I BERSAGLIERI E LO SPORT

I Moschettieri di La Marmora

VALENTINO AMMANNATO

 

    
     

  Giovanni Minuzzi, nato nel 1906,  aveva cominciato a tirare di scherma nel 1915 presso il Collegio Nazareno sotto la guida di Candido Sassone, poi dello zio Biagio Cardinale e di Valentino  al Gladium. Minuzzi si era diplomato nel 1930 alla Scuola Militare di Educazione Fisica (Farnesina)  con il maestro Sassone. Conobbe Agesilao e Aurelio Greco, Carlo Pessina e molti altri grandi del tempo. Da sottotenente fu a La Spezia in Artiglieria, poi nella Regia Nave Pisa, allora adibita a scuola e, nel ’34, a Roma, al Genova Cavalleria. Negli anni che precedettero la guerra fu invitato ad insegnare scherma a Mussolini, al figlio Bruno e a Bottai..

  Nato a Sciacca il 23 agosto 1883, partì volontario a sedici anni per essere poi incorporato, allo scoppio del conflitto, nel 20° Reggimento Bersaglieri (ufficiale). Negli anni precedenti la prima guerra mondiale frequentò la scuola magistrale dell'Esercito, da dove uscì insegnante di scherma e ginnastica (pur non entrando a far parte della squadra Olimpica si era classificato in prestigiosi tornei). Nel primo dopo guerra, insieme all'oculista svizzero Prof. Neuschuler, organizzò una serie di accademie schermistiche svoltesi per la maggior parte nel Teatro Argentina di Roma per raccogliere fondi in favore dei ciechi di guerra reduci dal grande conflitto. In tali accademie ebbe modo di mostrare l'eleganza della sua scherma che colpì in particolare il precettore del Principe di Piemonte l'Ammiraglio Bonaldi. Questi lo volle poi nel corpo insegnante del Principe Umberto. In tale periodo ebbe modo di partecipare a diversi tornei schermistici mentre veniva richiesto, come loro giovane aiuto, da maestri più anziani tra i quali Musdaci e dal più famoso Agesilao Greco, noto anche in campo internazionale. A dimostrazione del suo valore schermistico basterà citare un episodio avvenuto nella finale di spada dell'ultimo torneo fra professionisti, svoltosi a Roma nel 1923. Nella finale della spada trovatosi di fronte ad Aldo Nadi, già vincitore nelle altre due armi, lo battè con tre stoccate in pieno petto che la giuria non volle però riconoscere. Il cronista del quotidiano romano "Il Messaggero" che aveva seguito lo svolgimento del torneo, ebbe a intitolare il suo articolo: Ammannato batte Aldo Nadi, la giuria batte Ammannato. Ai tre figli nati dal suo matrimonio impose i nomi dei tre moschettieri di Alessandro Dumas: Athos, Aramis e Porthos. Quando rivestiva il grado di capitano, all'uscita di una legge che dava facoltà di essere posto in aspettativa per riduzioni quadri (A,R,Q.), chiedeva di essere posto in congedo con il grado di Tenente Colonnello. Potè così dedicarsi all'insegnamento privato da dove gli giungevano diverse domande come, ad esempio, quella del più prestigioso circolo della capitale, il circolo Gladium (di cui era Presidente onorario il Duca Amedeo D'Aosta); quella dell'Accademia Navale di Rio de Janeiro dove però potè insegnare per soli due anni a causa delle cattive condizioni di salute della moglie che ne consigliarono il rientro. Fu scelto anche da Silvio D'Amico per insegnare all'Accademia d'arte drammatica appena fondata e da altre istituzioni pubbliche e private come la Confindustria. Moriva il 7 ottobre 1967. Era insignito del titolo di Commendatore della Corona d'Italia e di una Croce di guerra al merito.   
     

Diceva di Valentino Carmelo Bene giovane alle prime armi “Per una ragione o per l’altra, insomma, disertavo le lezioni. Andavo solo a tirare di scherma. […] Mi collaudavo come schermidore, fioretto e spada, il mio maestro era Ammannato, ex nazionale. Mi considerava un talento. […] La danza invece la disertavo”. Allievo di Valentino fu pure il maestro Giovanni Minuzzi (vedi sopra) figura storica della disciplina, alla cui crescita aveva contribuito come atleta e come insegnante.

http://www.maestridischerma.it/mancini.html

  Aldo Nadi (Livorno, 23 aprile 1899 - Los Angeles, USA, 10 novembre 1965) fu uno schermidore italiano, vincitore di 3 ori a squadre alle Olimpiadi del 1920 + un argento nella sciabola dietro al fratello Nedo. Aldo Nadi e il fratello maggiore Nedo furono avviati alla scherma dal padre, maestro d'armi. Nella sua palestra i due ragazzi si allenavano con il fioretto e la sciabola. La spada invece era proibita, perché il padre la riteneva un'arma indisciplinata. Erano quindi costretti ad andare a tirare di spada altrove, di nascosto dal padre. Durante la grande guerra Aldo Nadi prestò servizio come ufficiale di cavalleria. Negli anni trenta Aldo Nadi gareggiò per diverso tempo negli Stati Uniti, dove fu protagonista di spettacolari sfide con un altro maestro italiano, Giorgo Santelli. Attirato dal cinema, si trasferì ad Hollywood agli inizi degli anni Quaranta senza però trovarvi fortuna. Aveva già al suo attivo una partecipazione in un film francese, "Il torneo” del 1928. Nedo Nadi conquistò a soli 12 anni la sua prima gara. Nel 1912 alle Olimpiadi di Stoccolma vinse l'oro individuale nel fiorettoa soli 18 anni. Nel 1920 ad Anversa vinse cinque ori: fioretto e sciabola individuali, fioretto, spada e sciabola a squadra col fratello. Nel 1930 ancora ad Anversa vinse il Mondiale di spada da terreno.  Nedo Nadi morì nel 1940, a soli 46 anni stroncato da un ictus. E'sepolto a Portofino dietro la chiesa di San Giorgio di fronte alla tomba di un altro grande, la medaglia d'oro Luigi Durand de La Penne affondatore nella baia di Alessandria della nave da battaglia inglese Valiant il 19 dicembre 1941.
     

Armis Ammannato con la cagnolina Violetta

Aramis Ammannato con la sua cagnolina e il Dornier caccia notturna alle spalle.

E' insignito del grado di Cavaliere di Gran Croce dell'O.M.E.

Ahtos

Athos AMMANNATO Capitano in s.p.e. A.A. Pilota nato11 Novembre 1911 in Roma- morto il 20 Febbraio 1941 Medaglia Oro al V. M. alla memoria 

 

La Storia della famiglia Ammannato non si chiude qui. I suoi figli, Aramis, Athos e Porthos dopo aver, tutti e tre, frequentato i corsi regolari dell'Accademia Aeronautica, ne escono ufficiali e vengono destinati a diversi reparti di volo. 

Aramis AMMANNATO: Aramis, il secondo in ordine d'età, nasce a Roma il 23 dicembre 1914. Tuttora vivente, è Generale di S.A.r.o. E' stato allievo dei collegi militari di Napoli e Roma e dell'Accademia aeronautica di Caserta.  Destinato ad uno stormo da bombardamento, avanza domanda di partecipare alle operazioni militari in Spagna dove si guadagna due medaglie d'argento ed una di bronzo al V.M. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, trovandosi all'Accademia Aeronautica quale ufficiale di inquadramento del corso Urano B. avanza domanda di trasferimento ad un reparto bellico e viene assegnato nel luglio del 1940 al 41 stormo BT di stanza a Gela (Sicilia) dove raggiunge il fratello maggiore Athos, comandante di una squadriglia. Nell'ottobre del 1940 lo stormo viene destinato ad operare in Africa settentrionale prima alla base aerea di Castel Benito poi a quella di Tmimi (Marmarica) per contrastare la prima offensiva inglese del Nord Africa. Quale capo pattuglia di una formazione di tre apparecchi, dopo l'abbattimento del gregario di destra da parte di un caccia inglese, viene abbattuto a sua volta e costretto ad atterrare con il pieno carico di bombe e senza carrello sull'aeroporto di Tobruk. Finita questa fase di operazione rientra a Roma per la morte del fratello Athos e  viene assegnato con lo stormo all'aeroporto di Poggio Renatico (Ferrara) dove assume il comando della squadriglia lasciato vacante per la morte del fratello Athos. Nell'ottobre del 1941 lo stormo viene destinato all'aeroporto di Treviso dove il personale di volo comincia l'addestramento per il passaggio alla caccia notturna (vedi sotto). Dopo aver frequentato un corso di volo senza visibilità sull'aeroporto di Linate (Milano) ne frequenta un secondo in Germania su apparecchi tedeschi per la caccia notturna D0217GEJ di cui sarà munita soltanto la sua squadriglia. All'albo della decorazioni aggiunge ora un'altro argento e bronzo e una promozione per meriti di guerra. Nel 1945 ha perso la vista in un rastrellamento (bonifica) di ordigni inesplosi all'aeroporto di Frosinone. Nel '49 si è laureato in giurisprudenza all'università di Roma e nel '56 è diventato Vice Presidente nazionale dell'Unione Italiana Ciechi e due anni dopo dell'Istituto nazionale case popolari per i ciechi, fino al '74. Nel '66 è entrato nell'esecutivo dell'Organizzazione mondiale per la promozione sociale dei ciechi e tre anni dopo in quello della Federazione internazionale dei ciechi. Dal '68, anno in cui ha convocato a Brescia il primo convegno dei ciechi di guerra,(AICG) è stato presidente della Biblioteca italiana per ciechi "Regina Margherita" di Monza cui ha ridato notevole impulso. È stato Presidente dell'IKK dall'82 all'85. È stato insignito della Medaglia d'Argento ( 1- 6- 1981) per i benemeriti della cultura nonché delle onorificenze di Cavaliere di gran croce della Repubblica italiana e di Commendatore della Repubblica federale tedesca. E’ pluridecorato 3 Medaglie d'Argento e 2 di bronzo al V.M. 

     

Porthos AMMANNATO: Pilota di aerosiluranti è morto di recente. E' decorato di due medaglie di bronzo al V.M. ha avuto due citazioni in calce al bollettino di guerra. 

A lui è intitolato ora il 41° Stormo Antisom dell’Aeronautica Militare

  Il più anziano dei tre, Athos, fa domanda per essere destinato in un reparto in guerra contro l'Etiopia dove si guadagna una medaglia d'argento ed una di bronzo al valore militare. Passa poi a comandare una squadriglia allo stormo BT di stanza a Gela (Sicilia). Nell'ottobre del 1940 lo stormo viene destinato ad operare in Africa settentrionale dalla base aerea di Castel Benito da dove lo stormo si trasferisce, poco tempo dopo, sull'aeroporto di Tmimi (Marmarica) per contrastare la prima offensiva inglese del Nord Africa.  "Motivazione: Intrepido comandante di squadriglia, baldo combattente di tre guerre, quattro volte decorato al valor militare, volontario per le più aspre ed ardite azioni belliche, aveva portato sempre brillantemente a termine in un’aura di entusiasmo e di fede, tra i rischi più gravi, tutte le missioni affidategli. Sulla via del ritorno da un volo di guerra alturiero(d'altura), compiuto su velivolo terrestre, scompariva nel mare che la sua ala vittoriosa aveva tante volte sorvolato". Cielo del Mediterraneo e della Marmarica, 11 giugno 1940 -20 febbraio 1941.

La realizzazione di questa sezione non sarebbe stata possibile se Vladimiro Senigalliesi dell'Unuci di Monza non avesse pazientemente indagato in Internet per scoprire lo stemma del Leone dormiente e non avesse scoperto Nicola Malizia scrittore  aeronautico http://www.nicolamalizia.it/ 

   
 

Fregi di reparti di volo decorati della Medaglia d'oro nella Seconda Guerra Mondiale

 

     
    LA CACCIA NOTTURNA 1a parte 

  Il 60° Gruppo del 41° Stormo, comandato dal maggiore Mario Curvo, passò il 21 ottobre 1942 dall’aeroporto di Treviso, dove era presente il primi Nucleo Addestramento Intercettori, a Lonate Pozzolo, con la 235ª Squadriglia, al comando del capitano Aramis Ammannato. I Me.110 furono utilizzati esclusivamente per l’addestramento presso la 235ª. Alla data del 15 maggio1943, presso lo Stormo, i bimotori Do.217 GJ-1 (senza radiolocalizzatore), erano sette, mentre quelli della versione J-2 (con radar Lichtenstein a bordo) erano otto………….La tenue luce di una lampada a fondo pista guidava la corsa del velivolo. Il Do.217, nominativo radio Saetta 1, pilotato dal capitano Ammannato e con l’equipaggio formato dal sergente marconista Gino Russo e dal 1° aviere motorista Giovanni Tempo diresse il velivolo verso la zona di Cislago, a sud di Tradate, in attesa degli incursori.
  Dopo il decollo, il bimotore della 235ª Squadriglia, guidato da terra, avvistò un quadrimotore Stirling alla quota di 500 metri. Ammannato si posizionò in coda al bombardiere, ma non appena accennò ad aprire il fuoco con le sole mitragliatrici per una raffica di centraggio, il velivolo inglese con una repentina picchiata, sparì nel buio, nonostante il velivolo italiano tentasse di seguirlo. Volando ad una quota più bassa, dopo circa due minuti il pilota scorse un altro bombardiere , in volo sopra di lui, che si stagliava nel cielo scuro al chiarore della luna piena, anch’esso in volo a 500 metri di quota. Era un quadrimotore Lancaster. La prima raffica di centraggio fece perdere al capitano Ammannato il vantaggio della sorpresa, come nell’attacco precedente. L’equipaggio dei quadrimotore inglese, allarmato dalle traccianti, risponde al fuoco.

  Saetta 1 si disimpegnò con una scivolata d’ala per riposizionarsi immediatamente dal punto dal quale aveva aperto il fuoco e non farsi individuare. Il capitano Ammannato guadagnò quota e si riposizionò in coda al Lancaster. Sparò una seconda raffica e poi una terza con i quattro cannoncini da 20 millimetri e le quattro mitragliatrici da 7,9. Il bombardiere fu colpito. Uno dei motori di destra fu messo fuori uso, l’altro era in fiamme. Il quadrimotore iniziò a perdere quota , poi lentamente, puntò verso terra, precipitando lungo il greto del fiume Ticino, nei pressi di Vigevano. Le urla di gioia dell’equipaggio si confusero con il rombo dei motori del Do.217, lanciato all’inseguimento di altri incursori. La missione si concluse felicemente con l’atterraggio di Saetta 1 a Lonate Pozzolo, nel buio più assoluto. L’avvicinamento era strumentale, guidato prima dai dati forniti dai radiofari di Turbino e di Casorate Sempione e poi dal famoso camion “dovunque”, dotato di stazione radiotrasmittente. In finale, piccole lampadine da 24 volt, poste a bordo pista indirizzavano il velivolo a terra. L’ordine via radio era “venite a dormire”, ma il capitano Ammannato non contento si fece condurre in macchina verso il luogo dove l’avversario era precipitato

"Tu la notte non devi dormire”

  http://www.analisidifesa.it/numero3/caccia.htm  caccia notturna da Analisi Difesa : 
     

CISLAGO 17 LUGLIO 1943

  LA CACCIA NOTTURNA 2a parte  
La nascita della C.N. può essere fatto risalire idealmente al 18 febbraio 1942, quando fu decisa la trasformazione del 41° Stormo da bombardiere a cacciatore notturni. Nel Gennaio del 1942 una commissione italiana composta dal Gen Attilio Biseo (i Sorci Verdi) dal Col. Buffa e Moscatelli si era recata in Germania al XII Flieger Korps. Ne riportò una relazione da cui si auspicava l'adozione degli apparati tedeschi , 5 apparati Freya e 10 del tipo 40L, e circa 20 centrali composte di 1 Freya e 2 "Wurzburg" entro l'ottobre 1942 con l'adozione di nuovi velivoli tedeschi. I nuovi velivoli si dimostrarono poi essere n. 3 Bf 110/C.3, n.12 o 15 Do.217J.1 e J.2, logori, di 2° linea o di addestramento I primi tentativi di C.N. risalgono all’ottobre del 1940 in Libia. Nelle notti chiare ed illuminate dalla luna, i CR-42 operarono con tattiche simili a quelle impiegate di giorno. Coi nuovi apparati le cellule radar guidavano in volo i velivoli fino ad un chilometro dall’incursore. Da quel momento l’intercettore doveva individuare a vista il bersaglio, collimarlo e colpirlo. Dai documenti ufficiali non risulta che alcun velivolo avversario sia stato abbattuto da un caccia della Regia Aeronautica con l’ausilio del radiolocalizzatore di bordo. Nel 1943 il Lichtenstein rate B.C., (Fu.G.202), fu il primo apparato ad essere montato a bordo dei bimotori tedeschi. La frequenza di funzionamento era di 500 Mhz., la portata massima si aggirava intorno agli 8 chilometri, mentre quella minima era di 300 metri. Nonostante mezzi inadatti, i "leoni della notte" riuscirono a far sentire comunque il loro ruggito grazie soprattutto all'abilità dei piloti dal momento che, combattimenti a parte, anche un decollo o un atterraggio alla luce di una semplice fotoelettrica non erano manovre che tutti potevano effettuare con noncuranza. Inquadrati nella 235Sq si conta un unico abbattimento effettuato con un Do217J da Aramis Ammannato senza l'ausilio del radiolocalizzatore ma a “vista” contro luna. I vecchi Cr42 e il Re.2001 (CN ) continuarono ad operare. Un Bristol Beaufighter atterrato intatto in Sicilia nel Gennaio 1942 sarà utilizzato dal 41° stormo per azioni da caccia notturna. 

La realizzazione di questo articolo non sarebbe stata possibile se il Gen. Aramis Ammannato non mi avesse fornito notizie, ormai introvabili, del padre e dei fratelli e se il dott. Italo Frioni, Presidente Nazionale Ciechi di Guerra non avesse facilitato il mio contatto col Gen. S.A.ro Aramis Ammannato. Un ringraziamento particolare quindi a questo Ente dei Ciechi di Guerra che ti risponde "subito" via E-mail quando altri che ci vedono benissimo non considerano proprio le richieste d'informazione. 

     

per saperne di più: http://www.regiamarina.net/others/radar/radar_two_it.htm  radar italiani http://www.aerei-italiani.net/index.htm

 

Maresciallo dei Bersaglieri maestro di scherma

  Altri schermidori importanti, già bersaglieri, sono Sante Ceccherini che entra al collegio militare di Firenze a 15 anni, poi alla Accademia di Modena. Sottotenente nel 1884, entra da questo momento nel corpo dei Bersaglieri, in cui militerà ininterrottamente fino alla Grande Guerra. Valente schermidore, campione italiano, fu promosso Capitano nel 1897 e maggiore nel 1910. Nel frattempo aveva partecipato ai Giochi olimpici di Londra del 1908 in squadra con Pirzio Biroli aggiudicandosi la medaglia d’Argento 

Nel 1925, Pasquale Palmeri tenente dei bersaglieri, nelle gare organizzate dal Corpo d’Armata d’appartenenza conquista la medaglia d’oro ed ai Campionati Nazionali Militari di Cremona si assicura meritatamente il 1° posto nella classifica di Fioretto, spada e sciabola. Ai Campionati siciliani, organizzati dalla Federazione Nazionale guadagna il 3° posto nella finale di sciabola.

Segnalo un'interessante dissertazione contro la punta d'arresto ad opera del Barone Francesco Antonio Piaggia di S. Marina (a dx), Capitano dell'8° Bersaglieri poi T. Col. al 15° morto il 10 agosto 1916 ai Monticelli Rossi.
"[...] una lancia mi sia permesso spezzare contro la recente usanza del bottone marcatore e della punta d'arresto, questa già costumata in tempi andati. Bene è vero che sia l'uno che l'altra han trovato adito pel fatto che non sempre agevole riesce all'occhio più esperto giudicare della validità o meno dei colpi, o perché non sempre chi è toccato sente il colpo ricevuto; son buone ragioni entrambe, non lo nego; ma l'animo mio si ribella al pensiero che l'adozione di tali mezzi possa taluno attribuire al dubbio nella correttezza dell'avversario e quindi per essi veder quasi consacrata la slealtà, depauperando la scherma di quell'aureola che il sentimento cavalleresco le diede in retaggio, e nella cui assenza vorrei decretata la chiusura delle sale d'armi. Ed aggiungo che, a parte il fatto morale, al primo di essi non è da dar molta fiducia sia pel funzionamento del meccanismo sia perché occorre una lama molto più rigida che non sia la nostra; al secondo, che pur partecipa all'inconveniente or ora detto, certamente non invita il senso di civiltà cui la scherma d'oggi devesi inspirare, dappoiché lo spettacolo del sangue disgusta gli animi miti, barbaramente eccita gli altèri sì degli spettatori che degli schermidori, ed offre infine la punta d'arresto a questi ultimi la possibilità d'incorrere in infezioni del sangue." - La Scherma di Ieri e di Oggi (conferenza svolta agli ufficiali del Presidio di Palermo il 14 gennaio 1908) libretto pubblicato

 

La scuola magistrale militare di scherma creata con la legge di ordinamento del R.E.I. e servizi dipendenti dalla amministrazione della guerra, il 14 luglio 1887, venne definitivamente costituita a Roma  con R.D. 3 febbraio 1889 per diffondere nel R. Esercito e nella R. Marina, con uniformità di metodo, l'istruzione della scherma di spada e sciabola.

Il regolamento organico per le scuole militari, approvato con R.D. 26 novembre 1899, stabilì che la durata del corso d'istruzione fosse di tre anni scolastici, al termine dei quali gli allievi idonei per determinate condizioni di abilità professionale e per ottima condotta erano nominati istruttori di scherma.

Per R.D. del 28 dicembre 1904 questa denominazione è stata cambiata in quella di maestro di scherma.

L'ammissione alla scuola non è annuale, ma il ministero la determina quando è necessario

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