I BERSAGLIERI

E IL CINEMA

ACCIAIO 

di Walter Ruttmann


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Regia di Walter o Walther Ruttmann
Soggetto Luigi Pirandello, tratto dal racconto "Giuoca, Pietro!" 

Musiche Gian Francesco Malipiero

Sceneggiatura: Emilio Cecchi, Stefano Landi, Walter Ruttmann, Mario Soldati
Fotografia: Domenico Scala, Massimo Terzano
Montaggio: Giuseppe Fatigati, Walter Ruttman
Scenografia: Gastone Medin
Interpreti:
Piero Pastore (Mario Vellini), Isa Pola (Gina), Vittorio Bellaccini (Pietro Ricci), Alfredo Polveroni (Giuseppe Ricci), Olga Capri (Emma Ricci), Arcangelo Aversa, Romano Calo', Romolo Costa, Luigi Erminio D'Olivo, Giulio Massarotti, Enzo Pagliericci, Domenico Serra
Produzione: Emilio Cecchi per La Cines anno 1933

Walther Ruttmann was born in 1887 in Frankfurt and died in 1941 in Berlin. He studied Architecture and Painting and worked as a graphic designer. His film career began in the early 1920s. His first abstract short films, "Opus I" (1921) and "Opus II" (1923) were experiments with new forms of film expression. Ruttmann and his colleagues of the avant garde movement enriched the language of film as a medium with new form techniques. Together with Erwin Piscator, he worked on the experimental film "Melodie der Welt" (1929). His other films include: "Opus III" (1925), "Opus IV" (1925), "Weekend" (1930), "Acciaio" (Stahl, 1933), "Altgermanische Bauernkultur" (1934), "Schiff in Not" (1936), "Mannesmann" (1937), "Henkel, ein deutsches Werk in seiner Arbeit" (1938), "Waffenkammern Deutschlands" (1940), "Deutsche Panzer" (1940), "Krebs" (1941), and many more

  Nato a Francoforte sul Meno nel 1887, Walther Ruttmann, fu una delle punte dell'avanguardia cinematografica tedesca. Esordì nel 1921 con una serie di brevi films animati sperimentali, Opus 1, 2, 3 e 4. Nel 1927 creò il movimento Impressionista "Sinfonia della città" con il film Berlino, sinfonia di una grande città, generando un grande numero di imitazioni da parte di svariati cineasti dell'epoca. Prima di dedicarsi al cinema sperimentale, Ruttmann, che aveva aderito giovanissimo al movimento Dada, era pittore e architetto. Nel 1924 supervisionò la sequenza del sogno nel Die Nibelungen di Lang e, due anni dopo, collaborò con Lotte Reininger nella creazione del primo lungometraggio di animazione, Le avventure del principe Achmed. Dopo il successo di Berlino, sinfonia di una grande città, Ruttmann, caso pressochè unico nell'ambito delle avanguardie artistiche dell'epoca, aderì al partito nazista e girò in seguito, nel 1929, un altro film "Sinfonia della città" intitolato Melodia del Mondo. Il regista tedesco, nel 1933, diresse anche, con uno stile prettamente Futurista, un film in Italia, Acciaio, con soggetto di Luigi Pirandello, quasi interamente girato all'interno delle acciaierie di Terni. L'anno seguente Ruttmann fu suggerito, senza successo, da Leni Riefenstal direttamente al neo-Cancelliere Hitler come regista ideale per Il trionfo della volontà, il film che era in cantiere e che la Riefenstal stessa avrebbe in seguito diretto celebrando i fasti del raduno nazista di Norimberga del 1934, il primo dopo la presa del potere da parte di Hitler. Quattro anni dopo ci fu una collaborazione diretta di Ruttmann al montaggio del film di Leni Riefenstal sulle Olimpiadi di Berlino del 1936, Olympia. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Ruttmann cominciò a girare documentari e reportages di propaganda per i nazisti. Nel 1941, a 54 anni, fu gravemente ferito mentre filmava con la sua cinepresa una battaglia sul fronte russo. Ricoverato a Berlino, morì pochi giorni dopo.
     

Isa Pola

 

 

La CINES, in un momento che il cinema d’oltreoceano aveva difficoltà in Europa (Doppiaggio e calo di qualità) chiamò alla direzione un intellettuale come Emilio Cecchi, non troppo filofascista, che sponsorizzò "Acciaio" di Ruttmann e "Gli uomini che mascalzoni" di Mario Camerini .Emilio Cecchi, lo scrittore, pensò di coinvolgere direttamente nel progetto il responsabile dell'ufficio soggetti e sceneggiature: Luigi Pirandello. Si, proprio lui. Il primo titolo dell’opera (Acciaio) è Acciaieria e la sceneggiatura è scritta dallo stesso Emilio Cecchi, in collaborazione con Mario Soldati. Ma il titolo cambia ancora quando Ruttmann e Pirandello si scontrano sul cast. Pirandello vorrebbe la sua Marta Abba (moglie)  e scrive nei frangenti a Emilio Cecchi: Vogliamo fare un documentario su quella baracca di ferrivecchi che è una fonderia italiana? Il mio sforzo è stato quello di cavare dalla stupidità meccanica un po' di dramma umano” e alla fine ritira la firma.

(Filippo Sacchi, Corriere della Sera, 8 aprile 1933 )
.. il soggetto è scritto da Luigi Pirandello su esplicita richiesta di Mussolini e la regia è affidata al noto documentarista tedesco Walter Ruttmann, arrivato in Italia dopo il successo ottenuto nel ’27 con Berlino Sinfonia di una grande città. Il film narra di due operai delle acciaierie di Terni innamorati della stessa donna. Uno dei due muore in un incidente e i colleghi sospettano che sia invece stato ucciso dal rivale in amore. ... La pellicola rappresenta un momento importante del cinema italiano poiché esso è riuscito formidabilmente all'italiana, non solo perché fatto in Italia, con tecnica italiana, con sole, con muscoli, con terra italiani, ma perché il direttore tedesco lo ha sentito italianamente nei suoi personaggi, e ne ha fatto una sincera e simpatica espressione della nostra anima popolare. Questi personaggi di Acciaio sono davvero nostri. Guardate il bersagliere (Mario) che torna a casa dopo il congedo. E' lui: bicicletta, piume al vento; così guizza giù dalla strada polverosa, così saluta, così rasenta le prime case del paese, i crocchi delle donne, i nugoli dei ragazzini che gli corrono dietro gridando. Perché Mario non é un bersagliere qualunque: é quello che ha vinto le gare di bicicletta al reggimento; è dunque quasi un campione. Un giorno passano per Terni anche i corridori del Giro d'Italia. Là, in quella folata di giovinezza e di entusiasmo, egli sente esplodere nel suo sangue la ribellione. Egli lascerà il paese, lascerà quella trista fatica quotidiana, diventerà corridore. Inforca la bicicletta e s'inerpica dietro la scia delle macchine che riga la collina. Al sommo della salita si ferma e si volge, con la gola secca e il cuore in tumulto, a guardare per l'ultima volta i monti, le officine, le cascate spumeggianti. Ed ecco mentre è là, un urlo di sirena echeggia nella vallata a chiamare gli operai al turno.

Acciaio http://www.hevelius.it/webzine/leggi.php?codice=223

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