"LESSONA" Il vino dei Bersaglieri

Scaramouche o scaramuccia

Vino già famoso nel '600 quando Francesco Auregio chiese denaro e una brenta del migliore vino di Lessona quale compenso per aver scolpito le porte del sacello del santuario di Oropa, il Lessona è prodotto esclusivamente nel territorio del comune omonimo e la tradizionale vocazione vitivinicola della zona è testimoniata anche nello stemma comunale: costituito da un campo bianco, lo stemma riporta cinque ferite di rosso sangue che stanno ad indicare la terra che è "lesa" dal vignaiolo e fa fluire il vino. La bellezza del territorio ha attirato  nel passato nobili a Lessona, famiglie, tra queste la famiglia Sella, tra le fondatrici dell'industria laniera biellese; lo stesso presidente del consiglio Quintino Sella nel 1870 brindò a Roma con il vino del paese di origine per celebrare la Breccia di Porta Pia e per ricordare che il vino di Lessona ha tenuto a battesimo Roma capitale, le bottiglie prodotte nel 1970 uscirono con un nastrino tricolore sul collarino. Il Lessona è ottenuto da uve dei vitigni Nebbiolo (localmente detto Spanna), come afferma Mario Soldati in "Vino al vino" (1969), essendo "vino serio e robusto" è capace di sopportare un invecchiamento di 15-20 anni senza problemi. Il Lessona è scherzosamente definito "vino bersagliere" perché il generale Alessandro Lamarmora, discendente dei conti che in Lessona avevano vigne e casa di vacanza e fondatore del corpo, ne è stato un noto estimatore.

 

Nel 1695 a Parigi era apparsa una biografia romanzata ("Vie de Scaramouche") scritta da Angelo Costantini, noto come Mezzettino, dove si ripercorreva la vita di un famoso comico napoletano, che qui trionfò con la “Troupe Italienne” alla corte del Re Sole. Questi non era altro che Tiberio Fiorilli, vera autentica celebrità per l'epoca come Scaramouche. Jean Baptiste Poquelin, meglio noto come Molière, lo riconobbe come suo ispiratore e maestro della sua arte di commediografo. Questo napoletano figlio d’arte, spirito libero e geniale, rielaborò per la Francia la maschera di Scaramuccia, a cui tolse spada e maschera, chiamandolo col nome francese di Scaramouche. Il personaggio di Scaramuccia deriva dal Capitano (Maschera), sempre incline a scappare. Fiorilli, dopo avergli tolto quanto detto, gli affida una chitarra (non foss’altro per Napoli), mantenendo l’abito nero tipico dei nobili spagnoli. In ogni caso, verso la metà del secolo, accolto l’invito di Mazarino (cardinale), lo troviamo a Parigi, dove riscuote un successo strepitoso e duraturo, nonostante i numerosi ritorni in Italia: il suo Scaramouche dominerà a lungo la vita teatrale della capitale. A partire dal 1658 la Troupe Italienne, entra in diretta concorrenza con la compagnia dell’allievo Molière. che miete successi senza soste mentre Fiorilli si avvia lentamente al declino. Nonostante gli acciacchi e le turbolente vicende personali, non abbandonerà il palcoscenico sino alla vecchiaia, recitando ancora, secondo Costantini, fino all’età di 81 anni. Fiorilli-Scaramouche muore nel 1694. Scaramuccia in un abito leggermente fuori ordinanza Era nato probabilmente nel 1608/9. La più antica raffigurazione risale ai primi del Seicento, ad opera dell'incisore Jaques Callot. In essa compare già nel costume che sarà poi tradizionale, costituito da calzoni attillati fin sotto il ginocchio, un giubbotto molto stretto, un cappellaccio piumato, una maschera con un enorme naso e un fallo di cuoio ostentato beffardamente. Al carattere osceno dell'aspetto corrisponde anche un eguale carattere del personaggio, donnaiolo, millantatore e fracassone, sempre pronto a scappare. Il suo grande successo presso il pubblico francese era dovuto, secondo le testimonianze dell'epoca alla sua notevole abilità espressiva, alle sue doti di acrobata e alla sua comicità, capace di catturare l'attenzione degli spettatori. Fiorilli compariva ora in scena con un costume completamente nero (o rigato), ornato di una gorgiera bianca. Aveva il viso infarinato, su cui spiccavano baffi e sopracciglia nere. 

http://www.enotecaregionaledelpiemonte.com/exweb/it/vinisettimana/vini_sett_lessona.html


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