LA GUERRA E IL CINEMA Cefalonia I FILM, LE FICTION |
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Trama
Storia di due fratelli altoatesini di lingua tedesca, Wolfang e Helberg (fantasia sfrenata), che hanno scelto le due diverse cittadinanze (tedesca e Italiana) quando Mussolini portò a casa il riconoscimento definitivo delle terre al di qua dal Brennero (dopo la guerra il tutto ritornò in discussione). Nel settembre del 43 i due fratelli si ritrovano sugli opposti fronti a Cefalonia, l'uno, tenente della Divisione Acqui, contro l'altro, ufficiale dei Gebirgsjager. In questa pagina eroica e amara della guerra, rimasta a lungo quasi sconosciuta, si innesta la storia di Wolfang e Helberg divisi da una donna e dalle convinzioni politiche. |
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I GIORNI DELL'AMORE E DELL'ODIO - CEFALONIA
Attori |
Critica
"Sia chiaro, l'esordio di Salizzato,
epopea a basso costo dedicata a 'Blasetti e Leone', era la classica
missione impossibile, specie oggi che di film di guerra in Italia non se
ne fanno più. Operazioni simili richiedono idee di regia forti e
coraggiose. Qui l'unica idea è cavalcare forme e convenzioni del racconto
popolare, ma senza averne i mezzi né la capacità. Un po' pochino".
(Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26
maggio 2001) E' peggio che un'occasione sprecata: un film di una bruttezza così programmatica a tutti i livelli (scelta degli attori, recitazione da filodrammatica, dialoghi da fotoromanzo, scrittura ingessata) da diventare inquietante se si considera che ne è autore un saggista e docente di cinema, impegnato con rozza perversione cinefila nel ricorrere agli schemi più vieti del cinemelodramma. Finanziato con più di quattro miliardi di denaro pubblico. da Il Morandini. Dizionario di Laura, Luisa e Morando Morandini, Zanichelli, Bologna 2001 |
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Improbabile storia di due fratelli, di una donna indecisa e frettolosa, di battaglie con soli venti uomini sul campo, di soldati che respirando riempiono l’aria di nuvole di vapore poco giustificabili nel clima settembrino di una calda isola della Grecia, di prostitute isolane vestite come nel più raffinato dei bordelli cittadini e di una sequela di piccole ma deleterie inesattezze storiche. E se non fosse per la dedica al glorioso battaglione Acqui, verrebbe da credere che si tratti di una parodia di numerosi film tra i quali Salvate il Soldato Ryan. Non fosse altro per i numerosi e subitanei rallenty, per gli strazianti campi e controcampi e per i gli effetti speciali, che garantiscono un sicuro effetto trash, il film è anche penalizzato da una recitazione stentata e da alcune scene che proprio non si possono dimenticare, tra le quali merita di essere ricordata la scalmanata battaglia, in cui Helberg spara con due pistole in stile Terminator. Danila Filippone | |
locandine e immagini sono tratte da |
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CEFALONIA
Cast:
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Dal sito rai: Cefalonia, 8 settembre
1943. In una delle stanze del Comando, il giovane radiotelegrafista Davide crede di non aver capito bene quello che sta ascoltando: l’Italia ha chiesto l’armistizio. Nel clima di euforia che prende tutti, il sergente d’artiglieria Saverio Blasi (Luca Zingaretti) - veterano di troppe guerre - incontra Feria (Luisa Ranieri), la bella italiana che gestisce il Caffè San Marco. Trasferitasi in quell’isola per seguire il marito Michele (Claudio Amendola), che poi è partito per l’America e non è più tornato, ha tirato su da sola la figlia Elena (Jasmine Trinca). Con Saverio si confessano l’attrazione che provano, fanno l’amore, ma presto la speranza del ritorno si trasforma in un incubo: c’è un ultimatum dell’ex alleato tedesco che invita alla resa o alla guerra. Il Generale Gandin (Ermanno Grassi) chiede un referendum da tenersi tra i soldati. Il giovane Tenente Gualtieri (Fausto Paravidino) ordina l’adunata per votare. Ma Saverio non ci sta: dovevano chiamare i soldati a scegliere se volevano o no la guerra, e non se e come vogliono morire. Saverio è isolato. I reparti scelgono di combattere, e poco dopo mettono sotto tiro due imbarcazioni della Wehrmacht cariche di truppe. Inizia la battaglia. Dopo bombardamenti a tappeto che portano lo scompiglio tra le file italiane, Saverio viene mandato con un camion a tirare fuori dai guai il Tenente Gualtieri e i suoi uomini. Tra loro c’è Nicola (Corrado Fortuna), il giovane di cui è innamorata Elena. Saverio le promette che glielo riporterà indietro, ma in realtà Nicola è ferito e Saverio è costretto ad affidarlo alle cure di un dottore greco che fa parte della Resistenza. Si stringe così, attorno a Saverio e al tenente Gualtieri, un piccolo pugno di superstiti - il marinaio Davide (Flavio Pistilli), il fante-poeta Oreste (Fabio Balasso), il carabiniere Tancredi (Paolo Setta) grande promessa della maratona, il fedele attendente Senise (Antonio Milo) - che cercano di passare le linee per portare al Comando la notizia che alcuni reparti tedeschi stanno tentando una manovra di accerchiamento. Purtroppo, né il disperato coraggio di Saverio né la folle corsa di Tancredi, riescono a impedire che la tenaglia si chiuda. Il gruppo si sgretola, quasi tutti vengono catturati. Saverio si rifugia nel Caffè San Marco trasformato in ospedale da campo, dove Feria assieme al Maggiore medico Moreno (Valerio Mastandrea) e a Elena si prodiga per portare aiuto ai feriti. Appena Elena viene a sapere delle gravi condizioni di Nicola decide di lasciare la sua casa e di raggiungerlo. Saverio, dopo una notte passata accanto a Feria, prova a fuggire ma viene fatto prigioniero. Saverio scopre così, dopo la ferocia del prima, l’inaudita ferocia del dopo. Il comando tedesco ha stabilito che gli ufficiali italiani vanno considerati traditori. E pertanto vanno giustiziati. Saverio viene obbligato a guidare uno dei camion che vanno alla “Casa Rossa”, pochi chilometri fuori città. Qui, assiste impotente allo sterminio: a quattro a quattro, gli ufficiali italiani vengono fucilati - se ne salveranno soltanto poche decine. Passano i giorni. Dopo i primi pensieri di fuga, i prigionieri a poco a poco si riorganizzano, formano un raggruppamento clandestino: i “Banditi della Acqui”. Tra i promotori del gruppo c’è proprio Saverio, quello che sembrava più disincantato e distaccato, quello che non voleva combattere, quello che pareva senza ideali. Saverio, che mai l’avrebbe voluta cominciare, dice agli altri suoi compagni, per convincerli a resistere che "la battaglia di Cefalonia non è finita.” Con Feria invece, malgrado l’amore che li lega, le cose si complicano. A rendere impossibile la loro storia non è solo la guerra, ma i fantasmi del passato che all’improvvisano irrompono nella vita della donna a scompaginare i sogni di un futuro diverso. La prigionia è lunga, difficile, dura, ma arriva infine il giorno del riscatto. Dopo essere entrati in contatto con un piccolo nucleo alleato sbarcato sull’isola, Saverio e gli altri non si limitano ad aspettare lo sbarco inglese, ma contribuiscono attivamente alla disfatta tedesca. L’8 settembre del 1944, a un anno esatto di distanza dall’inizio del dramma, Saverio, alcuni ufficiali superstiti e i soldati prigionieri, capiscono che i tedeschi si stanno preparando alla fuga e che hanno minato il porto di Argostòli. Assieme alla Resistenza greca organizzano l’attacco, disattivano le mine, si impadroniscono della città. Altoparlanti di fortuna annunciano ai cittadini l’avvenuta liberazione, la flotta alleata è in vista dell’isola, e sul pennone di quello che un tempo era stato il Comando della Acqui, sale la bandiera italiana. Saverio, ora che è arrivato il momento di tornare a casa, guarda il mare, felice e triste nello stesso tempo. Feria gli va vicino, deve dirgli una cosa... |
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"Ma che domanda! Il coraggio militare
italiano non esiste. E' un ossimoro". |
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Il mandolino del Capitano Corelli
Titolo originale: Captain Corelli's mandolin -
Nazione: Usa |
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