ELICHE ALLA BERSAGLIERA

Anna Moroni dalla "Prova del cuoco" [puntata del 25.11.2005]

Ingredienti per 4 persone:

400g di eliche
300g di polpa di pomodoro
2 spicchi di aglio
1 peperoncino
300g di funghi champignon
4 cucchiai di olio extra d’oliva
prezzemolo e sale q.b.

Preparare un sugo all'arrabbiata, soffriggendo uno spicchio d'aglio e il peperoncino con 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva, unire la polpa di pomodoro.
Cuocere i funghi tagliati sottili con un cucchiaio d'olio e uno spicchio d'aglio, una volta cotti unire al sugo e cospargere con del prezzemolo tritato. Condire la pasta con il sugo ottenuto e servire.
 

* Agli Osci (o Osci etruschi secondo alcuni per l'origine mediorientale), che amavano divertirsi si devono le Fabulae Atellane, spettacoli teatrali comici piuttosto licenziosi, così chiamati da Atella, una delle capitali dell’unione osca (Capua, Volturnum, Literno, Acerra, Suessula, Trebula, Saticula, Combulteria, Casilino, Galatia, Cales). Le Fabulae Atellanae, antichissime farse popolari di carattere buffonesco e osceno generarono, oltre a Macco, vari tipi contadini: Bucco il chiacchierone, di Pappus il vecchio scimunito, di Dossennus il gobbo astuto.

FACANAPA

La maschera di Facanapa appartiene alla schiera dei vecchi. Nasce come marionetta veneta, originaria di Rovigo o di Verona (dove corrisponderebbe a Fra Canàpa, un frate piuttosto grosso, caratterizzato da un grande naso, la "cànapa" appunto). Parla velocemente, storpiando le parole, generando grande ilarità. Si muove continuamente, spostandosi con delle buffe piroette. Facanapa veste con una marsina, panciotto e pantaloni stretti sotto il ginocchio. La sua fama è dovuta tuttavia al marionettista Antonio Reccardini (1804-1876) che lo portò in scena nei primi anni dell'Ottocento per la prima volta al Teatrino della Minerva, nel 1836. A volte servo altre padrone, a volte ricco altre povero, Facanapa è un tipo bonario e arguto, caratterizzato da un buon carattere gioviale, da un ottimo appetito e da un amore ancora migliore per il vino. Nell'aspetto egli appare sempre piuttosto curato, con una marsina scura e attillata, un panciotto rosso, pantaloni al ginocchio e un nero tricorno in testa.

 MACCO

Macco è una delle maschere tipiche della farsa atellana* di origine latina (dal latino Maccus che significa Sciocco e indica una persona “stupida”, o meglio un “servo ottuso e deforme” e per altri allude invece al "maco", pietanza di fave maciullate). Il suo tipo è quello del contadino rozzo e grossolano, crapulone e goloso, che spesso finisce per essere bastonato e menato per il naso. Nelle raffigurazioni che possediamo egli ci appare calvo, con una maschera dotata di un enorme naso adunco, di un paio di orecchie spropositate e di una larga bocca con pochi denti radi, che gli conferiscono un'espressione fissa ed inebetita. Dotato di una duplice gobba, sulle spalle e sul petto, Macco indossa un abito ampio e bianco, da cui gli deriva il nome di "mimus albus".
Una statua di bronzo ritrovata a Roma nel 1727 non lascierebbe dubbi:naso uncinato come il becco di un uccello che ci riporta ad un altro personaggio, Pulcinella. In effetti, al di là della somiglianza fisica e nell’abbigliamento, il personaggio di Macco era abile nell’imitare il canto degli uccelli e il pigolio dei polli e perciò aveva il soprannome di “Pullus gallinaceus”, pulcino. Da cui probabilmente il riveduto Pulcinella che la tradizione vuole sia stato ricreato da Silvio Fiorillo, nel XV secolo, vestito alla maniera dello Zani.

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