I BERSAGLIERI E LO SPORT FRANCESCO CAMUSSO Primo in rosa |
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Dal museo Bartali |
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Francesco Camusso detto anche il Camoscio per la sua abilità in
montagna nasce a Burdini di Cumiana (Pinerolese) il 9 marzo 1908. Esordisce
giovanissimo (1926) prima ancora del servizio militare ma non si conoscono sue vittorie eclatanti fino al
1929 (anno probabilmente della fine del servizio nei bersaglieri) quando arriva secondo alla 7a edizione della coppa Valmaira vinta
da Felice Gremo. Nello stesso anno passa professionista nella squadra
Gloria in cui resterà fino al 1934 (e vi ritornerà poi nel 1938 ultimo anno di
carriera). Il 1930 si apre bene per lui con un primo posto alla Coppa Martini/Rossi e alla Milano Savona e due secondi posti , uno al Campionato Italiano come indipendente e l’altro al Giro del Sestrières. Buoni piazzamenti alla Coppa Caivano e di nuovo alla Coppa Val Maira. Sarà anche19° alla Milano Sanremo. Partecipa al Giro ma dopo un buon inizio è costretto al ritiro alla 15° tappa (secondo terzo e quinto posto i migliori piazzamenti fino al suo ritiro). Il 1931, secondo anno tra i professionisti, comincia però meglio. Il Giro d’Italia si farà sulla distanza di 3012 km per 12 tappe ad una media di ca 250 km per tappa ma alcune saranno molto più lunghe. Vi partecipano i grandi e più grandi ancora come Binda e Guerra. E guerra sarà veramente. La prima tappa la Milano Mantova non la può vincere che il muratore mantovano Learco Guerra così come sua è la Mantova Ravenna. La terza tappa Ravenna Macerata è di Binda come la quarta con arrivo a Pescara, perché Guerra perde 6 minuti per problemi intestinali. Alfredo Binda lo scalza quindi da Leader della classifica indossando la maglia Rosa inaugurata proprio con questa edizione. Le successive due tappe fino a Roma sono di Michele Mara ed Ettore Meini (indipendente) che portano Mara in testa alla classifica Generale a Roma grazie anche a una caduta nei pressi dell'ippodromo di Villa Glori di Binda che il giorno dopo è costretto al ritiro. La 7a e 8a tappa fino a Montecatini sono del rimontante Guerra che si reinstalla alla guida della Generale. Nella 7a tappa che arriva a Perugia Camusso è secondo davanti al Bersagliere Canavesi. La 9a tappa la Montecatini Genova è di Michele Mara e nuovo leader di generale Luigi Marchisio vincitore del giro dell’anno prima. E’ l’ultima tappa però per Binda che si ritira in seguito a una caduta. La decima tappa che morde le montagne e arriva a Cuneo è di Luigi Giacobbe* corridore di un anno più vecchio di Camusso, molto forte, che si aggiudica anche la Generale ma Camusso gli è alle costole. |
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Classifica
Generale a Cuneo *Partecipò a dieci edizioni del Giro d'Italia tra il 1927 ed il 1936, vincendo la tappa di Cuneo nel 1931 e concludendo per cinque volte tra i primi 10: secondo nel 1930 e nel 1931, quinto nel 1929, nono nel 1927 e 1934 |
Scalatore poderoso, Camusso era ormai temuto anche dai campioni celebrati ed ora i conti dovevano farsi con lui in forma smagliante. La 11a tappa la Cuneo-Torino che prevedeva l'ostica scalata al Sestriere poi la discesa a Torino fu sua lasciando Giacobbe e Marchisio a 3 minuti. Anche la lunga discesa non valse ai due per riprenderlo. La maglia rosa è definitivamente sua a Milano davanti a Giacobbe 2,47 m di distacco, Marchisio 6,15 m, Cavallini 10,15 m e Balmamion 12,15m. In quello stesso anno anche due secondi posti alle Tre Valli Varesine e al giro della Campania e 4° alla Predappio Roma. il giro del 1931 in Inglese http://www.bikeraceinfo.com/giro/giro1931.html L’anno dopo (1932) la sua partecipazione al Tour è garantita. Vince la decima frazione, da Cannes a Nizza (dopo aver ottenuto un terzo posto alla 5° tappa a Luchon), ma nulla poté contro lo strapotere del francese André Leducq, che bissò così il successo del 1930. Camusso riuscì comunque a chiudere il Tour de France del 1932 con un terzo posto di podio nella classifica finale grazie a piazzamenti nelle tappe sempre ottimi (3,4 e 5° posti) dietro al tedesco Stoepel. Piazzamenti complementari del 1932 3° alla Treviso Monte Grappa e Criterium di Torino e 4° al Giro della Provincia di Milano cronocoppie con Battesini Fabio. Al giro si era ritirato. |
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Il 1933 è un anno no: Abbandono al giro alla seconda tappa e abbandono
al Tour alla 1° tappa dopo alcuni buoni piazzamenti. Una vittoria nella
sesta tappa della Parigi Nizza. Primo al circuito di Chieri Il 1935 lo vede in
linea con la Legnano ma abbandona il Giro alla 17a tappa e il Tour alla
15a tappa dopo aver vinto la Aix-les-Bains-Grenoble di 229 km disputata
l’undici Luglio ed essersi piazzato secondo alla 9a tappa a Dignes e 3°
alla 11a a Cannes. |
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Lanciato al successo dal celebre Focesi, direttore sportivo della Gloria, i cui corridori venivano soprannominati "garibaldini" detiene un record non indifferente: è l'unico corridore italiano ad aver vinto, prima della Seconda Guerra Mondiale, almeno una frazione nelle tre grandi corse a tappe del periodo: Giro, Tour e Svizzera. All'età di trent'anni, dopo nove di professionismo, si ritirò dalle competizioni e si dedicò al suo negozio di abbigliamento sportivo a Torino dove morirà nel 1995.
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Beppe Conti 100 storie del Giro 1909-2009 GRAPHOT ED. .....Sulle prime salite marchigiane però Learco va in crisi e scivola al ventinovesimo posto in classifica. Binda è scatenato, veste in rosa. A Pescara, tappa di transizione, i due si giocano la vittoria in un incertissimo sprint. Tanta gente in quella città parteggia per Guerra. Giudice d’arrivo è Armando Cougnet, l’organizzatore, il predecessore di Torriani. Binda e Guerra piombano quasi appaiati sulla linea d’arrivo. Cougnet vede primo Binda e la gente s’infuria. Vuole Guerra. C’era anche un fotografo ufficiale per quei traguardi, ma all’epoca sviluppare la foto richiedeva tempo, alcune ore. Era pronta la sera, da esporre in una vetrina del centro città. Risultato: aveva avuto ragione Cougnet. Primo Binda d’un soffio. Ma i tifosi di Guerra mandarono in frantumi quella vetrina. Non ci stavano. I colpi di scena, però, non erano neppure cominciati. Binda sembrava padrone assoluto del campo, quando invece arrivando a Roma, in pista a Villa Glori, proprio all’imbocco del tondino, cade in maniera poco chiara. Di Paco e Giacobbe gli rovinano addosso. Binda si ferisce in diverse parti del corpo, fa fatica a rialzarsi. Il medico lo visita e gli impone di stare a letto. C’era un giorno di riposo quasi sempre, in quei tempi, fra una tappa e l’altra. Ed alla ripresa del cammino convincono l’Alfredo, che intanto aveva perso la maglia rosa ad opera di Michele Mara, a proseguire nella frazione che da Roma portava a Perugia. Ma Binda soffre, sta male e dopo Terni si ritira, nel mezzo di un nubifragio che rende durissima la sfida.Guerra si scatena, è primo sul traguardo, mentre Marchisio, il giovane che aveva vinto la stagione precedente, diventa leader, la nuova maglia rosa. Privo del suo rivale classico, Guerra insiste all’attacco, anche in discesa, fra l’entusiasmo di tutti. A Montecatini, azionando nel finale un rapportone da pistard, come scrivono all’epoca, è solo, in trionfo. Ha recuperato tutto il ritardo in classifica, è maglia rosa per soli 14”. E la gente lo esalta. Ma attenti alle sorprese, è il Giro dei colpi di scena. Si va a Genova passando per le Alpi Apuane. Salendo a Fosdinovo, c’è tanta di quella gente ai bordi della strada che i corridori temono il peggio. Ed in effetti un tifoso di Guerra, esaltato al punto giusto nell’entusiasmo del momento, quasi lo abbraccia e lo fa cedere. Un altro corridore gli finisce addosso e la leva del freno entra letteralmente nella schiena di Learco. Una ferita profonda. Il campione perde sangue, ha la maglia stracciata, barcolla quando le rimettono in sella ed è costretto a fermarsi. Lo devono ricoverare all’ospedale di La Spezia, addio Giro. Una corsa che adesso diventa apertissima. A Genova rivince Michele Mara e Marchisio riindossa la maglia rosa. I suoi avversari in classifica sono gli altri piemontesi Camusso e Giacobbe. In un Giro che si decide in Piemonte. Da Genova a Cuneo va all’assalto Giacobbe, alessandrino. Camusso lo segue e Marchisio perde la maglia rosa. Giacobbe è il nuovo leader, decisione finale nella Cuneo-Torino, scalando Sestriere dal versante di Pragelato. Camusso fa parte della Gloria, casa di biciclette di patron Focesi, che per l’occasione si improvvisa anche direttore sportivo. Ha allestito una squadra di giovani votati all’attacco. Ma Camusso è anche scaltro e intelligente, conosce bene le strade che portano a Sestriere. All’epoca Tullio Campagnolo non aveva ancora inventato il cambio, correva in bicicletta. Per scalare le montagne, bisognava fermarsi e girare la ruota posteriore. C’era infatti un rapporto da una parte e l’uno dall’altra del mozzo. Uno per pianura e discesa, l’altro per la salita. Camusso prima di Fenestrelle, quando la salita è ancora abbordabile, finge una foratura e gira la ruota. Recupera ma non riprende i primi, resta ad una ventina di secondi. E quando a Pragelato tutti si fermano per “cambiare”, lui li prende e li stacca. A Sestriere ha ben due minuti di vantaggio. Ma la strada è ancora lunga per Torino. E Francesco Camusso per l’occasione si rivela straordinario discesista, aumenta il proprio vantaggio, a Susa è sui 4’. A Torino, dopo quella prodigiosa cavalcata, ha ancora 3’10” di vantaggio. Il suo ritardo in classifica era di 2’10”. È fatta. | |||
E' marzo del 1937: Gino Bartali decide di allungare i suoi allenamenti in vista del giro. La sua notorietà, i suoi interessi dopo la prima vittoria nella corsa rosa cominciano a crescere ed avendo degli affari da sbrigare a Milano decide di andarci in bicicletta (da Firenze !!!) per allenarsi meglio. Sulla strada del ritorno, a Bologna, viene fermato da un vigile che lo multa per guida in senso vietato in una stradina. E' sudato e sulla Futa nevica. Prende freddo nello stare a giustificarsi col vigile che nemmeno lo riconosce. Gli si ghiaccia addosso nonostante sia ben vestito. Poi sul passo deve tornare indietro e dormire a Bologna perché c'è una tormenta di neve. Il giorno dopo riparte ma arriva a Firenze con 39 di febbre. Un pericoloso focolaio di polmonite si è impossessato del suo forte fisico. Sono cose lunghe adesso (allora non c'erano gli antibiotici e si usavano i cataplasmi di lino) ma lui fa lo stesso il Giro d'Italia e lo rivince. |
Nel 1936 partecipa al Giro d'Italia ma anche questo è un anno no. Un secondo posto al Gran Premio della Vittoria di Nizza e un sesto posto al Lombardia e 12° alle Tre valli Varesine. Il 1937 lo vede di nuovo tornare alla grande. Ha cambiato squadra è alla Bertoldo ma al giro lascia quasi subito (3a tappa). La sua preparazione per il Tour, corsa che lo ha visto spesso protagonista, quest'anno sarà di nuovo piena di soddisfazioni così come altre corse in Francia. Si corre per squadre nazionali e al suo fianco l'astro nascente di Bartali. E' primo poi al Gran Premio di Nizza e 4° al G. P. di Cannes.
4,415 km raced at an average speed of
31.768 km/hr divided into 20 stages with an additional incredible 11
half-stages. 4415 km corsi a una velocità media di 31,768 km / h diviso in 20 tappe con l'aggiunta di ben 11 mezze fasi. 98 alla partenza in squadre nazionali o indipendenti con 46 arrivati. Gino Bartali è in primo piano, ma ha dovuto ritirarsi (vedi foto a fianco sostenuto da Camusso e più sotto il fatto). I Belgi con Sylvère Maes si convinsero che l'organizzazione lavorava per far vincere un Francese e tutta la squadra belga abbandonò la corsa. Da quest'anno fu permesso l'uso del cambio (non quello dei giorni nostri). Al secondo posto l'italiano Mario Vicini partito da indipendente. I bonus di tempo: 90 e 45 secondi per il primo posto e il secondo per le volate. Se a vincere è un uomo in fuga a 4 minuti.
Classifica Finale del Tour 1937
5.Sylvain Marcaillou (France) a 35
minutes 36 seconds |
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IL TOUR DEL 1937 TAPPA PER TAPPA |
Camusso aiuta Bartali | |||
Stage 4 (4a tappa): Saturday, July 3, Metz-Belfort, 220
km
16°.Jules Rossi (Italy) a 37sec
5a tappa 3 frazione: Sunday,
July 4, Champagnole - Geneva, 93 km |
Tu sei un uomo buono [un brave garçon] Gino, ci vediamo l'anno prossimo e
vedrai
che vincerai " He (Bartali) was persuaded to return and in
1937 won the Giro again. His reputation outside Italy was that
he was yet another Italian who couldn't ride well beyond his country.
There was some truth in the claim. The writer Tim Hilton said: "Bartali was essentially an Italian cyclist, a champion who rode within sight of
his own people, and was uneasy when the Tour de France travelled north
of Paris. He never disputed the northern classics." Stung by the claim,
he rode the Tour de France in 1937. He got off to a bad start, losing
more than eight minutes by the third stage and more than ten by the
Ballon d'Alsace, a mountain in the Vosges. There he came back to life
and led by 1m 14s over the rest and by enough over the leaders that he
took the leader's jersey that night in Grenoble. But that was the end of
his race. He and two helpers, Jules Rossi and Francesco Camusso, were
riding a wooden bridge over the river Colau when Rossi skidded. Bartali
rode into a parapet and fell into the river. |
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6a tappa
7a tappa Wednesday, July 7, Aix kes Bains - Grenoble, 228 km scalata del Galibier |
10 tappa Sunday, July 11, Digne - Nice, 251 km 1.Félicien Vervaecke: 8hr 29min 19sec 2.Bruno Carini a 36sec 3.Fédérico Ezquerra a 1min 27sec 4.Gino Bartali a 1min 46sec 5.Mario Vicini s.t. 6.Roger Lapébie s.t. Generale invariata 11a tappa Tuesday, July 13, Nice - Toulon, 169 km Generale invariata 11a sottotappa Tuesday, July 13, Toulon - Marseille 65 km Team Time Trial Bartali 12° a 4,39 m Generale 1.Sylvère Maes: 75hr 8min 51sec 2.Roger Lapébie a 2min 53sec 3.Albertin Disseaux a 5min 17sec Vicini indipendente è danneggiato dalla formula . Bartali si ritira 13 tappa Thursday, July 15, Montpellier - Narbonne, 103 km 1.Fra. Camusso: 2hr 32min 39sec 2.Eloi Meulenberg a 8min 7sec 3.Gustave Danneels s.t. Vicini è di nuovo nella Generale al 3° posto
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15a tappa Monday, July 19, Luchon - Pau, 194 km
Tourmalet 1.Julian Berrendero: 7hr 1min 1sec 2.Roger Lapébie a 49sec 3.Jean Fréchaut s.t. 4.Mario Vicini s.t. 5.Victor Cosson s.t. 6.Mariano Canardo s.t. 7.Sylvère Maes s.t. 8.Francesco Camusso s.t. Generale 1.Sylvère Maes: 103hr 48min 30sec 2.Roger Lapébie a 3min 3sec 3.Mario Vicini a 4min 57sec 18a tappa Friday, July 23, La Rochelle - La Roche sur Yon, 81 km Vicini entra nella squadra nazionale ital. 1.Roger Lapébie: 1hr 59min 10sec 2.Sylvain Marcaillou s.t. 3.Paul Chocque s.t. 4.Robert Tanneveau s.t. 5.Giuseppe Martano a 11sec 6.Augusto Introzzi s.t. 7.Mario Vicini s.t. 9.Francesco Camusso st Generale 1.Roger Lapébie: 119hr 22min 9sec 2.Mario Vicini a 5min 5sec 3.Francesco Camusso a 25min 17sec I Belgi si sono ritirati |
The Belgians brought back their 1936 Tour
winner, Sylvère Maes. He was amply supported by a strong team that
included climbing ace Félicien Vervaecke and Marcel "Black Eagle" Kint.
A strong team indeed. Before their dramatic exit from the Tour in stage
17, the Belgians had lost only 1 of their 10 riders. While political
problems kept the Italians out of the 1936 Tour, they came back in 1937
with their hot new rider, Gino Bartali. Bartali had turned pro in 1934
and began winning races in 1935. 1936 was his breakout year with a
victory in the Giro d'Italia. He did it with real authority, winning 3
stages as well as the climber's competition. Before coming to the 1937
Tour he again won the Giro as well as the Italian Road Championship. The
rest of the Italian team was also strong, having such excellent riders
as Francesco Camusso and Giuseppe Martano. Bartali was the odds-on
favorite to win this edition of the Tour. The French team sported
several riders from the team's glory years of the early 1930s. Maurice
Archambaud, René Le Grevès and Georges Speicher were lined up along with
troublesome Roger Lapébie. Mancano alcuni arrivi pari merito come il 3° posto nella 6a tappa e il 6° posto nella 16 e 18a sottotappa. 40 secondi hanno impedito a Camusso di salire sul podio del Tour (3° posto) come nel 1932 |
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Il 1938 è l'anno del ritorno alla vecchia squadra, la Gloria. Ha trent'anni e di fatiche ne ha fatte parecchie. Ha corso (con qualche ritiro) 7 Giri e 5 Tour. Il 1937, se Bartali non fosse caduto, poteva essere l'anno (Francesi permettendo), che sul podio a Parigi salivano 3 italiani. Bartali 1° Vicini e lui a seguire, un sogno. Le corse del 1938 ad esclusione del 1° posto alla Nizza Monte Agel e un 7° posto al giro di Toscana sono deludenti. Corre si il Giro, mancando Bartali che per decisione di Mussolini doveva questa volta vincere il Tour, come poi fece, ma ci sono diversi grandi come Vicini, Leoni, Mara, Canavesi, Cottur, Generati, Cinelli, poi quella meteora di Valetti più giovane di lui di 5 anni che vince il giro della Svizzera e il giro d'Italia dopo essere arrivato 2° l'anno prima. Valetti lo rivincerà anche nel 1939 poi la guerra stroncherà la carriera a tutti. In pista di lancio c'era un altro fenomeno oltre a Bartali, Fausto Coppi classe 1919. Camusso apre un negozio d'articoli sportivi a Torino e qui muore il 23 giugno 1995. |
From the left, Ward Vissers, Sylvain Marcaillou, Francesco Camusso, Roger Lapébie, Mario Vicini and Leo Amberg fonte Vicini
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