I BERSAGLIERI E LO SPORT
Serse, Fausto e gli altri della speranza in bicicletta
I Bersaglieri: Canavesi, Coppini e Sabatini 2a parte e Cottur 3a parte
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Fausto Coppi, nato a Castellania (AL) il 15 settembre 1919, era il quarto dei figli di
Domenico e Angiolina, contadini. Prima erano venuti Maria, Livio, Dina poi lui che era
nato quando il padre era tornato dal Carso con quella gamba un po’ strana
nei movimenti. 4 anni dopo arrivò Serse che sembrava la sua copia
“fisica”. Fausto alla nascita non è un “bambinone”. La guerra aveva lasciato il segno su tutti e lui
con quel suo aspetto "gracilino" ci dovrà vivere tutta la vita. Ma ha dei
numeri e i suoi numeri, anche se non li conosce, sono una capacità polmonare di 6,5 litri e 44
pulsazioni cardiache al minuto a riposo. Non mi fermerò sui suoi trascorsi al
paese e sulle prime corse in quell’angolo di Piemonte, che sembra sorgere
d’improvviso dalla pianura tanto è ripido, ma andare direttamente al 10
giugno del 1940 quando scoppia la guerra, per tutti anche per i campioni.
Lui è o non è un campione ?!, Dovrebbe esserlo: ha steso Bartali al giro. Dopo
la tappa Firenze-Modena prende la maglia rosa e la tiene fino a Milano
dove si arriva il 9, vigilia di guerra. Primo Gorini preso in Sicilia nell’estate del 43, racconta “Sono accanto a un uomo in crisi malarica. Trema come una foglia, sdraiato su una branda da campo e tormentato dalla malaria". Quell' uomo è Coppi. È l'agosto del '44. «Lo vedevamo tremare tutto, tremava come una foglia lì a due passi da noi, la notte gli davano pastiglie gialle di chinino. Tremava e parlava poco». da archivio storico Corriere della Sera. |
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Serse Coppi, nasce a Castellania (AL) il 19 marzo 1923, ultimo della famiglia Coppi. Serse vive le prime gare del fratello quando ha ancora 13 anni. Lo ha visto crescere dalla sua prima gara del ’37 alla sua prima vittoria l’anno dopo. La famiglia è impegnata nei duri lavori di campagna e per i fratelli Coppi, una alternativa anche sportiva era un sogno. La vicina Novi era stata la patria di Costante Girardengo il vincitore di 2 Giri d'Italia (32 vittorie di tappa) 6 Milano-Sanremo, 9 campionati italiani e 3 Giri di Lombardia. La morte del padre la guerra segnano per entrambi uno stop imprevisto e pieno di incognite. Serse buon corridore, buone gambe come diceva l’orbo veggente” di Novi, Biagio Cavanna, è di una classe militare che non vede la guerra tradizionale, ma quella delle due parti. Viene arruolato nei Bersaglieri prima del 25 luglio ma non si conoscono destinazioni e vita. Probabilmente al Nord , come probabilmente lasciato decantare in qualche compagnia deposito reggimentale come campioncino emergente in nome del Grande Coppi che la “patria” non aveva potuto esimersi d’utilizzare. Sappiamo che pure lui si iscrisse alla SS Lazio(a fine guerra) fino all’anno successivo quando passò fra i professionisti. Vince la Milano-Varzi, si piazza nella Milano-Torino, nel circuito di Genova e poi ancora al Campionato di Zurigo e nella Coppa Bernocchi. Anche nelle gare a tappa Serse ottiene ottimi piazzamenti. Bene nel Giro d’Italia e nel Giro D’Emilia. Nel 1947 proprio al Giro a seguito d’una grave caduta si frattura una gamba. |
Coppi guarì ma il suo destino era segnato per eventuali ricadute. A questo aggiungerà anche in
carriera 15 incidenti con molte fratture, la più grave delle quali lo tiene
lontano dalle due ruote per un anno. Tutti i compagni di sventura lo
sostenevano nella speranza che potesse
ritornare a gareggiare nonostante i suoi 25 anni, la malaria e la
prestanza persa. Coi buoni uffici di qualcuno a fine anno viene spostato in
Italia, a Caserta, al campo della R.A.F. al seguito di un ufficiale alleato Giancarlo Governi : da “Il grande Airone” Nuova Eri- … A raccogliere l’appello di Gino Palumbo (giornalista che a sua volta l’ha raccolto da Umberto Busani calciatore del Napoli) è anche un artigiano della bicicletta, un certo Nulli di Roma che si precipita a Caserta con bicicletta, ricambi e tanto di maglia con la scritta ‘Nulli’. Ed anche un assegno per sostenere le spese. In cambio vuole soltanto che il grande Coppi vada in giro con la sua bicicletta, si alleni per quanto gli è consentito. Il tenente Towel non capisce tutto il rumore che si sta facendo attorno a questo prigioniero «Io non posso mandarti a casa» gli dice, «e poi non potresti andarci, però cercherò di darti qualche permesso per allenarti. Non voglio che un giorno si dica che ho privato l’Italia di un campione così celebrato come te». Fausto con la sua tuta da prigioniero di guerra sta sbrigando alcune faccende nel magazzino del comando alleato di Caserta. Towel gli consente di uscire in bicicletta per allenarsi per qualche ora, ma nel pomeriggio deve assicurare la sua presenza al comando e lavorare come tutti gli altri. E’ Busani che un giorno lo viene a prelevare. «Indovina che è arrivato?». Fausto lascia tutto e si mette a correre verso il cortile del comando, alla cieca, perché intuisce che ad attenderlo c’è sicuramente qualcosa di speciale. Sul camioncino, vestiti da corridori, con tanto di bicicletta da corsa, ci sono quattro uomini. Fausto si blocca, cerca di mettere a fuoco i loro volti ed il primo che riconosce è Gino, il grande Bartali, il Capitano. Gli altri sono Leoni, Ricci e Volpi. Gino si butta giù dal camion e i due si lasciano andare in un abbraccio forte, come quel giorno a Milano, alla fine del Giro d’Italia. «Siamo venuti a prenderti, ce l’hai una bicicletta?» dice Gino. «Magari potessi venire, la bicicletta ce l’ho ma sono sempre un prigioniero, lo vedi cosa ci ho scritto sulla schiena?», e si gira per far leggere ‘WP’. Ma Busani ha chiamato Towel e gli ha detto che il grande Bartali è venuto a prendere il grande Coppi per portarlo a correre con lui ed aspettano il suo permesso. Towel ha qualche perplessità, questi italiani non si prenderanno gioco di me, pensa, Bartali... Coppi ma chi li conosce, eppure davanti al comando si è formata una vera folla che vuole vederli, vuole toccarli. Ma sì, che vada pure il prigioniero di guerra Coppi, però fra cinque giorni lo voglio qui. Intesi? «Dove si va?» chiede Fausto. «Che domande fai» risponde Gino, «siamo vestiti in questa maniera, noi con la scritta Legnano, te con la scritta Nulli, abbiamo con noi le biciclette, secondo te dove possiamo andare..?..». |
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Ci
vorranno ben due anni prima che Serse torni in piena forma. Ma è proprio
il suo attaccamento al fratello che condiziona i suoi risultati.
E’ sempre pronto a tirare tanto che rimedia una "vigliaccata" di Dino Buzzati in una fase di calma agonistica dei "grandi" al giro del '49. " Serse Coppi, fratello di Fausto, terzo nella tappa volante di Chiavari. E’ la prima volta che in questo Giro il suo nome sale sia pure modestamente agli onori della cronaca. (...) Chi non conosce questa singolare e per certi versi patetica controfigura del grande campione, un sosia che ha la sua stessa faccia, sangue e nome, ma di lui, sportivamente, può quasi sembrare un’ironica contraffaazione? Chi ignora l’attaccamento esemplare dei due fratelli, non compromesso in alcun modo dall’enorme dislivello? Serse non solo non conosce l’invidia ma esulta per le vittorie di Fausto più di lui: Fausto non può far a meno di Serse e gli pare d’essere sperduto se non sa che dietro a lui, nel gruppo dei ritardatari, Serse arranca fedelmente. I tecnici dicono che Serse, pur non mancando di qualità, è l’unico ciclista al mondo che non sappia andare in bicicletta". !! |
Coppi torna
finalmente a casa. Di corse e società neanche a parlarne. Il Nord è messo
male: la prima iscrizione gliela offre sempre il solito romano Nulli nella
- S.S. Lazio Ciclismo-. Era l'unica società che aveva già un minimo di
organizzazione ed era in grado di poterlo iscrivere. La società gli fornì,
non senza fatica, anche le biciclette gommate e gli consentì di allenarsi
e di avere dei gregari tra cui il forte Romano Pontisso. Anche il fratello
Serse si affiliò alla Lazio e insieme parteciparono ad alcune gare nella
regione e in quelle limitrofe e sei furono le vittorie di Fausto con la
maglia della Lazio. L'8 giugno 1945 corre e vince la Coppa Salvioni in
volata a due, mentre il 29 giugno vince la Coppa Candelotti con 26" di
vantaggio. Nel 1946, con l'Italia liberata e in parte ripulita dalle
macerie, Fausto potè tornare
al Nord e fu ingaggiato dalla Bianchi. Riprendevano anche se ridotte le
grandi corse a tappe e alcune classiche. Altrettanto non si poteva dire
del Nord Europa e della Francia sempre Governi: BIAGIO CAVANNA - Post Tour 1951:«Biagio», gli aveva detto, «sono sempre il Campionissimo o il mio ciclo è finito, dimmelo sinceramente perché io non sono abituato a perdere». «Sdraiati qui» gli aveva risposto Cavanna, «ché ora te lo dico». Ed aveva preso a manipolarlo muscolo per muscolo, osso per osso, tendine per tendine, con il volto impassibile che non lasciava trapelare nulla, neppure attraverso una leggera smorfia, un impercettibile sorriso. Mormorava soltanto fra sé delle parole incomprensibili, come se volesse immagazzinare dei dati che poi avrebbe elaborato e sintetizzato in una sentenza. Le prime volte Fausto credeva che volesse dirgli qualcosa ma se glielo chiedeva rispondeva immancabilmente «zitto tu, non sono affari tuoi». .. Ora Fausto è disteso e sereno, si fida della perizia di Cavanna che non sbaglia mai, non gli aveva forse predetto la grande annata del ‘49, non gli aveva predetto che sarebbe diventato il più grande quando era ancora ragazzo e lui non sapeva neppure se sarebbe riuscito a diventare professionista, a fare della bicicletta il suo lavoro? «Come te ne nasce uno ogni cento anni» gli aveva detto, e poi aveva aggiunto «e prima di te non era mai nato». Fausto si era alzato dal lettino stupito e Cavanna gli aveva puntato davanti l’indice come una minaccia, «ma stai attento, perché dipende solo da te, dalla tua forza di volontà, dai sacrifici che saprai fare. Perché senza sacrifici, nisba, non si fa neppure un corridore modesto, figuriamoci un campione». |
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LA
MORTE DI SERSE Per Fausto la stagione del ‘50 s’era chiusa male. Nella tappa Vicenza-Bolzano (del giro dell’anno santo), sulle scale di Primolano viene urtato da Peverelli che non ci vede da un occhio e non si accorge di averlo a fianco. Fausto si frattura il bacino e per lui la stagione è chiusa. Nell’inverno riprende la preparazione e solo per dovere di campanilismo si presenta al via al Giro del Piemonte anteprima del Tour. Non è andato bene al Giro e non può che sperare per il Tour. Era il 29 giugno '51, il Tour si correva a squadre nazionali da diversi anni (e per diversi anni ancora a seguire) e quella gara serviva da messa a punto per il selezionatore che era Binda. Si pedala in casa Bianchi senza particolari obiettivi e Serse vorrebbe spingere per una fuga, tanto per vivacizzare la corsa. Lo chiede come fa sempre al fratello: Fausto però non ha voglia di bagarre, debbono attraversare Torino poi entrare al motovelodromo. Le città sono pericolose per le rotaie dei tram e gli ingressi al velodromo stretti come la pista. Ci si accalca e si rischia di farsi del male e Fausto non ne ha bisogno neanche per sostenere il fratello (si era già rotto qui una clavicola in passato). E Serse puntualmente cade all'ingresso in corso Casale finendo rovinosamente sul cordolo del marciapiede. Sembrava una cosa da niente a tal punto che Serse risalì in sella e concluse la corsa, vinta da Bartali. In bicicletta andò verso l'albergo della Bianchi, per far la doccia e cambiarsi. Fausto si attarda per stringere la mano all’eterno nemico e quando arriva in albergo lo chiamano trafelati nella camera del fratello che si è sentito male. Il prof. Dogliotti arrivato in poco tempo toglie ogni speranza. Si fosse messo subito in testa il ghiaccio: invece ha fatto una doccia calda. Lo ricoverano d'urgenza ma non tentano neppure l'operazione. Serse morì in serata.. “Aveva ragione la mamma, non dovevamo correre” con queste parole Fausto decise di smettere di correre. Si rinfaccia di non averlo lasciato andare. Arrivò poi Bartali che aveva perso anche lui un fratello e lo convinse a rientrare. Il tour non andò bene e dopo il '50 anche il ’51 entrò nei due anni più neri del campionissimo (dopo quelli della guerra). |
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Romeo Venturelli |
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«Perché queste ossa fragili» aveva
chiesto un'altra volta a Cavanna «perché gli altri cadono e si rialzano ed io
invece mi fratturo sempre. E poi che fratture! Penso di essere l’unico
corridore che si è fratturato il bacino...». «E il prezzo che paghi alla
tua fortuna» gli aveva risposto Cavanna, «le tue ossa sono fragili perché
sono leggere come quelle degli uccelli che devono volare...». Fausto lo
aveva guardato incredulo e Cavanna aveva aggiunto «perché, sul Pordoi,
sull’Izoard, quando hai deciso di andartene è stato come se avessi deciso
di spiccare il volo. Altrimenti perché riusciresti a staccare dalla tua
ruota tutti i grandi scalatori, come Bartali, che è più piccolo e più
leggero di te?». «Se lo vorrai, avrai un’altra annata come il ‘49», il cieco ha rotto improvvisamente il silenzio, «forse anche più grande, ma stai attento, però» gli aveva puntato ancora contro l’indice, «devi volerlo con forza, perché il tuo fisico è stato molto provato dagli infortuni e il tuo morale è a terra. Dipende tutto da te...». «Io più che alienarmi con scrupolo, come ho sempre fatto, non posso fare» risponde Fausto. Cavanna gli prende la testa fra le mani, «il tuo problema è qui, Fausto, non nei tuoi muscoli o nei tuoi organi, è qua dentro che devi convincerti che sei sempre il più forte, più di prima.. .e per molti anni ancora». «Mi chiameranno l’Intramontabile come Gino?», scherza Fausto ma Cavanna lo prende sul serio “come Gino no, perché lui ha una fibra più forte, e poi ha carattere, il tuo fisico si logorerà prima del suo, però hai ancora diversi anni. Sfruttali bene. Pensa solo al ciclismo”. “Pensa solo al ciclismo”, Fausto ripete mentalmente le parole di Cavanna. «Biagio, ti devo confessare che qualche volta mi sembra di essere condannato, come se la mia vita fosse segnata da un destino che gioca con me, che da una parte mi concede in gloria e dall’altra mi toglie in felicità». |
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Faccio un salto avanti di 15 anni per
andare agli ultimi giorni di Fausto Coppi
Racconta
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Romeo Venturelli- "In dicembre Fausto va in Africa. Quando
torna a Milano, passo a prenderlo all’Hotel Andreola e lo riporto a casa
sulla mia 1100 (lo aveva chiamato lui «Sono
all’hotel Andreola, ti dispiacerebbe venirmi a prendere e portarmi con la
tua macchina a Novi. Non riesco a mettermi in contatto con Giulia, a casa
non risponde nessuno») Coppi (di solito) non faceva che
ripetermi di andare piano: quel giorno, niente. Sta già male. Entriamo
nella villa, mi chiede di fermarmi a cena: dobbiamo parlare della prossima
stagione. Ma la Dama Bianca lo tratta male, lo rimprovera di essersi
ammalato, chissà come. Soffro per Coppi. Dopo il primo, chiedo scusa, mi
alzo (da tavola) e me ne vado. Non lo rivedrò più". |
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.segue.... Una settimana dopo nella
corsa Genova-Roma staccò tutti nella tappa di Reggio Emilia. Andò al
Giro di Romandia e nella prima tappa, la più difficile con arrivo in salita a
Montana, staccò di nuovo tutti.
Infine
il Giro e nella 2a tappa a di Sorrento (22 km a cronometro) di nuovo una
lezione a gente come Anquetil, Baldini e Carlesi fino ad indossare la
maglia rosa. Fu una notte di baldoria. Era capace di bersi bibite
ghiacciate e mangiare come un pazzo furioso e scommettere su chi resisteva di
più a tavola. Il giorno dopo si ritirava e la maglia passava sulle spalle
di Anquetil in una tappa vinta da Poblet a Campobasso. Venturelli svuotato
dalla sua vita folle abbandonò il Giro. Piazzamenti al Lugano, al
Lombardia e Forlì e la vittoria al Baracchi a fine stagione con l'imolese
Diego Ronchini.
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TOUR DE FRANCE
1938
Gino Bartali
+ GPM 1939 Bartali e tutti i ciclisti italiani per ordine del Duce
non
possono andare al Tour vinto poi da Maes
Milano Sanremo |
VITTORIE DI FAUSTO COPPI IN CARRIERA |
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http://www.memoire-du-cyclisme.net/palmares/coppi_fausto.php |
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http://www.dailypeloton.com/displayarticle.asp?pk=2679 piazzamenti |
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Anno |
GIRO D'ITALIA | TOUR DE FRANCE | ALTRE GARE E DISTACCHI INFLITTI | ||
1939 |
indipendente | 1Coppa città di Pavia distacco 5'.02", Coppa Contessa Carnevali lerici 15", Circuito di Susa 4'.02", Giro del Casentino 5'.45", Coppa Canepa Bolzaneto 3'.30", Premio di Varese 6'.42", Circuito del Penice 6'.33", | |||
1940 (Legnano) |
1- tappa Firenze Modena 3'.45" e 1° in classifica finale Giro d’Italia 2'.40" |
Zurigo: inseguimento Oerlikon |
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1941 |
Giro di Toscana 3.01, Giro del Veneto 1.15, Giro dell’Emilia 10", Tre Valli Varesine 3.07, Giro della Provincia di Milano a cronometro a coppia 2.19 (con Ricci) | ||||
1942 (B) |
(B legenda = sq. Bianchi) | 21 giugno Campionato Italiano, 7 novembre primato dell'ora 45,87 km/h | |||
1945 |
** Soc. Sportiva Lazio |
5 vittorie**: Coppa Salvioni, Coppa Candelotti 26", Circuiti degli assi di Milano 1.45, Circuito di Lugano 34", Ospedaletti 1.00 | |||
1946 (B) |
3 tappe Giro d’Italia Prato-Bologna, Udine-Auronzo, Auronzo-Bassano -2° in classifica finale | Milano-Sanremo 14.00, Giro di Romagna, , GP Nazioni a cronometro 1.50, Giro di Lombardia 40", circuiti del Trocadero 2.14, Lugano | |||
1947 (B) |
3 tappe e 1° in classifica finale Giro d’Italia 1.43 Reggio Emilia-Prato, Roma-Napoli, Pieve di Cadore-Trento 4.24 | Giro di Romagna, 1tappa Giro di Svizzera 6.22, Giro del Veneto 8.00, GP delle Nazioni 8.14, Attraverso Losanna 22", Giro dell’Emilia 10.45, Giro di Lombardia 5.24, Campionato Italiano | |||
1948 (B) |
2 tappe Giro d’Italia Auronzo-Cortina 3.12, Cortina-Trento 2.51 e 1° in Gpm | Milano-Sanremo 5.17, Circuito di Padova, Tre Valli Varesine, Giro dell’Emilia 40", Giro di Lombardia 4.40, criterium di Albenga e di Busto A | |||
1949 (B) |
3 tappe e 1° in classifica finale Giro d’Italia 23.47 Cosenza-Salerno, Bassano-Bolzano 6.58, Cuneo-Pinerolo 11.52 | 3 tappe e 1° in classifica finale Tour de France 10.55, Les Sables-la Rochelle 1.32, Briancon-Aosta 4.55, Colmar-Nancy 7.02 | Milano-Sanremo 4.17, Giro di Romagna 3.50, , , Circuito di Genova 15", Giro del Veneto 4.20, Giro di Lombardia 2.52, Campionato Italiano, criterium La Louviere, Trofeo Desgrange Colombo | ||
1938 -
Giuseppe Olmo Giordano Cottur Il Bersagliere di Trieste
(Trieste, 24/5/1914 – 8/3/2006) L'uomo dei piazzamenti, 3 volte terzo al Giro ed altre più staccato anche al Tour, entrò nella storia della Corsa Rosa per la "vittoria" della tappa di Trieste nel 1947. Quell'anno il Giro faceva, doveva far tappa a Trieste, città contesa da Tito. I ciclisti |
Anno |
GIRO D'ITALIA | TOUR DE FRANCE | ALTRE GARE | |
1950 (B) |
Giro della provincia di Reggio Calabria 4.40, Parigi-Roubaix 2.45, 1tappa GP ciclomotoristico Trieste, Freccia Vallone 6.05, circuito di Genova dietro motori 3", Napoli Latina della Roma Napoli Roma | ||||
1951 (B) |
2 tappe Giro d’Italia Perugia -Terni 1.07, Cortina-Bolzano | 1 tappa Tour de France Gap-Briancon 3.49 | GP Vannini Lugano 2.00, criterium Brasschaet, Besancon, Circuito di Torino, GP industria Besancon, Circuito Le sables d'Olonne | ||
1952 (B) |
3 tappe e 1° in classifica finale Giro d’Italia 9.18, Roma-Rocca di Papa 32", Venezia-Bolzano 5.20, Erba-Como 15" | 5 tappe e 1° in classifica finale Tour de France 28.17, Metz-Nancy 1.34, Losanna-Alpe d’Huez 1.20, Bourg d’Oisans-Sestriere 7.20, Bagneres de Bigorre-Pau 4”, Limoges-Puy de Dome 10” | GP Vannini 3.47, 2tappe e classifica finale GP del Mediterraneo 6.32, Napoli-Foggia e Foggia-Bari a squadre e Catania-Siracusa, circuiti di Vallorbe, Tarascona 2.20, Auch | ||
1953 (B) |
3 tappe e 1° in classifica finale Giro d’Italia 1.29, S. Benedetto del T.-Roccaraso, Autodromo di Modena a squadre, Auronzo-Bolzano, Bolzano-Bormio 2.18 | Campionato del Mondo 6.16, Trofeo Baracchi 5.44, criterium di Savona, Borgosesia, Firminy, Tortona, Adria, Biella, Montagnana, Castel S.Giovanni, Napoli, Ferrara, Casale Monferrato, Monedieres, Modena | |||
vennero accolti alla periferia della città da un |
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folto gruppo di contestatori che lanciarono pietre sul gruppo. Gli organizzatori decisero per l'annullamento della tappa, ma alcune pressioni politiche spinsero a mantenere l'arrivo a Trieste. Si decise allora di far arrivare una delegazione di ciclisti con in testa proprio Cottur, che per primo tagliò il traguardo. segue 3a parte
Dio del ciel, se fossi
una colomba,! vorrei volar laggiù,
Nilla Pizzi (Festival di Sanremo - Vola colomba) |
Anno |
GIRO D'ITALIA | TOUR DE FRANCE | ALTRE GARE | |
1954 (B) |
2 tappe Giro d’Italia S. Martino Castrozza-Bolzano 1.52, Circuito Palermo a squadre 4.17, e 1° in Gpm | 1 tappa Parigi-Nizza, Giro di Campania, 3 tappe GP ciclomotoristico Roma-Napoli-Roma, 2tappe Giro di Svizzera Winthertur-Davos 36”, Lecco-Lugano 5.05, Coppa Bernocchi 2.14, Giro di Lombardia , Trofeo Baracchi 1.26, circuiti di Cagliari, Stradella, Casale Monferrato, Broni, Città di Castello, Napoli, Albano L. | |||
1955 (B) |
2° in classifica finale al giro d'Italia | Giro di Campania 4.46, 1tappa GP ciclomotoristico, 1tappa Giro d’Italia Trento-S.Pellegrino T., Giro dell’Appennino 2.03, Tre Valli Varesine 2.45, Trofeo Baracchi 1.35, Campionato Italiano, circuiti di Cagliari, Almiers, Rimini, Napoli, Titano 2.01, Van Couthem 10”, Criterium degli assi Bruxelles dietro motori | |||
1956 |
(Squadra Carpano-Coppi) | GP Campari 18", circuito Namur, Criterium Verbania | |||
1957 |
(Squadra Carpano-Coppi) | Trofeo Baracchi in coppia con Baldini, Criterium Piombino e Santhià | |||
1958 |
Circuito di Calvisano, Criteriun Aosta, GP Vespa Versailles | ||||
1959 |
Circuito Toledo, Criterium Lanciano | ||||
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VINCITORI DEL GIRO D’ITALIA DAL 1936 AL 1953 | |||||
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primo secondo terzo legenda m = Gran Premio della Montagna (GPM) | ||||
1936 Gino Bartali*m Giuseppe Olmo
Severino Canavesi 1937 Gino Bartali m Giovanni Valetti Enrico Mollo 1938 Giovanni Valetti m Ezio Cecchi Severino Canavesi 1939 Giovanni Valetti Gino Bartali m Mario Vicini 1940 Fausto Coppi Enrico Mollo Giordano Cottur 1946** Gino Bartali m Fausto Coppi Vito Ortelli 1947** Fausto Coppi Gino Bartali m Giulio Bresci 1948 Fiorenzo Magni Ezio Cecchi Giordano Cottur 1949 Fausto Coppi m Gino Bartali Giordano Cottur 1950 Hugo Koblet m Gino Bartali Alfredo Martini 1951 Fiorenzo Magni Rik Van Steenbergen Ferdy Kubler 1952 Fausto Coppi Fiorenzo Magni Ferdy Kubler 1953 Fausto Coppi** Hugo Koblet Pasquale Fornara * Bartali vince il GPM anche nel '35 e nel '40 - ** Coppi vince il GPM anche nel '48 e nel '54 |
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. ** Il Giro d'Italia del 1946, il primo dopo la fine della guerra, si svolse in 17 tappe dal 15 giugno al 7 luglio, per un percorso totale di 3 039,5 km. facilitato dal fatto che il Tour de France non si faceva ma comunque corso per evitare il referendum istituzionale del 2 giugno: quello del 47 in 20 tappe dal 24 maggio al 15 giugno, per un percorso totale di 3 843 km. permise ai nostri, pochi, di partecipare al Tour. Vedi alla scheda Cottur nella 3a parte . |
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. Campionato italiano su strada
1945 Severino Canavesi
Glauco Servadei Sergio Maggini
foto sotto Bologna Raticosa il passaggio a Pianoro in mezzo alle macerie (foto W. Breveglieri Bo)
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SEVERINO CANAVESI
- IL BERSAGLIERE Canavesi riuscì a sfruttare la rivalità tra i "grandi", Coppi, Bartali, Servadei, Ricci, Cottur, Valetti per scatenare la fuga vincente a quasi 200 km dal traguardo e si impose davanti a Servadei e Maggini nella Milano-Angera, che assegnava la maglia tricolore. "A. Bossi: dopo 100 km di fuga viene colto dai crampi e Coppi e Bartali si fanno sotto a meno di 300 metri. E' la fine?. No, egli ben ricorda fiducia in se stesso fino alla presunzione! mancano 40 km all'arrivo. Spronato da Binda Severino si getta a capofitto giù dalle discese e tra il tripudio di una folla in delirio si corona ad Angera, Campione d'Italia. Severino Canavesi gareggia ancora qualche anno poi la dolorosa rinuncia davanti ai nuovi campioni. Muore nel gennaio del 1990 e il suo bel ricordo rimarrebbe sereno se non si aggiungesse la notizia della morte violenta del figlio Angelo (68 anni anche lui per qualche anno corridore) durante una rapina al distributore di benzina che gestiva (2010). |
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