abrams.jpg (23460 byte) Sabato 15 luglio 1995

 

   Tornano i lager, il mondo guarda

 

   

L'INFERNO BOSNIA

A Srebrenica Mladic annuncia che la pulizia etnica è "completata". Spariti migliaia di deportati. Agghiaccianti testimonianze di violenze e crudeltà. A Tuzla una donna si impicca nel bosco. Sotto lo stivale serbo bosniaco sta per cadere anche Zepa. Bombardata per tutta la giornata anche questa piccola città di montagna popolata da profughi musulmani si prepara a subire la pulizia etnica del generale Ratko Mladic. Altre deportazioni, altre fughe, altri lutti. La Bosnia è come un immenso lager mentre il mondo resta a guardare. Una ragazza di vent'anni, profuga a Tuzla, non ce l'ha fatta. Ieri notte si è impiccata con una coperta di stracci. "C'è una catastrofe umanitaria immane in Bosnia". E Chirac accusa: "Se nessuno si vuole impegnare per Srebrenica, per lo meno difendiamo Gorazde e proteggiamo Sarajevo. Se no, meglio ritirarsi". "Siamo soli", ha detto dopo i no alleati, a partire da Londra. "Fa la voce grossa, ma suona la ritirata", l'interpretazione di "Libération". I britannici non se ne curano e decidono di indire una conferenza internazionale per il 21 luglio. Il monito di Scalfaro. "Non si può stare a guardare, l'Italia non è mai stata a guardare... Quello che avviene nelle enclavi musulmane è di una tragicità, di una miseria umana, di una sofferenza che non può non determinare una grande ribellione". Prima di partire per l'America Latina, il capo dello Stato Scalfaro ha voluto lanciare questo segnale solenne in ore drammatiche per l'Europa: "Pensavamo che i tempi di Hitler e Stalin si fossero chiusi e avessero insegnato molto...". Indetta per il 26 luglio una giornata nazionale per la pace.

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