I BERSAGLIERI E IL CINEMA " Gli Onorevoli" di Sergio Corbucci |
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"votantonio,votantonio,votantonio" Regia : Sergio Corbucci |
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La battuta: Pronto? Ha sbagliato numero; noi il telefono non l'abbiamo.
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Ancorché reale, il baule di Totò contiene tutte le sue maschere di
scena e di palcoscenico, con gli artifizi vari che lo hanno accompagnato
nella sua lunga carriera. Fra le tante cose un ….. ferro di cavallo con
nastrino di raso rosso tenuto in bella mostra in camerino in ossequio alle
origini partenopee e il piumetto lanciatogli sul palco da un bersagliere
del 3° Reggimento alla fine di una sua rivista ed in seguito applicato
alla bombetta al momento della passerella finale. Dovette significare per
lui un momento di tenerezza e per questo il posto più idoneo per
conservarlo era proprio lì, nel baule, piumetto che poi avrà occasione di
usare in diversi Film, fra cui questo e la scena finale del “Giorno più
corto”(parodia del “Giorno più lungo”) girato gratuitamente da molti
attori per risollevare le sorti della Titanus, ormai sull'orlo del
fallimento. Totò vi partecipa nell'ultima inquadratura come frate
bersagliere (vedi foto in basso a sinistra) con alcuni dei suoi tipici tormentoni:
" Ma che giardino
zoologico d'Egitto ! Questi sono uomini che servono per guerreggiare !
Abbiamo conquistato Fiume e conquisteremo gli affluenti ! Abbiamo
conquistato Pola e conquisteremo anche Amapola ! Trento l'abbiamo fatto
nostro e dopo Trento faremo anche trentuno ! Pace e bene , fratelli ! Pace
e bene !! " . PERSONAGGI E INTERPRETI |
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Lei col suo flash ci sta bersagliando da tempo: lei è un bersagliere! Commedia (1963)
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Totò (Antonio La Trippa,candidato del Pnr )
Franca Valeri (Bianca Sereni,candidata della Dc) Franco Fabrizi (Roberto Cioccoletti,detto Robin) Gino Cervi (sen. Rossani-Breschi del Pli ) Linda Sini (sua moglie) Cristiano Cucchini (Tonino,suo figlio) Aroldo Tieri (Saverio Falapponi,intellettuale del Pci) Peppino De Filippo (prof. Giuseppe Mollica del Msi) Walter Chiari (Salvatore Daganino,il regista tv) Fiorenzo Fiorentini (propagandista ) Riccardo Billi (portinaio ) Franco Giacomini (De Angelis,il segr. di Rossani-Breschi) Memmo Carotenuto (benzinaio) Anna Campori (Signora La Trippa) Luciano Salce (un inviato) Carlo Lombardi (presidente del Pnr) Franco Castellani (il segretario) |
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Note Se a qualcuno dite il titolo "Gli Onorevoli" e chiedete lumi non molti sapranno rispondervi, ma se dite Votantonio, Votantonio ne trovate migliaia. Così su internet dove alla parola trovate 67.800 corrispondenze. Inutile dire perchè la frase da tormentone è assurta a inno nazionale. L'amore degli italiani per la politica non è da sempre pienamente corrisposto e molti probabilmente trovano sfogo qui. Le occasioni non mancano certo in un paese che per anni ha votato e rivotato con la convinzione come diceva Toto che "Gli elettori, ingenui fessacchiotti, creduloni! Pensate un po' che votano i candidati nella speranza che quelli, una volta arrivati a Montecitorio, facciano il loro dovere (o il loro interesse)". Un recente passaggio in Rai ne ha rinverdito come sempre gli auspici. |
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Altra comparsata (sketch) in un Film di Toto, ma questa volta nelle vesti del Bersagliere truffatore il grande Nino Taranto in Tototruffa 62 di Camillo Mastrocinque: Antonio (Totò), ex attore di varietà, mantiene la figlia in un ottimo collegio organizzando piccole truffe con l'amico e collega Felice (N. Taranto). Bonariamente lo perseguita il commissario Malvasia (E. Calindri), suo ex compagno di scuola. Quando i rispettivi figli ignari, s'innamorano i due padri fanno pace. Da una mediocre sceneggiatura di Castellano & Pipolo, più che un film, una catena di che consentono ai due compari di scatenarsi in esuberanti gag, dialoghi divertenti, spassosi personaggi. 1° dei 6 film di Totò con Nino Taranto, la sua “spalla più umile che in privato non riuscì mai a dargli del tu” (Alberto Anile dal Morandini)
Siamo uomini o caporali http://pamabu.altervista.org/biografiatoto.html
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TRAMA Recensione da: Tempo di elezioni. I candidati di tutti i partiti sono impegnati a guadagnarsi le preferenze degli elettori, ognuno a modo suo. Il monarchico Antonio La Trippa (Totò) affligge i condomini urlando slogan dalla finestra; la democristiana Bianca Sereni (Franca Valeri) assolda delle prostitute per affiggere manifesti; il liberale Rossani-Breschi (Gino Cervi) invita la Roma bene nel salotto di casa; il comunista Fallopponi (Aroldo Tieri) si barcamena tra ideali e possibilità più concrete; il missino Mollica (Peppino de Filippo), deciso ad apparire in tivù, finisce nelle mani di un regista folle e gay (Walter Chiari). Intanto, a Villa Borghese, un gruppo di bambini organizza la propria campagna elettorale... Siamo nel 1963 e l’Italia è avviata a grandi cambiamenti politici, con l’entrata nel governo dei socialisti e la nascita del cosiddetto “centrosinistra”. Mentre nel mondo la Guerra Fredda sembra non finire mai ed anzi ritorna in auge proprio all’inizio del decennio (crisi di Cuba, Muro di Berlino, ecc.) in Italia la politica può essere presa in giro, dissacrata e messa alla berlina da scrittori come Vittorio Metz, Giovanni Grimaldi, Renato Mainardi e Mario Guerra che, insieme al regista Sergio Corbucci si divertirono a sfidare la censura e a realizzare questa satira della politica all’italiana. Ed ecco allora la candidata Franca Valeri, integerrima democristiana insidiata dal solito Franco Fabrizi per farle perdere la già poca credibilità elettorale; l’editore Gino Cervi che, dopo vari slittamenti di partito in partito, questa volta decide di candidarsi come liberale, e che si ritroverà vittima di un involontario beffardo scherzo messo in atto proprio dal figlio; il comunista Aroldo Tieri, orgoglioso delle proprie idee e della propria libertà fino a quando non gli arrivano i soldi delle vendite del suo libro in America; il missino Peppino De Filippo, integerrimo benpensante di altri tempi, alle prese con i meccanismi ormai mutati della propaganda televisiva e con un regista assolutamente folle e demenziale interpretato da un grande Walter Chiari. Infine l’episodio migliore (ma attenzione gli episodi si intrecciano, non sono “a blocchi”), ovvero quello con Totò, alias Antonio La Trippa, che ossessiona il proprio condominio con il continuo refrain “Vota Antonio, Vota Antonio”, e che quando scoprirà le magagne che stanno dietro alla sua candidatura non saprà resistere alla tentazione di spifferare tutto sinceramente in piazza, con una sincerità degna del Bugiardo Bugiardo di Jim Carey... Gli onorevoli è una di quelle commedie “d’epoca” che si lasciano vedere più per come rappresentano un mondo che non c’è più, che ci appare ormai lontanissimo, anche per i nomi dei partiti rappresentati, tutti “spariti” nell’ultimo decennio, che non per spiccate qualità cinematografiche. |
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CRITICA
Il giorno più corto http://www.antoniodecurtis.org/streaming/toto_streaming_il_giorno_piu_corto.htm |
Il filmetto di Corbucci non esce dall'abborracciata formula a episodi e dal dubbio umorismo da avanspettacolo tanto caro al bozzettismo romanesco. Insomma una sfilza di luoghi comuni con qualche episodico momento divertente che va a merito dei singoli interpreti più che del copione e del regista. Giulio Cattivelli, La Libertà, Piacenza, 6 ottobre 1963. Antonio La Trippa, candidato nel PNR, il Partito Nazionale della Restaurazione, va alla affannosa ricerca di voti al grido di "votantonio,votantonio,votantonio" (che urla ai condomini anche dalle finestre di casa), ma il giorno del suo comizio nel paese natio, Roccasecca, scoperti i veri intenti speculativi del suo partito li denuncia pubblicamente ai concittadini. Svanito il sogno elettorale,Antonio torna alla vita noiosa di sempre. Il film e' un collage di storie diverse unite dal comune filo delle elezioni politiche, anzi la parodia delle stesse (par condicio ante litteram...). Girato nel 1963 con grande dispiego di attori celebri, (Gino Cervi stranamente faceva la parte del candidato liberale, dopo averci abituato a Peppone in Don Camillo). Il nostro Toto', bersagliere in pensione, naturalmente non viene eletto, anche per una sua scelta ben precisa, scoperti certi altarini del suo partito (il fantasioso Partito della Restaurazione) non esita a denunciarli in piazza rinunciando alla competizione elettorale. |