Ingredienti per 4 persone:
- fettuccine 400 g
- asparagi 300 g
- 2 mazzi di bietole
- 5 carciofi
- 1 fetta di prosciutto crudo di ca 100 g
- 4 cipolline
- pecorino sardo grattugiato 50 g
- sale e pepe q.b.
Pulite, pelate ed affettate finemente le cipolline. Tagliate a dadini il
prosciutto poi pulite e lavate le verdure. Dopo averle asciugate con un
canovaccio, tagliate le bietole a striscioline, i carciofi a spicchi, e gli
asparagi, mettendo da parte le punte di asparagi, che sbollenterete a parte.
Soffriggete a fuoco basso le cipolline e il prosciutto. Unite le verdure e
cuocete a fuoco dolce, bagnando di tanto in tanto con un po' d'acqua calda o di
brodo vegetale, fino alla cottura delle verdure.
Cuocete in abbondante acqua salata le fettuccine e scolatele al dente.
Versate il condimento sulle fettuccine, aggiungete le punte di asparagi, del
pepe appena macinato e cospargete di pecorino grattugiato.
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BELTRAME
da
http://www.atelierdesarts.com/maschere/beltrame.htm
Quel carattere di valletto
furbo e intrigante, sempre in caccia di donne e di danaro, che già si
delineò nel teatro dell’antichità classica con la figura dello schiavo
greco Pseudolo, e che più tardi raggiunse grande popolarità con la
maschera di Brighella, si ritrova anche nella figura di Beltrame, una
maschera milanese (Al cui nome si accompagna spesso il
soprannome "de Gaggian", da Gaggiano, una borgata della bassa milanese di
cui è originario, o anche "de la Gippa", per via dell'ampia casacca che
era solito indossare) la cui memoria andò peraltro eclissata
nella sua stessa città per la crescente fama di Meneghino. Beltrame non ha
un costume di foggia caratteristica: a parte la maschera bruna con baffi
puntuti e pizzo, che lo fa assomigliare a Brighella, veste come un
domestico della fine del ‘500; nella maggior parte dei casi, gli tocca la
parte del l’astuto compare, talvolta però recita anche nella parte del
marito che finge di credere alle bugie con le quali la moglie vorrebbe
dissimulare le proprie infedeltà, e poi finisce col vendicarsi
crudelmente; altre volte, ancora, impersona l’astuto borghese o il vecchio
mercante ebreo, oppure divide con Tabarino la parte del padre di
Colombina, che si vorrebbe costringere a un matrimonio d’interesse. A
teatro, però, l’amore trionfa sempre, e Colombina riesce a convolare a
nozze con l’uomo del suo cuore: è questo l’unico caso in cui sia ammesso
un insuccesso del diabolico Beltrame. Di solito, in virtù della sua
assoluta mancanza di scrupoli, egli riesce a realizzare puntualmente i
suoi piani, grazie soprattutto all’abilità di eloquio e a quelle
irresistibili maniere, che inducevano le compagnie di comici di quel tempo
ad affidare all’attore specializzato ad interpretare Beltrame le difficili
trattative con la censura. Secondo la tradizione il personaggio deve la
sua nascita al comico Nicolò Barbieri (Vercelli, 1576), illustre attore
che fece parte delle Compagnie dei Gelosi e dei Confidenti e che arrivò a
recitare a Parigi intorno all’anno 1600.
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