Il male di Don Gaetano

di Luciano Melotti

recensione a cura di Giorgio Barba




Copertina libro Storie di ordinaria follia accadono tutti i giorni. Basta sfogliare i quotidiani nazionali, ma soprattutto locali, per convincerci che la realtà spesso supera la fantasia più libera e sfrenata, in quanto l'assurdo della vita è vissuto e raccontato con note e toni che sfiorano la tragicommedia. Quindi, non deve stupirci la vicenda narrata da Luciano Melotti (pseudonimo di Luciano Crosetto) nel romanzo Il male di Don Gaetano. Un romanzo di camorra in cui vittime e carnefice giocano la loro esistenza sul filo della lama lucente della morte fino a che non s'invertono, ma solo in apparenza, le parti e il carnefice, senza volto e senza coscienza, che esercita il suo potere di vita e di morte come un signore feudale, si trasforma in vittima di una mente perversa e ossessionata dalla mancanza del potere stesso.
Il destino si diverte a incrociare le strade della vita degli uomini che, nonostante la convinzione di essere padroni assoluti delle proprie azioni, si trovano spesso coinvolti e dispersi in avvenimenti cui non possono opporsi. Costretti a lasciarsi trascinare e a dimenticare, inconsciamente covano dentro un desiderio di giustizia da ottenere a tutti i costi, anche mettendo a repentaglio la reputazione e la sopravvivenza. E' questa la molla che spinge Diego Lopez, protagonista del romanzo, a odiare la società ambigua e ipocrita che gli sta intorno e che onora e teme chi, invece, dovrebbe esserne allontanato. L'adolescente Diego, durante una delle sue scorribande alla ricerca di un breve piacere della vista, ascolta casualmente un dialogo tra il boss del luogo e un killer. Il conseguente caso di lupara bianca sconvolge e cambia l'esistenza del giovane, in quanto l'omertà, l'imprevedibile intrecciarsi dei fatti e l'esile filo che distingue la legalità dall'illegalità dilagante lo conducono a una macchinosa vendetta.
La bramosia di potere del boss si contrappone al delirio di onnipotenza di Diego, diventato medico, che abilmente gioca sulla fiducia del suo paziente, facendo insorgere in lui un male ignoto, non oscuro, e sconvolgente che debilita il fisico e la psiche. Diego Lopez riesce a soggiogare il boss e a ridurlo in uno stato di prostrazione estrema, ricorrendo anche all'insinuazione subdola del dubbio e all'ansia della solitudine, anticamera della morte dell'anima, prima che del corpo.
Il Melotti sa narrare la storia senza toni drammatici, poiché inserisce i fatti in un alone nebbioso che richiama alla mente il clima omertoso che si respira in alcune regioni meridionali. Basta un'allusione per togliere la vita a qualcuno, basta una morte con sparizione del cadavere per gettare nel fango l'onorabilità di un uomo, basta una conversazione per cambiare la vita di un ragazzo e trasformare il desiderio di giustizia in un'ingiustizia ancora più grande. Emblematica l'espressione "abbassate la fiamma dei lumi", tratta da una commedia del grande Edoardo De Filippo, che lascia intendere la commissione di un omicidio con una teatralità spaventosa che nasconde il reale significato del gesto: la finzione, insomma, che diventa, anzi sostituisce la stessa realtà, mascherando il male con una parvenza di quotidianità. Ma ciò che il Melotti vuole mettere in risalto è soprattutto l'impotenza delle istituzioni di fronte alla criminalità organizzata; l'assuefazione della gente comune ad un potere tirannico al di là della legalità; la rassegnazione all'idea che, per combattere la criminalità, bisogna utilizzare le sue stesse armi: l'inganno, la menzogna, l'omicidio. Per fortuna, esiste anche la consapevolezza che ogni delitto, anche quello commesso a fin di bene, prima o poi non resterà impunito.
Il romanzo presenta un struttura narrativa lineare, con alcuni salti temporali e un linguaggio che ricorre talvolta ad un Italiano regionalistico, con l'innesto di neologismi ed espressioni gergali. Tutto ciò rende la lettura del libro piacevole e stimolante.



TITOLO: Il male di Don Gaetano
AUTORE: Luciano Melotti
CASA
EDITRICE:
Piero Manni
PAGINE: 184
DATA DI
PUBBLICAZIONE
1999