a cura di Enny Satta, premessa e consulenza di Carlo Viale.
Serie Elefante - NovAntico, Edit. Pinerolo
|
I testi che accompagnano la presentazione sono in genere
quelli diffusi dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono
indicati
PRESENTE! lettere
dalla trincea del Bersagliere Tito Sbolci
La Grande Guerra (1915-1918) vide, per la prima volta, la mobilitazione
generale dell'Italia e l'impiego in massa dell'Esercito. - Fu il banco di
prova per una generazione d'italiani che riuscė a fondersi nel nome della
Patria trasmettendone il Valore alle generazioni successive. Dalle trincee
nacque una nuova aristocrazia che dovette imporsi per farsi rispettare dai
vili che sputarono sulle uniformi e sulle insegne per furore
ideologico.
Seicentomila Caduti sono la testimonianza del Martirio del nostro popolo
per completare l'Unitā dell'Italia. Il Tenente dei Bersaglieri Tito Sbolci č
uno di questi combattenti e attraverso le sue lettere possiamo avere un
quadro valido dei sentimenti che muovevano tanti italiani per il trionfo
della Patria. Gravemente ferito ad un braccio, che sarā amputato, ed a
una gamba (che subirā un accorciamento di otto centimetri) Tito Sbolci č
fiero del dovere eseguito, č di conforto ai familiari e d'esempio ai
camerati. Partecipa al movimento fascista degli anni venti, viene
richiamato in servizio per la guerra d'Africa e con l'entusiasmo di sempre
aderisce alla RSI. Imprigionato nel campo di Coltano subisce le angherie
dei "liberatori ". Tito Sbolci, Grande invalido, Medaglia
d'Argento, avrebbe potuto evitare almeno le ultime traversie ma avrebbe
tradito se stesso e rinnegato la Patria.
Torna all'indice libri |