Quelli che hanno sofferto comprendono la sofferenza e di
conseguenza tendono la mano. La bufera che squarcia il pregiudizio rende anche fertile.
Benedetta è l'erba e il pascolo e l'albero di spine e luce.
Sulla strada delle guide i lebbrosi si accalcano. passa un autobus. il veicolo è
riservato agli etiopi. alti e belli e non segnati, essi salvano la mostruosa distensione
dei loro lembi.
I lebbrosi hanno pietà dei loro fratelli.
i lebbrosi hanno la lussuria dell'immediato disprezzo, mentre gli etiopi devono
sperimentare l'adorazione, e quindi testimoniare la disintegrazione degli osservatori in
un lento ma definito orrore. gli etiopi sono adorati dai lebbrosi. essi sono magnifici
atleti, santi e stalloni. durante il ritorno ai lebbrosi vengono donati freschi rotoli di
lino, per fasciare e coprire i loro piangenti dolori. spesso uno è presentato con una
corona di foglie lucenti. i lauri da un torneo. un eroe presenta i suoi lauri allo schiavo
del morbo. lo schiavo pone la ghirlanda sulla testa del prescelto e ruzzola via.
Uno parte stasera. era rimasto per un po' nell'unica locanda rimasta, l'hotel preferito.
lì era trattato come un eroe per le sue imprese a maratona. ora le sue gambe sono
inservibili e presto sarà morto. l'autobus rallenta e lui viene issato su. la strana
visione di una malattia irregolare illuminata dalla lampada gialla della strada riempie il
suo cuore di gas. presto il suo cuore si spezzerà, brucerà frà le stelle. sua madre fu
flagellata ed anche sua sorella. ma lui fu benedetto. per quel che li riguarda essi vedono
solo la sua faccia. non è come gli altri. nessuna malattia lo ha toccato solo il destino.
la sua macchina perde il controllo su una macchia d'olio.
l'autobus passa lentamente sulla polverosa strada delle guide. i lebbrosi singhiozzano con
voluttà e salutano alla vista dei poderosi etiopi.
le loro facce radiose, senza segni.
le loro gambe, coperte.