Scena XI

Il faro illumina una donna sanguinante

 

Aspettavamo vicino al fornaio ognuno il suo turno...
Poi uno sparo... un altro sparo... e un altro ancora.
La gente si è data alla fuga disordinata...
Là uno si lamentava... altri cadevano a terra, forse colpiti, forse uccisi.
Grida urla pianti e preghiere.
Più in là una bambina... si disperava... aveva forse cinque anni... aveva le trecce bionde...aveva gli occhi neri ricolmi di paura... gridava "Mamma, mamma!"... intorno a lei solo il vuoto.
Gridava "Mamma, mamma!"
Aumentavano gli spari, là, provenivano dalle montagne... come fulmini dal cielo. Nessuno respirava più nella città del martirio... solo il pianto disperato della bambina s'udiva in quel silenzio di morte. Le pallottole fischiavano sempre più vicine, crivellavano le pareti, mandavano in frantumi le finestre e scendeva una pioggia di vetri luccicanti. Allora mi sono mossa. Ho spinto a terra la bambina, l'ho protetta col mio corpo. Poi ancora spari, ovunque spari. Pregavo.
D'un tratto come un temporale è finito tutto...
"Angelica, Angelica" Ho sentito gridare. La bambina si muoveva ancora, ha risposto, ha urlato "Mamma!"
Si sono abbracciate, era sporca di sangue, del mio sangue, del nostro sangue. La donna mi ha guardato con occhi che ringraziavano, il volto caldo di lacrime e poi più nulla...
Non avrò un monumento o una medaglia. Mi è bastato il sorriso di un angelo e si è aperta la porta del Paradiso.