Dick : un frammento dell'esegesi che riassume la concezione dickiana del reale e di ciò che dietro di esso si nasconde. La domanda è sempre la stessa : ciò che ci sembra reale lo è veramente ? o è solo un sogno da cui ci stiamo per risvegliare ?
Una volta ho avuto un'apparizione: ho impiegato qualche tempo
(cinque giorni) ad assimilare gli oggetti della percezione (noeticamente), e sono poi
tornato alla normale percezione delle apparenze, al "riflesso" della realtà
(Platone, Paolo, etc.).
La mia esperienza dimostra che tutto ciò che vediamo solo come un "riflesso sul
fondo di una pentola di metallo lucidato" è corretto, CHISSA' PERCHE' e che solo la
normale percezione delle apparenza è dubbia. Non vedevo , poi ho visto; infine sono
tornato a non vedere (esattamente come dice Paolo). Perchè non vedevo ? Perchè ho visto
? Perchè poi sono tornato a non vedere ? Vale l'idea di Teilhard secondo cui si
tratterebbe di un passo in avanti dell'evoluzione ? O è un caso di anamnesi, di
reintegrazione di facoltà perdute (Calvino ?) O forse è solo il procedere circolare,
ciclico del tempo ? O ancora il tempo del nastro di Mobius ? (....) ma se è vero che
siamo noi a ingannarci ,perchè ciò succede ? Se invece siamo ingannati da
qualcuno/qualcosa ,chi o che cosa ci inganna ?