Ingredienti per 4 persone:
400g di eliche
300g di polpa di pomodoro
2 spicchi di aglio
1 peperoncino
300g di funghi champignon
4 cucchiai di olio extra d’oliva
prezzemolo e sale q.b.
Preparare un sugo all'arrabbiata, soffriggendo uno spicchio d'aglio e il
peperoncino con 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva, unire la polpa di
pomodoro.
Cuocere i funghi tagliati sottili con un cucchiaio d'olio e uno spicchio
d'aglio, una volta cotti unire al sugo e cospargere con del prezzemolo tritato.
Condire la pasta con il sugo ottenuto e servire.
*
Agli Osci (o Osci etruschi secondo alcuni per l'origine mediorientale), che amavano divertirsi si devono le Fabulae Atellane, spettacoli
teatrali comici piuttosto licenziosi, così chiamati da Atella, una delle
capitali dell’unione osca (Capua, Volturnum, Literno, Acerra, Suessula, Trebula,
Saticula, Combulteria, Casilino, Galatia, Cales). Le Fabulae Atellanae,
antichissime farse popolari di carattere buffonesco e osceno generarono, oltre a
Macco, vari tipi contadini: Bucco il chiacchierone, di Pappus il vecchio
scimunito, di Dossennus il gobbo astuto. |
FACANAPA
La
maschera di Facanapa appartiene alla schiera dei vecchi. Nasce come
marionetta veneta, originaria di Rovigo o di Verona
(dove corrisponderebbe a Fra Canàpa, un frate
piuttosto grosso, caratterizzato da un grande naso, la "cànapa" appunto).
Parla velocemente, storpiando le parole,
generando grande ilarità. Si muove continuamente, spostandosi con delle
buffe piroette. Facanapa veste con una marsina, panciotto e pantaloni
stretti sotto il ginocchio.
La
sua fama è dovuta tuttavia al marionettista Antonio Reccardini (1804-1876)
che lo portò in scena nei primi anni dell'Ottocento per la prima volta al
Teatrino della Minerva, nel 1836. A volte servo altre padrone, a volte
ricco altre povero, Facanapa è un tipo bonario e arguto, caratterizzato da
un buon carattere gioviale, da un ottimo appetito e da un amore ancora
migliore per il vino. Nell'aspetto egli appare sempre piuttosto curato,
con una marsina scura e attillata, un panciotto rosso, pantaloni al
ginocchio e un nero tricorno in testa.
MACCO
Macco è una delle maschere tipiche della farsa atellana* di origine latina
(dal latino Maccus che significa Sciocco e
indica una persona “stupida”, o meglio un “servo ottuso e deforme” e per
altri allude invece al "maco", pietanza di fave maciullate).
Il suo tipo è quello del contadino rozzo e grossolano, crapulone e goloso,
che spesso finisce per essere bastonato e menato per il naso. Nelle
raffigurazioni che possediamo egli ci appare calvo, con una maschera
dotata di un enorme naso adunco, di un paio di orecchie spropositate e di
una larga bocca con pochi denti radi, che gli conferiscono un'espressione
fissa ed inebetita. Dotato di una duplice gobba, sulle spalle e sul petto,
Macco indossa un abito ampio e bianco, da cui gli deriva il nome di "mimus
albus".
Una statua di bronzo ritrovata a Roma nel 1727 non lascierebbe dubbi:naso
uncinato come il becco di un uccello che ci riporta ad un altro
personaggio, Pulcinella. In effetti, al di là della somiglianza fisica e
nell’abbigliamento, il personaggio di Macco era abile nell’imitare il
canto degli uccelli e il pigolio dei polli e perciò aveva il soprannome di
“Pullus gallinaceus”, pulcino. Da cui probabilmente il riveduto Pulcinella
che la tradizione vuole sia stato ricreato da Silvio Fiorillo, nel XV
secolo, vestito alla maniera dello Zani. |