Buccella Gino Cardelli Torquato Caretti Fedele Carli Giuseppe DeCarli  fratelli
De Gaspari Ercole Ferrari Luigi Franchini Enrico Franzoni Antonino Giulietti Giuseppe
Grifeo Federico Griffini Saverio GrossoCampana A. Lavezzeri Roberto Maifreni Guido
Mancini Giuseppe Merli Severino Negri Pietro E. Pagliari Giacomo Pallavicini di Priola  E.
Pallotti Giacomo Pantanali Emilio Paolini Giuseppe Pecorari Ottone Pergolesi Raffaele
Prato Leopoldo Rismondo Francesco Riva di  Villasanta A. Rolando Francesco Rossi Francesco
Scirè Sebasiano Il capitano nero Vayra Giuseppe Vitali Michele Ori fuori Corpo

Ori fuori corpo

Di Maria Eugenio

di Alleri

 Petralia Sottana1862 - Casera Zebio1916

 

Eugenio Di Maria Nasce a Petralia Sottana di Palermo il 13 gennaio 1862 da Andrea e Serafina Miserendino e muore a Casera Zebio il 27 giugno 1916.
Nobile dei Baroni di Alleri e di Mustimacucco, in quanto discendente da Giulio Di Maria (1779) , completò gli studi medi a Palermo e, conseguita la licenza liceale, entrò alla Scuola Militare di Modena nell'ottobre 1882, uscendone, due anni dopo, Sottotenente destinato al 10° rgt. fanteria. Fu promosso Tenente nel 1887 e da Capitano, nel 1898, passo al 5° rgt. bersaglieri. L'anno seguente ottenne il trasferimento all'8° bersaglieri e nel luglio del 1900 partì per la Cina col I battaglione del Corpo di Spedizione Italiano per la difesa della nostra legazione assediata dai rivoltosi "Boxers". I giorni 2 e 3 novembre, nel combattimento di Kun an Sien, fu decorato di Medaglia d'Argento al V.M. Rimpatriato dopo circa un anno e mezzo di Campagna, passò (1904) al 9° bersaglieri dove, nel 1907, ottenne una Medaglia d'Argento a Valor Civile per l'opera di soccorso prestata ai feriti nello scoppio di un Deposito di esplosivi. Nell'aprile 1911, con la promozione a Maggiore, fu destinato al 6° fanteria, con il quale, al comando di un battaglione, partecipò alla Campagna Italo-Turca-Libica meritandosi una Medaglia di Bronzo al V.M. sul Mergheb, nel febbraio 1912, e la Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia (1913) per i fatti di Sidi Abdul Gelil del 12?. Promosso Tenente Colonnello per merito di guerra nell'aprile 1913, due mesi dopo rimpatriò, assegnato al 10° bersaglieri, col quale fu in Albania dalla fine del 1914 all'aprile 1915, vigilia di guerra. Rimpatriato, assunse il comando del suo vecchio 5° bersaglieri, e un mese dopo, alla vigilia della sua promozione a Colonnello, entrò in guerra sul fronte dell'Isonzo, davanti a Tolmino. Combatté a Santa Maria, Santa Lucia e a Monte Kuk. Quindi, passato l'Isonzo, si portò con i suoi bersaglieri in posizione sul Mrzli e sul Vodil e, ferito a un piede nel combattimento del 21 febbraio 1916, non abbandonò il suo posto. Durante l'offensiva austriaca nel Trentino (Strafexpedition maggio-luglio), contrastò l'avanzata nemica nel settore di Monte Lemerle, sull'Altipiano di Asiago. Assunse quindi, da Colonnello Brigadiere, il comando della valorosa Brigata "Sassari" (22 giugno), e dopo cinque giorni, incalzando il nemico che ormai in ritirata opponeva le ultime resistenze sulle sue posizioni di Monte Zebio - Monte Moscìagh, alla testa dei fanti animati dal suo esempio, nell'assalto alla baionetta sulle pendici di Casera Zebio, cadde fulminato da un colpo di fucile. Alla memoria del valoroso Ufficiale, con moto proprio sovrano del 23/8/1916, venne conferita la Medaglia d'Oro al V.M. dopo l’OMS.
Motivo del conferimento: Primo fra i suoi soldati, incitandoli all’assalto, col grido d’Italia sulle labbra, con la fede della vittoria nel cuore, cadeva fulminato dal piombo nemico, mentre le sue truppe assaltavano alla baionetta le posizioni avversarie. Casera Zebio, 27 giugno 1916.

Dal diario della Brigata Sassari: …. Il 22 maggio 1916 la Sassari inizia il trasferimento nel Trentino: il 151° sostituisce il 161° fanteria (Ivrea) sulla linea di Buso - C. Montagna Nuova, a guardia della Val Franzela, mentre il 152° si disloca con sei compagnie in riserva a Lazzaretto, due a protezione di V. Gadena e le altre quattro restano a presidio del Forte Lisser. Il nemico, nel pomeriggio del 7 e nel mattino dell'8 giugno attacca violentemente la fronte M. Fior - Castelgomberto presidiata dai battaglioni Alpini Morbegno, Argentera e Val Maira, riuscendo a metter piede in alcuni tratti della nostra linea. l contrattacchi lanciati dai reparti alpini, rinforzati da due battaglioni della brigata Sassari, non valgono a ristabilire la situazione; anzi essendo aumentata la pressione nemica s'impone un arretramento che porta la brigata sulla linea Val Miela - M. Spil. Il 16 giugno si iniziano le operazioni per rigettare il nemico dalle posizioni di M. Fior e di Castelgomberto.
A M. Fior, ove è maggiore la reazione austriaca, il 151° coadiuvato dal 112° fanteria (Brigata Piacenza) riesce soltanto a spingere avanti la linea di circa 150 metri: in compenso l'azione svolta dal 152° e dal 111° dà migliore risultato poichè porta all'occupazione della q. 1371 di Castelgomberto. Gli attacchi rinnovati nei giorni successivi contro i due obbiettivi portano il 18 alla conquista, sulla destra, della linea q. 1548 - cocuzzolo sud del Bosco Matta. E’ in questo contesto che il comando della Brigata Sassari viene assegnato il 22 giugno al Colonnello Brigadiere Eugenio di Maria in sostituzione del Col. Francesco Raho. La notte del 25 giugno due disertori bosniaci interrogati dicono che il nemico si sta ritirando in sordina lasciando solo retroguardie per ritardare gli italiani. La situazione è sempre pericolosa perché in questi casi vengono spesso usati cecchini. I dubbi, i sentori degli italiani hanno quindi ora una conferma. Era opportuno spingere avanti pattuglie in avanscoperta per ridurre i costi umani ora evitabili. Il comando degli altipiani diramò soltanto alle 19.30 del 25 il seguente fonogramma con una modifica sostanziale alle 21.30 dove si diceva: “La ritirata del nemico non deve indurci ad imprudenze né a porre in rilievo le buone norme tattiche e disciplinari, non essendo da escludere che l’avversario, anche per proteggere la ritirata, possa eseguire parziali contrattacchi”. Nella notte del 25 le truppe del XXII Corpo erano giunte sull’allineamento monte Longara-Gallio. Ed intanto gli austriaci, indisturbati, potevano compiere una conversione indietro a sinistra, perno il Pasubio, ed attestarsi su di una linea che partendo dal Pasubio e Col Santo (gli austriaci furono respinti fino alla Zugna Torta ed al Pozzacchio; ci fu qualche limitatissimo progresso sulle pendici del Pasubio. Ma l’obiettivo importantissimo del Colsanto non venne raggiunto). passava per Monte Maio, Monte Cimone, Monte Interrotto, Monte Mosciagh, Monte Zebio, Ortigara, Strigno in Val Sugana. Le truppe italiane giunsero a contatto con questa nuova linea solo il 27 ed è in questa data che a Casera Zebio fra i primi cade il Brigadiere Eugenio di Maria.

Il 29 giugno si raggiunge la linea M. Fior - Meletta e M. Longara e sulla nuova linea di resistenza le cose si fanno più difficili per noi. Sul M. Mosciagh convergono gli sforzi nostri il 30 giugno, il l° e 2 luglio; ma le difese nemiche non consentono che venga raggiunto l'obbiettivo. Gli attacchi svolti dai reparti della "Sassari" nel mese di luglio, per quanto accanitamente condotti, non danno favorevoli risultati a causa della reazione dell'avversario e delle sue robuste difese passive. I reparti di fanteria, di alpini, di bersaglieri, di granatieri fecero in quei due mesi del verbo “resistere” il loro piano d’operazioni e l’interpretarono nella forma più attiva, più generosa. Il 2 settembre la "Sassari" è sostituita sulla linea dalla "Piacenza” e si reca per un breve periodo di riposo in Val Ghelpak. Sino a dicembre la "Sassari" alterna i turni di riposo con quelli di prima linea nel settore di Camporovere. Per le prove di audacia, di valore e di fermezza date dai reparti sul Carso nelle operazioni del luglio 1915, e sull' altopiano dei Sette Comuni nel giugno 1916, nelle quali emersero le magnifiche virtù dei fieri Sardi, le bandiere dei reggimenti furono decorate di medaglia d'oro al valor militare.

Le sue ceneri riposano presso la Chiesa di San Domenico a Palermo A sinistra della balaustra stele con la scritta “La sua polvere nel bronzo, la sua gloria nell'urna dei nostri cuori”. La città di Petralia Sottana MCMXXX.

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