Zirn è perduta
R. SHECKLEY

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Dal bollettino traspariva la paura - Qualcuno balla sulle nostre tombe - disse Charleroi. Alzò gli occhi per abbracciare la Terra: - Diventerà un bel mausoleo.
 
-Le vostre parole sono strane - disse lei. - E tuttavia è questo che mi piace in voi.... avvicinatevi, straniero, e spiegatevi.
 
Arretrai ed estrassi la spada dal fodero. Sentii vicino a me un sibilo metallico: Ocpetis Marn aveva estratto anche lui la spada e adesso stavamo schiena contro schiena mentre si avvicinava l'orda Megenth.
- Venderemo cara la pelle, John Westerly - disse Ocpetis Marn col sibilo gutturale caratteristico della razza Mneriana.- Puoi dirlo - ribattei. - E prima che questo giorno sia finito più di una vedova danzerà il Passagekeen.Lui assentì. - E più di un padre desolato celebrerà il sacrificio solitario al Dio dei Deterioramenti.
Sorridemmo per la nostra spavalderia. Eppure non c'era niente da sorridere. I rudi Megenth avanzavano lenti ma implacabili attraverso il tappeto di muschio verde e viola. Impugnavano le loro "raftii", quelle lunghe daghe ricurve a doppia punta che avevano seminato il terrore fin negli angoli più remoti della galassia civilizzata. Noi aspettavamo. La prima lama incrociò la mia. Parai il colpo e vibrai un fendente colpendo in piena gola l'avversario che arretrò barcollando. Mi preparai ad affrontare il prossimo. Mi assalirono in due. Potevo sentire l'aspro respiro di Ocpetis che feriva, uccideva, mutilava. Ma la situazione era disperata.Pensai alle circostanze incredibili che mi avevano fatto finire in quella situazione. Pensai alle città della Pluralità Terrana la cui esistenza dipendeva dall'esito dello scontro inevitabile. Pensai all'autunno a Carcassona, alle pigre mattinate a Saskatoon, alla pioggia color acciaio che cadeva sulle Colline Nere. Tutto questo doveva finire? Certo che no. E tuttavia, perché no?
 
Dicemmo al calcolatore: -Questi sono i fattori. Questa è la nostra situazione. Facci il favore di risolvere il nostro problema, di salvare la nostre vite e quelle di tutta la Terra.
Il calcolatore calcolò, poi disse: - Il problema non può essere risolto.
- Come faremo allora a salvare la Terra dalla distruzione?
Non la salverete - rispose il calcolatore.
Ce ne andammo con l'animo pieno di tristezza. Ma poi Jenkins disse: - Che diavolo... era solo il parere di un calcolatore.
Questo ci risollevò il morale. Alzammo la testa e decidemmo di chiedere altri pareri
 
La zingara scoprì la carta. Era il Giudizio Universale. Ce ne andammo con l'animo pieno di tristezza. Ma poi Myers disse: - Che diavolo... era solo il parere di una zingara.
Questo ci risollevò il morale. Alzammo la testa e decidemmo di chiedere altri pareri.
 
Tu ti dici: "Un vivido fiore di sangue sulla sua fronte". Mi guardi con occhi strani. Devo amarti?
 
Cominciò tutto all'improvviso. Le forze rettili dei Megenth, da tempo sopite, cominciarono ad espandersi grazie al siero dato loro da Charles Engstrom, il telepate pazzo. John Westerly era stato richiamato frettolosamente dalla sua missione su Angoss Il. Westerly ebbe la suprema sventura di materializzarsi all' interno di un cerchio di Forza Nera a causa dell'involontario tradimento di Ocpetis Marn, il suo fedele compagno Mneriano, che, all'insaputa di Westerly, era rimasto intrappolato nella Sala degli Specchi Fluttuanti, la mente dominata dal rinnegato Santhis, capo della Corporazione Entropica. Questa fu la fine di Westerly, e il principio della fine di tutti noi.
 
Il vecchio era intontito. Sfibbiai le cinghie che lo legavano alla sedia di controllo della rivolta e sentii il caratteristico odore dolce-salato del manginee, quell'insidioso narcotico che cresce solo nelle caverne di Ingidor, responsabile del cedimento delle nostre postazioni di guardia lungo la Cinta della Muraglia Stellare.
Lo scossi rudemente gridando: - Preston! Per l'amor della Terra, per Magda, per tutto quello che ti è caro... dimmi che cosa è successo.
I suoi occhi rotearono. La sua bocca si contrasse. Con uno sforzo enorme disse:
Zirn! Zirn è perduta, è perduta, è perduta!
La testa cadde in avanti. La morte gli ricompose i lineamenti.
Zirn perduta! Il mio cervello lavorava furiosamente. Questo voleva dire che il Passo fra le Stelle era aperto, che gli accumulatori negativi non funzionavano più, che i soldati drogati erano stati sopraffatti. Zirn era una ferita da cui sarebbe sgorgato il nostro sangue vitale. Ma esisteva un rimedio?
 
Il Presidente Edgars guardò il telefono celeste. Gli era stato detto di non servirsene mai salvo che in caso estremo, e magari nemmeno allora. Ma certo la situazione attuale giustificava... sollevò il ricevitore.
- Qui centralino del Paradiso. Parla Miss Ofelia.
- Qui Edgars, Presidente della Terra. Devo parlare immediatamente a Dio.
- Dio non è in ufficio in questo momento. Posso esservi utile io?
- Vedete - disse Edgars - mi trovo in una situazione gravissima. Insomma. voglio dire che sembra la fine di tutto.
- Di tutto? - chiese Miss Ofelia.
- Be', non proprio. La distruzione di noi tutti, della Terra, eccetera. Se poteste farlo presente a Dio...
- Dal momento che Dio è onnisciente sono sicura che lo sa.
- D'accordo, ma pensavo che se avessi potuto parlargli di persona...
- Temo che ora non sia possibile. Ma potreste lasciare un messaggio. Dio è molto buono e molto giusto e sono sicura che prenderà in considerazione il vostro problema e agirà divinamente per il meglio. E' meraviglioso, sapete. Io amo Dio.
- Tutti lo amiamo - disse tristemente Edgars.
- C'è altro?
- No. SI! Potrei parlare col signor Joseph J. Edgars, per favore?
- Chi è?
- Mio padre. E' morto dieci anni fa.
- Spiacente, signore, ma non è permesso.
- Potrei almeno sapere se è lassù con voi?
- Spiacente, non abbiamo il permesso di fornire informazioni di questo tipo.
- Be', potreste dirmi almeno se c e "qualcuno" lassù? Cioè, esiste un aldilà? O forse lassù ci siete solo voi e Dio? O magari addirittura solo voi?
- Per informazioni concernenti l'aldilà - disse Miss Ofelia - vogliate aver la cortesia di rivolgervi al più vicino prete, ministro, rabbino, mullah o chiunque altro elencato fra i rappresentanti accreditati presso Dio. Grazie per avere chiamato.
Seguì un dolce scampanio e la comunicazione fu troncata.
Cos'ha detto il Grande Capo? - chiese il Generale Muller.
- Ho potuto parlare solo con la sua segretaria.
- Personalmente non credo in superstizioni come Dio -dichiarò il Generale Muller. -Anche se fossero vere, preferisco non crederci. Vogliamo continuare?
 
Testimonianza del robot che avrebbe potuto essere il dottor Zach:
"La mia vera identità è un mistero per me. Mistero che, date le circostanze, non mi aspetto che venga risolto. Ma ero a Palazzo Jenghik. Ho visto i guerrieri Megenth arrivare a sciami scavalcando le balaustre scarlatte, rovesciare i candelabri, fracassare, uccidere, distruggere. Il Governatore è morto con la spada in mano. Le Guardie Terrane opposero un'ultima strenua resistenza alla Presa Dolorosa, e morirono fino all'ultimo uomo dopo molti colpi dati e ricevuti. Le dame di corte si difesero con pugnali cosi piccoli da sembrare simbolici. Gli invasori ebbero facilmente la meglio e io vidi i grandi incendi consumare le aquile di bronzo della Terra. Gli schiavi erano già fuggiti. Vidi il Palazzo Jenghik, quell'enorme edificio che segnava l'estremo limite di estensione della sovranità terrestre, crollare silenziosamente, dissolvendosi nella polvere da cui era sorto. Compresi allora che tutto era perduto e che il destino della Terra, pianeta di cui mi considero figlio leale, nonostante che (credo) io sia stato fabbricato e non creato, il destino della divina Terra, dicevo, era quello di venire totalmente distrutta, finché non restasse nemmeno l'ombra di un ricordo.
 
- Dicesti a te stesso: "Una stella è esplosa nel suo occhio". Quest'ultimo giorno ti devo amare. Stanotte i rumori sono forti e il cielo è rosso. Ti amo quando volti così la testa. Forse è vero che siamo imprigionati nelle mandibole di ferro della vita e della morte. Ma io preferisco tenere conto solamente di me. Così fuggo davanti all'evidenza, fuggo con te.
- E' la fine, ti amo, è la fine.

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