Comi, Bodini, Pagano
proposte di lettura

di Ennio Bonea

recensione a cura di Giorgio Barba




Copertina libro L'ampliamento degli orizzonti culturali e letterari in chiave europea e globale, grazie anche ad Internet, rende necessaria spesso una semplificazione antologica di autori e opere che, purtroppo, delude e non convince. Il rischio principale è naturalmente quello di imporre con determinate scelte un tipo di cultura che non esaurisce l'intera produzione letteraria italiana, ma che rappresenta soltanto la visione personale del critico di turno che si avventura in operazioni chirurgiche difficili e quasi mai perfettamente riuscite. In tal modo si viene a creare una frattura tra i cosiddetti autori maggiori che interpretano il sentimento nazionale, e gli autori minori che operano, loro malgrado, in ambito regionale, provinciale, periferico e, pur alimentando il fuoco sacro della creatività poetica, rimangono emarginati a causa di fattori e/o di pregiudizi storici, economici, sociali, ideologici.
Naturalmente è convinzione comune che l'identità culturale di una regione (o di una subregione come il Salento) vada salvaguardata e difesa dalle semplificazioni banali e dalle massificazioni. Pertanto l'esigenza di punti di riferimento appare sempre più urgente, come indispensabile risulta anche una certa promozione degli autori salentini, spesso trascurati o poco conosciuti dalla critica militante, perché non inquadrabili in canoni o standard nazionali o ideologici.
Gli scrittori salentini hanno operato in un territorio marginale, lontano dai circuiti editoriali e commerciali nazionali e internazionali. Le esperienze letterarie si sono esaurite generalmente nel giro di pochi anni, lasciando immancabilmente il senso della solitudine e il desiderio di fuggire da una terra amara, amante possessiva e matrigna crudele con i propri figli. Un tale amore viscerale e innato negli scrittori salentini nei confronti del luogo d'origine non sempre viene riconosciuto come un pregio da valorizzare dagli stessi conterranei. Infatti le case editrici snobbano gli scrittori salentini e quelle poche radicate nel territorio non si avventurano in imprese editoriali rischiose come la pubblicazione di romanzi o di libri di poesia, condannando la cultura di una terra di frontiera all'isolamento.
Ennio Bonea, pertanto, (con la sua ultima pubblicazione Comi, Bodini, Pagano, Proposte di lettura, edizioni Piero Manni) compie un'operazione encomiabile individuando in Comi, Bodini e Pagano i vessilliferi della poesia salentina, tracciando una pista a future ricerche sul clima letterario del dopoguerra.
Nel saggio di Bonea, la figura di Comi è tratteggiata anche attraverso le testimonianze dirette dei suoi concittadini riportate nel libro Girolamo Comi uomo di ogni giorno a cura di Indino Carmelo e Minerva Enrico. Ne viene fuori un uomo che stupisce per la sua bontà, per la sua sincerità e soprattutto per la sua umiltà. Comi non disdegna di parlare con la gente comune di Lucugnano (sperduto paese nell'entroterra leccese), egli si sente uno di loro e, nello stesso tempo, sa di essere il portatore di una ventata di aria nuova (la fondazione dell'Accademia salentina e la pubblicazione della rivista "L'albero") che raccoglierà le firme di poeti, scrittori e critici di fama nazionale. Comi, per le sue disastrose imprese economiche, ha rappresentato il tipo del poeta che non sa vivere sulla terra tra gli uomini, ma che sa volare come l'albatro baudelairiano in alto, non curante dei nembi e delle tempeste. Il suo destino è stato quello di morire in povertà, lasciando, però, dietro di sé, un buon ricordo non soltanto sul piano poetico, ma anche su quello umano.
Più problematico, invece, è il rapporto di Bodini con la sua terra; poeta più apprezzato - a quanto dice Bonea - che letto. Bodini, nella sua giovinezza futurista, definì Lecce "conservatrice" e "passatista" ed ebbe sempre un rapporto "molto ruvido" con la città. Il suo iter culturale lo portò da Lecce a Firenze a Madrid a Roma per un ritorno nella sua città dell'infanzia che diventò, oltre che una dimensione poetica, la rappresentazione metaforica di tutto il mondo. Così egli, attraverso la "scorciatoia" della poesia, ha raccontato ai suoi concittadini e a tutti i lettori la sua "esperienza poetica" (titolo di una rivista da lui fondata e diretta) che lo condusse ad un surrealismo baroccheggiante, mirante a sprovincializzare la cultura salentina e a inserirla in un contesto europeo.
Forse il poeta meno conosciuto della triade è proprio Pagano, non perché la sua vis poetica sia stata inferiore, ma perché le sue opere hanno avuto una scarsa distribuzione, affidata ad edizioni di pochi esemplari dati brevi manu ad amici e conoscenti. Il rapporto di Pagano con la città di Lecce è il più drammatico: se Comi e Bodini si sono allontanati dalla loro terra, appagando il desiderio di fuga, per poi ritornarvi, egli si è considerato sempre "un esiliato in patria", un solitario che ha anelato partire con la consapevolezza di non poter vivere lontano dalla sua terra. La sua attività letteraria, infatti, si apre e si conclude nel Salento come in un eterno "ritorno senza partenza". Il suo odio-amore per i "soliti ulivi" e le immagini oleografiche lo spingono a desiderare il montaliano varco per accedere ad una nuova realtà non solo geografica, ma noumenica. Pagano tuttavia è cosciente della sua condizione di recluso e di prigioniero di una "piovra fantastica / la campagna leccese".
Bonea considera Comi Bodini e Pagano gli ambasciatori della cultura salentina in Italia e all'estero, anche se va ribadito che non ha avuto l'obiettivo di effettuare la solita operazione di selezione. Con la sua pubblicazione ha costruito le fondamenta per ampliare gli ambiti di ricerca, suggerendo dei punti di riferimento a partire dal secondo dopoguerra da cui prendere l'avvio per approfondire le problematiche connesse e per divulgare capillarmente la poesia salentina. Il libro, infatti, propone contemporaneamente due itinerari di lettura: un primo approccio fornisce gli elementi necessari per uno studio scolastico degli autori con un profilo biografico-letterario, con la delineazione del pensiero e della poetica, con una scelta antologica delle poesie; il secondo itinerario, invece, è più approfondito e offre spunti di riflessione e di ricerca sui tre poeti che sicuramente hanno contribuito a caratterizzare l'essenza dell'anima salentina sempre sospesa tra misticismo orfico, surrealismo baroccheggiante, ermetismo classicheggiante.



TITOLO: Comi, Bodini, Pagano
proposte di lettura
AUTORE: Ennio Bonea
CASA
EDITRICE:
Piero Manni
PAGINE: 304
DATA DI
PUBBLICAZIONE
1998