LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 


ALPINI

Giuseppe Domenico Perrucchetti il fondatoreAbbiamo lasciato gli alpini alla fine della Grande Guerra con gli stessi  problemi comuni a tutte le armi: il ridimensionamento. Dei 61 battaglioni del 1918 ne veniva sciolti  oltre la metà. Alla fine del 1919 gli 8 reggimenti esistenti ne contavano nelle loro fila 26. Con il primo ordinamento Albricci i reggimenti alpini furono raggruppati in 4 brigate e in seguito in tre divisioni ternarie con la costituzione di un 9° reggimento. Gli alpini, già dalla costituzione, avevano avuto il compito specifico di difesa della frontiera. Col trascorrere del tempo il corpo era stato rafforzato e ogni reggimento aveva una propria zona di frontiera da coprire. Nelle valli i battaglioni dipendenti effettuavano escursioni, esercitazioni, avevano in consegna i rifugi costruiti sulle cime e sui passi e mantenevano in efficienza i sentieri e le mulattiere d’accesso. Il presidio delle frontiere (dei transiti stradali o passi) era affidato in tempo di pace, anche ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza e alla Milizia Confinaria (Mvsn) per la lotta al contrabbando. Negli anni fra il 1930 e il 1934 il concetto di impiego degli alpini mutò: si volle che costituissero una forza offensiva e fossero svincolati dalla difesa del rispettivo tratto di confine e valle relativa. Paolo Caccia Dominioni; 100 anni d'Alpini Sciolta la Milizia Confinaria, che non era altro che un doppione delle forze di polizia,  per il compito specifico di difesa terrestre fu creata la Guardia alla Frontiera (1937) vero e proprio corpo militare, alla quale fu affidata la difesa dei forti  esistenti e delle fortificazioni che si stavano costruendo. Il numero delle divisioni alpine crebbe quindi ulteriormente contandone a fine 1935 ben 5, la Taurinense, la Tridentina, la Julia, la Cuneense e la Pusteria. La mancanza globale di una dottrina di impiego passò anche tra gli Alpini. La guerra in montagna, qualora vi fosse stata, ben difficilmente avrebbe visto operare grandi unità. Per gli alpini come per i bersaglieri in condizioni diverse si prospettava quindi la frammentazione all’uso, allo scopo e al momento. Per l’addestramento, ripassate domani. Con un organico alpino di tale portata si era resa necessaria una scuola che ebbe sede ad Aosta: Scuola militare di Alpinismo, vera e propria Accademia formativa. Fra i primi prodotti della scuola, eccelsa negli sport alpini invernali, i nuclei arditi sciatori sulla falsariga di quelli francesi e finlandesi. Nel 1935 intanto, per la terza volta in meno di 40 anni, gli Alpini tornavano in Africa !!!. Inizialmente il gruppo artiglieria da montagna "Susa" ed il battaglione "Saluzzo"; poi, all'inizio del 1936 la nuova e ultima Divisione Alpina "Pusteria", costituita per l'esigenza con reparti di varie unità: battaglione Pieve di Teco del 1°, Saluzzo del 2°, Exilles del 3°, Intra del 4°, Trento del 6°, Feltre del 7°, gruppi artiglieria da montagna Belluno e Lanzo. L'Amba Aradam, il passo Uarieu, il passo Mecam, Mai Ceu videro le gesta vittoriose dei nostri Alpini. Nel 1937 la "Pusteria" rientrò in Italia dopo aver lasciato sul terreno 250 caduti.  Nell’aprile del 39 la Julia segue le altre forze della campagna Albanese restando a presidio delle montagne greche. Con l’avvicendamento degli uomini dopo un anno e mezzo la Julia era ancora li mentre  in Europa il mondo andava verso la grande catastrofe. 

I MOTTI DEGLI ALPINI-Reggimenti
Nec descendere nec morari
Vigilantes
Altius tendo
In adversa ultra adversa
Mai tardi al quinto
Più salgo più valgo
Ad excelsa tendo
O là o rompi
Ad ardua super Alpes Patria Vocat
11° Fulmineo come l'aquila, forte come il leone   Battaglioni  
Ceva Fedele e zelante Mondovì Regalis custos

Divise del 1906: Il battaglione grigio

Susa A brusa suta la Susa Dronero I l'uma fait pulissia
Saluzzo Droit quoi qui'il soit Exilles O roch o valanga
Pinerolo A la brua Fenestrelle Ardi
Ivrea Tuc un Aosta Ch'a cousta l'on ch'a cousta, viva l'Aousta
Edolo Oltre la meta Morbegno saldi sulle alpi
Cervino Pista Feltre Nec spe nec metu
Trento Audacemente ascendere Tolmezzo Sic nos non nobis
Gemona Mai daur Cividale Fuarce cividat

Il 28 ottobre 1940 arrivò, come sappiamo, l’ordine di passare il confine greco nei monti del Pindo. Comandava la divisione il Gen. Girotti, l’8 Rgt. Il colonnello Dapino,  il 9° l’ex bersagliere Gaetano Tavoni e il Col. Gay l’artiglieria. La stagione, il terreno non permettevano la marcia neanche ai muli. Con 5 giorni di viveri e munizioni si inoltrarono all'intreno del territorio greco fino a quando, quelli che dovevano cedere in due giorni, non contrattaccarono. C’era un ponte che equivaleva alla salvezza di tanti sulla via del ritorno ed era il ponte di Perati. Per 14 giorni gli scontri infuriarono feroci, mentre la terra si colorava di rosso. La Julia aveva perso 1700 uomini e al nemico era andata anche peggio, il gelo era alle porte. La Tridentina in rinforzo raggiunse la Grecia nel momento peggiore della campagna, quando ormai era una questione di vita e di morte. E fu questa che ne raccolse tanti anche di loro. Il 23 novembre era la volta della Pusteria col battaglione Belluno del T.Col Castagna. Dal 6 al 12 dicembre 1940 i greci attaccarono la Julia senza sosta, giorno e notte, sulle abbacinanti catene innevate dove le loro divise risaltavano ancora di più. In Italia le notizie non arrivavano se non frammentate, ma i carabinieri delle stazioni del Friuli e del Trentino, anche se in ritardo, erano sempre fuori coi dispacci dei caduti. Il 9 gennaio, mentre la Julia o quello che ne restava veniva lanciata all’attacco, cadeva il Colonnello Gaetano Tavoni (Medaglia d'Oro). Il 25 gennaio la Julia veniva tolta dal fronte, sostituita dalla Cuneense. Di diecimila uomini ne erano rimasti 1.500.  La Divisione venne ricostituita e fece in tempo ad entrare nuovamente in Linea.  I greci avevano raggiunto il massimo della penetrazione ma non andranno oltre dopo un mese di combattimenti. La Julia aveva lasciato sul terreno nel suo secondo ciclo altri 4.000 uomini fra dispersi morti e feriti, a cui andavano ad aggiungersi 700 silurati in mare. Nell’estate iniziava un’altra guerra, quella di Russia. Non toccava a loro ancora provati, ma l’anno dopo le tradotte iniziarono a caricare il Corpo d’Armata Alpino che Mussolini aveva promesso a Hitler. La Julia, la Tridentina e la Cuneense nel 42 erano di nuovo insieme verso le montagne del Caucaso. Le loro dotazioni non erano cambiate. I congelamenti e gli inceppamenti delle armi, per il freddo, sarebbero di nuovo stati loro compagni di sventura. La sorpresa fu grande quando la loro strada si fermò nelle pianure russe a fianco degli altri soldati italiani, partiti con le scarpe da libera uscita. A loro si contrapponevano russi con Carri Armati che difficilmente avremmo scalfito. Ci si attrezzò per il vestiario, mentre il lungo inverno russo andava a cominciare. La storia di Grecia si ripeteva con lo stesso copione. Alpino 1935I russi avevano lasciato avanzare il nemico e ora, in dicembre nel momento a loro più favorevole, si preparavano ad assestare il colpo di grazia. Si combattè fino a metà gennaio quando ormai divenne evidente che i russi stavano per accerchiare il corpo Alpino, lasciato li immobile, a settentrione dello schieramento, quando tutti gli altri avevano ceduto. La Julia e la Cuneense che dovevano serrare sotto con la Tridentina restarono staccate. La Tridentina apriva quindi da sola la via della ritirata. Prima una poi quello che restava delle altre ritiratesi combattendo si ritrovarono il 26 gennaio a Nikolajewka davanti a una formazione corazzata Russa che come un velo sbarrava la strada di casa. Chi passava aveva una speranza in più di farcela. Dopo 4 giorni raggiunsero la nuova linea di difesa. Da qui con 17 treni tornarono a casa. All’andata ne erano occorsi 200. Di 57.000 alpini ne ritornarono 11.000.  

Le vicende di questo corpo come quella di altre armi, saranno trattate anche nei singoli capitoli  per la partecipazione al secondo conflitto mondiale e/o alla Guerra di Liberazione.  per saperne di più http://lnx.vecio.it/index.php

Medaglie d’oro ai reparti
Divisione Cuneense 1° Rgt. per la campagna di Russia 1942/43
  2° Rgt per la campagna di Russia
Divisione Taurinense Btg.Cervino per la campagna di Russia
Divisione Tridentina 5° Rgt. per la campagna di Grecia 1940/41
  5° Rgt. per la campagna di Russia
  6° Rgt. per la campagna di Russia
Divisione Julia 8° Rgt. per la campagna di Grecia
  8° Rgt. per la campagna di Russia
   9° Rgt. per la campagna di Grecia
   9° Rgt.   per la campagna di Russia

Gli Alpini come i Bersaglieri e la Fanteria costituirono reparti di difesa costiera di solito alimentati con reduci, feriti e anziani richiamati. Di seguito uno schema

Reggimenti Alpini Costieri [da Wikipedia]
I Battaglioni alpini costieri (riuniti, poi, in Reggimenti) furono costituiti durante la seconda guerra mondiale e destinati a presidiare zone costiere le cui caratteristiche orografiche richiedevano pratica di montagna; erano formati con personale delle classi più anziane dei battaglioni complementi. Allo stesso compito furono destinati anche alcuni battaglioni alpini territoriali mobili. Dall'11 luglio 1943 tutti ebbero assegnata denominazione (battaglioni "Monte …") e nappina (dal 1º agosto successivo).
165º Reggimento Alpini
Costituito nel dicembre 1942 dal centro di mobilitazione del 6º Reggimento Alpini; disciolto nel settembre 1943.
Inquadrava:
25º Battaglione "Monte Marmolada" (già XXV btg complementi del 7º Rgt);
26º Battaglione "Monte Canin" (già XXVI btg complementi dell'8º Rgt);
27º Battaglione "Monte Clapier" (già XXVII btg complementi del 1º Rgt );
durante la I G.M. indossava la nappina verde;
513º Battaglione Territoriale Mobile; 424ª Compagnia mortai da 81.

166º Reggimento Alpini
Costituito nel dicembre 1942 dal deposito dell'11º Reggimento Alpini; disciolto nel settembre 1943.
34º Battaglione "Monte Spluga" (già XXXIB btg complementi del 5º Rgt), sulle compagnie 740ª, 741ª e 742ª;
35º Battaglione "Monte Stelvio" (già XXXV btg complementi del 5º Rgt), sulle compagnie 743ª, 744ª e 745ª;
36º Battaglione "Monte Pavione" (già XXXVI btg complementi del 7º Rgt);
38º Battaglione "Monte Arvensi" (già XXXVIII btg complementi dell'8º Rgt).
Il Reggimento era alle dipendenze della 223ª Divisione costiera (4ª Armata).

167º Reggimento Alpini
Costituito nel dicembre 1942 dal deposito del 7º Reggimento Alpini; disciolto nel settembre 1943.
23º Battaglione "Monte Levanna" (già XXIII btg complementi del 4º Rgt);
24º Battaglione "Monte Suello" (già XXIV btg complementi del 6º Rgt);
39º Battaglione "Monte Berico" (già XXXIX btg complementi del 9º Rgt).
Il Reggimento era alle dipendenze della Divisione di Fanteria "Legnano" (4ª Armata).

168º Reggimento Alpini
Costituito nel dicembre 1942 dal centro di mobilitazione dell'8º Reggimento Alpini; disciolto nel settembre 1943.
40º Battaglione "Monte Maiella" (già XL btg complementi del 9º Rgt);
514º bis Battaglione Territoriale Mobile.
Il Reggimento era alle dipendenze della Divisione di Fanteria "Taro".

175º Reggimento Alpini T.M. [territoriali]
Costituito il 26 febbraio 1943 dal deposito del 4º Reggimento Alpini; disciolto il 31 agosto 1944.
519º Battaglione T.M. "Mongioje" (da deposito 1º), sulle compagnie 114ª, 118ª e 119ª (già al Btg "M.Clapier" I G.M.);
520º Battaglione T.M. "Monte Bicocca" (dal deposito del 2º Rgt), sulle compagnie 81ª, 101ª e 123ª, tradizionali del Btg;
521º Battaglione T.M. "Monte Albergian" (dal deposito del 3º Rgt);
inoltre, dopo l'8 settembre 1943,
21º Battaglione "Monte Mercatour" (già XXI btg complementi del 1º Rgt);
22º Battaglione "Monte Granero" (già XXII btg complementi del 3º Rgt) che, unico a rimanere in vita dopo lo scioglimento del Rgt, viene inquadrato nel C.I.L.;
531º Battaglione T.M. "Monte Baldo" (dal deposito del 6º Rgt).

176º Reggimento Alpini T.M.
Costituito il 1º febbraio 1943 dal centro di mobilitazione del 9º Reggimento Alpini; disciolto nell'agosto 1943.
522º Battaglione T.M. "Monte Adamello" (dal deposito del 5º Rgt);
523º Battaglione T.M. "Monte Antelao" (dal deposito del 7º Rgt);
524º Battaglione T.M. "Monte Nero" (dal deposito del 9º Rgt), sopravvive all'8 settembre 1943, per fondersi col "Piemonte" nel 1944
 

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