Gnocchi di Zucca
Mondate una zucca, eliminando la buccia e i semi interni. Cuocete a vapore fino a farla ammorbidire
e levatela adagiandola su uno strofinaccio per farla asciugare.
Schiacciatela e mettetela in una terrina, aggiungendo uova, farina, noce moscata e latte. Aggiustate di sale e mescolate con un cucchiaio di legno. Se l'impasto risulterà troppo morbido aggiungere ancora
farina, in caso contrario ammorbidite con latte.
Fate bollire abbondante acqua salata e versarvi il composto a cucchiaini che
verranno a galla in un attimo. Con un mestolo a rete levateli dalla pentola e
fate i piatti che condirete con burro fuso, salvia e abbondante parmigiano grattugiato.
E sia eterna lode al Sacro Bue e ai doni impanabili che esso ci profonde! Nel nome del bue
padre, del figlio vitello e dello
spirito mucca, amen."(Ricetta milanese dell'800,
citata da C. Steiner ne Il ghiottone lombardo.)
Co(s)toletta alla Milanese
Prendasi una costoletta di vitello o nodino che abbia il suo osso
attaccato !!!, altrimenti sarebbe almeno esagerato e fuori luogo chiamarla costoletta... E la si scelga né troppo grassa né troppo magra, ma più sul magro che sul grasso. La si stenda sul tagliere e col pestacarne si cominci a tormentarla dolcemente di modo che le fibrille della carne non si spappolino, ma si rompano. Quando questa operazione che può anche durare una ventina di minuti è finita, la costoletta viene fatta passare in uovo battuto, poi in pane grattugiato. Anche questa operazione va ripetuta almeno due volte per garantire una impanatura perfetta e regolare. Sul fuoco si sarà nel frattempo messo a sciogliere un grosso pezzo di butirro e poco olio di oliva finissimo, in modo da giungere alla bollitura. In esso si faranno passare le costolette che debbono, per essere mangiabili e perfette, risultare dorate in ogni loro parte. Prima di portarle in tavola, le costolette vanno finite, cioè bisogna coprire i 'manici' di ciascuna con un decoro di carta
(tipo coroncina) o carta alluminio utile per quando la si mangia con le mani
rosicchiando l'osso. Un tempo infatti i buoni milanesi non avrebbero per nessuna ragione al mondo rinunciato ad agguantare l'osso e a rosicchiare la saporita carne fino in fondo. Si
abbina bene con il risotto alla milanese. |
Johann Joseph Franz Karl conte di Radetz (Radetzky) 1766-1858
Feldmaresciallo austriaco, nato da una famiglia di antica nobiltà
boema economicamente decaduta, entrò come cadetto nell'esercito imperiale austriaco, dove condusse una brillante e rapida
carriera. Mentre in Austria fu ed è considerato eroe nazionale e uno dei massimi condottieri di ogni tempo, in Italia la stampa risorgimentale lo presentò sempre sotto una luce negativa.
Al governatore del Lombardo-Veneto (per un quarto di
secolo dal 1831) piaceva invece, così tanto l’Italia, che vi ci si ritirò a vita privata quando fu collocato a
riposo*.
L'insurrezione di Milano del marzo 1848 lo costrinse a chiudersi nel
quadrilatero delle fortezze di Peschiera, Verona, Mantova e Legnago. Battuto a Goito il 31 Maggio si rifece a Novara e, l'anno
successivo, a Custoza.
Con l'armistizio di Vignale, pose fine alla guerra e al
regno di Carlo Alberto. Fu Governatore del Lombardo-Veneto fino al 1857. La
carica di governatore giunse in tarda età a coronamento di una ambita carriera.
Morirà nel 1858 all'età di 92 anni. *Si
era accasato con una stiratrice milanese che gli diede 4 figli e parecchie
leccornie tra cui la Cotoletta alla Milanese e gli gnocchi di Zucca di cui
era golosissimo. Ai più Radetzky è
noto per la marcia che si suona ogni 1° giorno dell'anno nel concerto di Vienna, con
tutti gli spettatori in piedi che battono le mani, compreso gli italiani (in un
recente sussulto nazionalistico lo abbiamo sostituito con uno Made in
Italy).
A
sostegno della paternità dei milanesi sulla cotoletta (costoletta) a un certo punto
intervenne
lo stesso maresciallo con una missiva indirizzata al conte Attems (aiutante di campo di Francesco
Giuseppe).
Nella lettera Radetzky affermava di aver scoperto a Milano la famosa cotoletta e ne descriveva minuziosamente la ricetta.
La polemica a questo punto sembrò placarsi, poiché i milanesi interpretarono l'affermazione del feldmaresciallo come un riconoscimento di identità culturale
(mediato almeno in cucina). Si racconta che il conte Attems,
dopo aver ricevuto la missiva, abbia esclamato costernato: "Ahinoi,
può nuocere di più all'impero, una cotoletta che le mie prigioni di Silvio
Pellico; basta una cotoletta a fortificare l'animo del ribelle lombardo e
a disfare la vittoria di Custoza!"
SCAPINO
Nella schiera dei servi,
Scapino si distingue per un tratto fondamentale, il canto con la chitarra
al posto della spada a complemento del costume. Di origini bergamasche,
Scapino deve la sua nascita e il suo successo a Francesco Gabrielli,
vissuto fra il cinque e il seicento, grande attore comico e valente
musicista cantore. Il successo venne, manco a dirlo, dalla commedia "Gli
strumenti di Scapino" da lui stesso composta e interpretata. Il taglio
strettamente personale non ebbe successori degni di tal nome, richiedendo
un virtuosismo musicale spesso eccessivo, anche per i teatranti
dell’epoca. Giovanni Bissoni fu apprezzato in Francia a partire dal 1716
ma nessuno ricordava il Gabrielli allora. Anche il costume era cambiato:
aveva abbandonato l’ampio abito bianco, la maschera e il cappello piumato
per assumere le sembianze di un Brighella (qualcuno lo chiama alla fine
fratello di), sebbene variato nel colore degli alamari e delle guarnizioni
che da verdi erano divenute turchesi.
Sparì la maschera e l’attore apparve col viso infarinato. Ma il grande
successo e una rinnovata fama per la maschera di Scapino vennero con
Molière, il quale ne "Les fourberies de Scapin" (1671) creò un personaggio
diverso da quello del servo intrigante e malizioso. Lo Scapino di Molière
ha spessore umano, fine arguzia satirica e dinamicità del carattere che lo
rendono più che una maschera un personaggio completo.
SCAPINO (Brighella’s brother the name Scapin comes from the
word scappare ?!) is amorous and often falls in love for the sake of it.
There is no logic in his thoughts or actions. Scapin would prefer to run
away from a fight. Like Brighella, he’s a servant and Jack of all trades.
He's very forgetful and always does the first thing that comes into his
head. Costume: loose fitting, derived from Brighella, it features green
and white stripes.
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