro Granatieri di Sardegna inviati per completare la grande unità secondo l’ordinamento previsto e, soprattutto, di due gruppi (55° e 56°) di semoventi da 75/18. L'8 settembre 1943, alla proclamazione dell'armistizio, la Divisione, che è alle dipendenze del Corpo d'Armata Motocorazzato, ha le proprie unità schierate nella zona sud di Roma, a protezione delle vie d'accesso alla Capitale ma anche un nucleo in Corsica*vedi sotto). La reazione agli attacchi portati dalle forze tedesche si sviluppa particolarmente a cavallo della via Ostiense ed ha termine solo la sera del 10 settembre 1943 dopo gli scontri di Porta S. Paolo, data sotto la quale la Divisione viene considerata sciolta.
da LE UNITA' GRANATIERI ITALIANE NELLA GUERRA DI
LIBERAZIONE 1943-45 di Andrea Santangelo - ROMA
...Una delle ultime cose che fece lo Stato Maggiore, prima dell'ignominiosa
fuga, fu quella di inviare in rinforzo alla divisione "Granatieri di Sardegna"
il reggimento "Lancieri di Montebello" (attualmente è la componente di
cavalleria blindata della brigata meccanizzata "Granatieri di Sardegna").
L'arrivo delle blindo e dei semoventi di "Montebello" fu accolto con somma gioia
dai granatieri; era accaduto, infatti, che alle prime luci del sole, con un ben
congegnato attacco, i paracadutisti tedeschi si fossero impadroniti
dell'importante caposaldo n° 5, quello della Magliana, ma anche della zona
dell'EUR vicina al Palazzo Universale. Il contrattacco italiano, seppur
imbastito rapidamente, fu condotto egregiamente dal colonnello Giordani,
comandante del reggimento "Lancieri di Montebello", e vale la pena di seguirlo
con attenzione. Vi parteciparono il 1° granatieri, 3 squadroni di "Montebello",
il battaglione Allievi carabinieri e circa 200 guardie della PAI. L'azione
iniziò a svilupparsi dalle ore 7 con l'avanzata del II battaglione granatieri,
appoggiato dai semoventi da 47/32 del 6° squadrone dei lancieri, lungo la via
Ostiense. Subito dopo cominciarono attacchi diversivi condotti da una compagnia
di formazione di granatieri verso Tre Fontane e dal 4° squadrone di
motomitraglieri dei lancieri verso il Padiglione dell'E 42. Il 2° squadrone
autoblindo di "Montebello", invece, andò a rinforzare le unità del III
battaglione granatieri al caposaldo n° 6 sulla Laurentina, in quel momento
ancora sottoposto ad attacco dei parà tedeschi. Le puntate diversive ebbero
effetto ed i tedeschi, per un attimo, si smarrirono, spostando affrettatamente
truppe e permettendo ad unità dei carabinieri, sostenute da 4 blindo AB 41 dei
lancieri, di riconquistare la zona dell'EUR. Nel corso di questa azione,
artiglieri del 13° reggimento, operando da fanti, riconquistarono due cannoni da
75/27 che erano stati perduti nel corso della nottata. L'attacco principale era
stato bloccato, però, all'altezza del cavalcavia ferroviario della via Ostiense
da un robusto sbarramento stradale difeso da mitragliatrici pesanti ed un
cannone controcarro. Rapidamente, furono fatti affluire in zona un plotone di
semoventi da 75/18 ed il battaglione Allievi carabinieri con qualche blindo
della PAI. Il II battaglione granatieri ed il 6° squadrone lancieri, allora,
deviarono verso l'E 42 (ex fiera) per dare tempo alle altre unità di sviluppare
l'attacco e nel contempo distogliere parte dei difensori. L'efficace tiro dei 4
semoventi da 75/18 sconvolse ben presto lo sbarramento tedesco e costrinse i
parà germanici a ritirarsi anche dal cavalcavia ferroviario. Il seguente assalto
degli Allievi carabinieri, per la prima volta in azione, sloggiò dalla zona gli
ultimi parà tedeschi. Le blindo della PAI inseguirono i tedeschi in ritirata ed
alle ore 10 il caposaldo n° 5 era riconquistato… per ora….
Nei primi mesi del 44 si ricostituisce in Sardegna la Divisione Granatieri, per trasformazione del Raggruppamento Granatieri da sbarco di stanza in Corsica. E' costituita da 1° e 2° Reggimento Granatieri, dal 32° e 132° Reggimento Fanteria Carrista, dal 553° e 548° Reggimento Artiglieria (sostituito in luglio dal 507°-ex 7° Reggimento di C.A.), dalla 205^ compagnia mista del genio e da elementi dei servizi. Nella prima decade di agosto i due reggimenti granatieri sono inviati sul continente e passano alle dipendenze della Divisione "Friuli". Con il personale della divisione, sciolta il 31 agosto 1944, vengono formati il 1° e 2° Reggimento Guardie mentre aliquote di personale qualificato sono cedute alla Divisione "Cremona".
In A.O.I. operò la 65a divisione Granatieri di Savoia costituita dal 10° reggimento granatieri con terzo battaglione gli alpini del "Uork Amba" e 11° reggimento con terzo battaglione i bersaglieri (+ una compagnia mortai) |
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Granatieri d'Albania |
Granatieri Savoia |
*. L’armistizio coglie un reparto Granatieri assai numeroso in Corsica: il Raggruppamento Speciale, di cui non conosco consistenza e dotazioni agli ordini del colonnello Alfonso Troisi. Inserito nel "Raggruppamento Sud", si componeva di tre battaglioni granatieri ed un plotone comando e presidiava la zona di Zonza, nei paraggi della quale era situato anche il comando della brigata motocorazzata delle SS "Reichsführer". Subito dopo l'annuncio dell'armistizio il Raggruppamento Speciale granatieri mise subito in allarme le sue unità, ponendosi sulla difensiva. Altro non si poteva fare, vista la disparità numerica e di armamenti con le SS, e per due giorni i granatieri si limitarono a controllare da lontano i movimenti tedeschi (che nel frattempo stavano facendo affluire dalla Sardegna truppe e mezzi della 90° divisione Panzergrenadieren). I contatti coi maquis intanto andavano avanti ed erano gli unici che potevano dar loro notizie dal versante alleato. Il giorno 10 nella zona di Levie, presidiata da una compagnia del II battaglione, vi furono cruenti scontri tra i partigiani corsi e le colonne tedesche in transito. I granatieri stessi intervenuti, lamentano due morti e tredici feriti. Il 13 settembre una colonna motorizzata tedesca tentò di forzare il posto di blocco dei granatieri posto all'entrata di Zonza, ma la decisa reazione degli uomini del I battaglione la respinse; contemporaneamente un plotone mandato in esplorazione verso le linee germaniche, dopo un breve, ma violento scontro a fuoco, catturava 16 SS. Il giorno dopo, il colonnello Troisi guidava personalmente il II battaglione, rinforzato da un plotone di carri L 3/35 e all'attacco del Comando Logistico della "Reichsführer SS" a Quenza. L'operazione ebbe esito brillante, con la cattura di 250 prigionieri ed ingenti quantitativi di materiale. Il contrattacco tedesco non si fece attendere, il mattino del 15 dalla strada di Levie sbucarono un centinaio di SS con 4 carri armati. Dalle posizioni dominanti la strada, la 6° compagnia del II battaglione, grazie a mine ed interruzioni stradali, li fermò per diverse ore, permettendo alla 5° compagnia di venirle in soccorso. Il combattimento andò avanti per tutto il giorno e gli ultimi colpi furono sparati la mattina del giorno successivo. Infine, i tedeschi si ritirarono lamentando diverse perdite. Il 18 settembre giunse in zona operazioni, da Ajaccio dove era aggregato alla 226° divisione costiera, il III battaglione granatieri. Proprio quest'ultima unità il 21 settembre guidò la puntata del "Raggruppamento Sud" verso Portovecchio, che veniva occupata il giorno stesso, consentendo la cattura di alcune decine di tedeschi ed il recupero di preziosi materiali. L'intero ciclo di operazioni era costato la morte di 2 ufficiali e 24 granatieri e circa 60 feriti, ma indubbiamente il reparto si era comportato bene alla prova del fuoco, dimostrando saldezza morale e combattività. La nuova divisione Granatieri nata su questi reparti avrà vita breve nel 44. Da le unita granatieri nella guerra di liberazione http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/Granatieri/granatieri.html |
Le vicende di questo corpo come quella di altre armi, saranno trattate anche nei singoli capitoli per la partecipazione al secondo conflitto mondiale e/o alla Guerra di Liberazione.