Noi viviamo per molto tempo
nella nostra immaginazione. per il pesce fuor d'acqua é luce e impetuosa alternativa.
pesce fuor d'acqua é chi é vero e agitato e colmo di sangue luminoso. ma per mio padre
l'irrevocabile alieno non c'é posto dove andare, rifiutato dal mondo reale e tradito dal
divino, é immerso in uno stato di atrofia. un trofeo, un premio stazionario. é il
drogato che diviene droga, il sognatore sogno. é il capolavoro esso stesso.
atrofia/trofeo.
Io immagino e sogno. DIO che dorme. mio padre che cerca. DIO si sveglia, lo scova e lo
abbraccia. lì c'é il padre - king-kong e mio padre - il dorato.
Oggi ho passato qualche tempo con mio padre. l'ho guardato, sentito e mi sono aperta con
lui. ho condiviso con lui le sue brame - il suo desiderio per un'unione perfetta. il suo
disappunto per un destino di vagabondaggio lontano dal paradiso. la sua rassegnazione. il
suo soffrire l'agonia di perdere l'appiglio del filo del sognare. il corrompimento finale
del suo sogno piu' intimo con l'invasione da parte dei controllori della realta'.
Cosi' e' e cosi' e' sempre stato. riconosco l'uomo con gli occhiali scuri, di corporatura
media in una camicia marrone, un acrobata, un corridore, un lavoratore industriale e il
marito di mia madre.
Riconosco la torre di babele come un simbolo di penetrazione. il simbolo di un momento in
cui il desiderio degli uomini di essere vicino a DIO fu cosi' intenso che invase i suoi
sogni. riconosco un uomo i cui sogni sono pure stati invasi, e credo sinceramente che non
ci sia nessuno piu' vicino a DIO di mio padre.