La storia è racconto attraverso i libri  

Il primo testo che accompagna la presentazione è in genere quello diffuso dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati. Se non diversamente indicati sono del sito.

 

Quelli del “Mameli”

 Giovanissimi Bersaglieri della R.S.I. divenuti veterani combattendo - 1944/45 a cura di Antonio Liazza  Bologna, Lo scarabeo

Cronache di un Battaglione di Volontari Bersaglieri che rifiutarono la resa dell’ 8 settembre 1943 e continuarono la guerra contro gli anglo-americani sotto il Tricolore della Repubblica Sociale Italiana. Il 10 giugno del ’40, i più portavano ancora le braghe corte e giocavano a pallone negli oratori delle parrocchie. Il sabato pomeriggio indossavano l’uniforme da balilla o da avanguardista e andavano a fare un-duè, allineati e coperti come soldatini. Andavano a scuola, ma ai libri di storia, filosofia e politica preferivano gli episodi di Cino e Franco sull’Avventuroso, o le storie di Romano il Legionario, disegnate da Caesar, sul Vittorioso. Erano molto più giovani dei camerati che frequentavano le università e che in buon numero, qualche anno dopo, avrebbero iniziato brillanti carriere nella nuova Italia democratica e antifascista, nata dalla Resistenza. I giovanissimi volontari vissero la Repubblica Sociale come l’unica avventura possibile per chi voleva essere fedele a sé stesso, fino alla fine del grande conflitto tra continenti. La loro fu una vera “primavera di bellezza”, vissuta con entusiasmo, senza mira di ricompense materiali, né speranza di perdono per avere scelto di rimanere con i perdenti. Forse non s’aspettavano di essere sacrificati sugli altari dell’ipocrisia bacchettona dei connazionali, anche se ne avvertirono la minaccia. Le loro testimonianze di ragazzini che andarono alla guerra come bersaglieri del Battaglione “Mameli” sono state raccolte dopo sessant’anni, per l’iniziativa di uno di loro, il veronese Gianni Bortolon, caporale della 1a Compagnia, cultore appassionato delle memorie del reparto. La cronologia degli avvenimenti e gli elenchi degli appartenenti sono stati ricostruiti attingendo alla vasta documentazione di Gianfranco Lucato, di Valdagno, bersagliere della 2a Compagnia.

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