- KIMBERLY
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- Il muro è alto, la capanna è nera, la bambina
tra le mie braccia vestita di stracci e io so che presto il cielo si aprirà e i pianeti
devieranno, sfere di giada precipiteranno e l'esistenza finirà.
- Piccola sorella, il cielo sta cadendo. non
m'importa. non m'importa.
- Piccola sorella, il destino ti sta chiamando.
Ah sono ancora qui in questo vecchio turbine elettrico. Il mare si abbatte sulle mie
ginocchia come fiamme, e io mi sento come una Giovanna d'Arco fuori posto. E la causa è
che tu stai alzando gli occhi su di me.
- Oh bambina, io ricordo quando sei nata. Era
l'alba e la tempesta era entrata nel mio ventre e io rotolai nell'erba e sputai fuori il
gas e accesi un fiammifero e il vuoto divenne un lampo e il cielo si aprì e i pianeti si
scontrarono, sfere di giada precipitarono e l'esistenza finì, finì, fine, fine. Piccola
sorella, il destino ti sta chiamando.
- Io stavo diventando pazza, così pazza che
sapevo che avrei potuto rompere con te. Così con una mano ti scuotevo, con il cuore mi
avvicinavo a te.
- Ah io sapevo che la tua giovinezza serviva per
portare fuoco sul piano mentale. Io corsi lungo i campi, e quando i pipistrelli con le
loro facce venate da bambini apparvero nella capanna e le fiamme in un violento cielo
viola, io caddi in ginocchio e ti strinsi forte a me. La tua anima era come una rete
di saliva, come sfere di vetro che si muovono come freddi torrenti di logica. E io pregai,
quando venne la luce, che qualcosa la spezzasse, qualcosa la spezzasse, qualcosa lo
spezzasse .....
- Le palme precipitarono nel mare.
- Non m'importa molto per quanto sei al sicuro,
Kimberly.
- E io posso contemplare profondamente,
profondamente nei tuoi occhi stellati, piccola.
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