Recensioni - Musica

The Stranglers

Suite XVI

2006 (EMI Records)


Il 16° album in studio degli "Strangolatori". Non a caso l'album si chiama Suite XVI come il numero dell'album in studio ma anche dedicato ai 16 anni che gli Stranglers sono stati con Hugh Cornwell e i 16 anni con Paul Roberts.

Infatti poco prima dell'uscita di Suite XVI, Paul Roberts, neo cantante degli Stranglers dal 1991 dopo la mitica era di Hugh Cornwell, lascia la band.

Gli Stranglers cosi continuano in 4 con i 3/4 dei membri storici (J.J. Burnel, Dave Greenfield e Jet Black) più il neo chitarrista Baz Warne dal 2000 con la band.

Quest'album io lo considero un altro grande gioiello della mitica band che non vuole finire di stupire il suo pubblico che continua ad amarli da anni. L'album è di un certo rock psichedelico con alcuni riferimenti punk, dark, rhythm and blues e anche country. Il singolo "Spectre Of Love" e gia di un certo rock, "See Me Coming" brano travolgente che faceva gia parte della colonna sonora della serie di un cartone animato giapponese "Gankutsuou" (versione futuristica del Conte Di Montecristo in Dvd) fatta da JJ Burnel insieme a quasi tutta la colonna sonora del film animato, per quanto riguarda "Bless You (Save You, Spare You, Damn You)" penso che sia uno dei brani più belli che abbiano mai fatto in tutta la loro storia gli Stranglers, brano stupendo con una chitarra di Baz Warne ipnotica, atmosfere molto psichedeliche, io non sentivo brani di questo livello in circolazione da ormai un pezzo e solo questo vale l'acquisto di tutto il cd specie x chi seguiva gli Stranglers una volta e che poi li ha disconosciuti dopo le loro sventure varie. Sottolineo anche "A Soldier's Diary" brano che alterna fasi di rock molto duro con momenti ipnotici (le mitiche tastiere di Dave Greenfield) che ricordano i tempi di Duchess nel 1979 (tempi memorabili !!!), infine evidenzio "Relentless" che la chitarra di Baz e la voce di Burnel fanno ricordare una nuova sorta di "Time To Die" dell'album "Stranglers In The Night" ma seguito da un accordo di tastiere che se non erro è molto simile a "Get A Grip On Yourself". Comunque, a mio parere, ancora una volta gli Stranglers segnano un'altra pagina nella storia del rock.

The Cure:

The Cure

2004 (Geffen Records)


L'uscita di quest'album dei Cure mi dimostra ancora una volta la loro eterna immortalità musicale con una voce di Robert Smith che sembra sempre la stessa e non invecchia mai; sembrano degli angeli  immortali che incombono da decenni sulla nostra vita.

Ancora una volta i Cure, con questo disco, riescono a far sognare e farti attraversare momenti tra sogno e incubo, vasti territori desolati e colmi di angoscia e depressione, il loro look non ci tradisce mai e ci accompagnerà per sempre come delle dolci note per le loro anime dannate.

La differenza di quest'album con i vecchi e che questo l'ho trovato un dark più rock nei confronti dei precedenti.

Il modo di cantare di Robert Smith sembra di essere ritornato ai tempi di The Top (1984) con notevoli ed evidentissimi riferimenti dei brani di quell'album, ma le sonorità spesso sembrano quelle di Wish, insomma la band sembra non tradirti mai rimanendo sempre legati alla loro musica ed è questo che affascina perchè a mio parere non c'è niente da cambiare perchè il loro genere è unico e inimitabile; la meraviglia è che loro sono e saranno sempre gli stessi.

L'album "The Cure" attraversa momenti di forte insofferenza fino ad un esplosione psichica (Lost, Labyrinth, The Promise) a dei momenti molto dolci e malinconici (Taking Off, Alt End, Before Three); l'ultimo brano, Going Nowhere, a mio parere stupenda e uno dei brani più belli che i Cure abbiano mai fatto e chiudono con un tocco di romanticismo esistenziale particolare mai sentito prima dalla band di Robert e forse anche l'unico brano dell'album con queste caratteristiche così profonde.

Il bello e che ancora una volta i Cure ci dimostrano che persino i b-sides dei singoli di quest'album sono di altissimo livello (This Morning, Fake ecc.) e forse anche più belle di alcuni brani che si trovano nell'album proprio, anche se alcuni di questi b-sides sono usciti nell'album stesso nell'edizione vinile o in alcune pubblicazioni straniere.

Un album stupendo che quindi consiglio vivamente e che mi dimostra che Robert & co. per me non moriranno mai e saranno sempre eterni.

The Stranglers:

Coup De Grace

1998 (Eagle Records)


Bellissimo album realizzato da questa storica band che ha fatto sognare le generazioni degli anni '70 e '80.

Un album segnato da un fascino musicale, un poco come aveva fatto "Feline" nel 1982, con brani molto struggenti e romantici al tempo stesso, ma naturalmente stiamo parlando di un album del 1998 e non dell'82, quindi la musica è molto più attuale.

La voce di Paul Roberts (ormai sostituto definitivo del vecchio e leggendario Hugh Cornwell) è di una meraviglia infinita e trasforma ancora di più in un bellissimo gioiello il valore musicale di quest album.

Magari questo è stato un album inaspettato anche se il precedente "Written In Red", uscito nel '97, sembrava dimostrare a tutti che gli Stranglers erano sempre grandi e che, nonostante la grande perdita del vecchio Hugh Cornwell, loro continuano a suonare imperterriti e convinti di quello che fanno sapendo di essere ancora grandi.

Nel '97, con Written In Red. gli Stranglers hanno dimostrato la loro grandezza musicale e con Coup De Grace, nel '98, hanno semplicemente riconfermato.

Coup De Grace è un album molto romantico che trasporta l'ascoltatore in un incanto senza precedenti, atmosfere notturne e  attualissimi con i tempi di oggi anche se non tradiscono mai il loro genere.

Non mancano brani più rock che irrompono in questa favola di romanticismo con un qualcosa di apocalittico come "Jump Over My Shadow" oppure stesso il brano "Coup De Grace" come l'omonimo album.

Un vero capolavoro anche se ben lontano dall'euforia e la fama degli anni '80 quando Hugh Cornwell suonava ancora con loro, ma questa è stata la grande sfida che hanno affrontato gli Stranglers, e tenendo conto dell'età che oggi hanno e i tanti artisti musicali nuovi che esistono oggi, il loro è stato di sicuro un vero trionfo, tutto questo dimostrando a chi li ama ancora di essere sempre un grande gruppo che è in grado di fare ancora grandissime cose.

The Stranglers:

Norfolk Coast

2004 (EMI \ Roadrunner Records)


Album degli Stranglers realizzato nel 2004 con il nuovo e ottimo chitarrista Baz Warne, sostituto di John Ellis che venne al posto di Hugh Cornwell nel '92 insieme a Paul Roberts.

La bravura di Baz Warne la si riscontrava già in un paio di album realizzati gia prima di questo con gli Stranglers: "Laid Black" uscito nel 2001 (album acustico degli Stranglers) e "5 Live 01" bellissimo live in Europa uscito anch'esso nel 2001.

Norfolk Coast, a differenza del precedente Coup De Grace, è un album molto più rock e in molti casi sembra di essere ritornato nel lontano 1977 nei tempi di Rattus Norvegicus e No More Heroes con sonorità sempre all'avanguardia con i tempi di oggi.

La chitarra di Baz Warne è fulminante in quasi tutto l'album e si vede un Jet Black che, nonostante la sua età avanzatissima, sembra essere giovanissimo come un trent'enne, i giri di basso di JJ Burnel sono sempre mitici e una magnifica tastiera in alcuni brani che sembra far rivedere di nuovo i "baffi di Dave Greenfield" del lontano '77 - '79.

L'album apre con il brano Norfolk Coast, a mio parere, un brano spettacolare e di altri tempi; un brano epico da memorizzarlo nella storia del rock.

Segue con i bei singoli Big Thing Coming e Long Black Veil, il resto dell'album rimane su questa scia e atmosfera creata inizialmente da Norfolk Coast.

Un vero trionfo x gli Stranglers, tenendo presente anche della pubblicazione dell'album dalla EMI inglese (l'ultimo album in studio che uscì dalla EMI fu "La Folie" nel 1981).

Un album bellissimo che non delude i fans degli Stranglers che li seguono imperterridi ormai da anni.

Hugh Cornwell:

Footprints In The Desert

2002 (Track Record)


L'album Footprints In The Desert è un pò un esempio di quello che ha fatto e continua a fare l'ex leader degli Stranglers oggi.

La musica ha delle vene molto pop ed è molto attuale, un poco come Hugh fece con "Wired" nel '93.

X chi ha ascoltato gli Stranglers x anni ma non Hugh Cornwell da solo, stenterebbero a riconoscerlo in questi panni se non per la voce.

Footprints In The Desert è un album molto pop e più distante dalla musica che fecero gli Stranglers in passato.

Quest'album rimane comunque un ottimo prodotto realizzato da Hugh nonostante la differenza dal passato.

I brani sono di una certo coinvolgimento particolare e si ascoltano fluidamente senza problemi e in più si sentono spesso degli assoli di chitarra stupendi da Hugh che non deludono mai tutte le aspettative.

Non mancano alcuni brani rock particolari anche se diversi da quello che lui ha fatto in passato negli anni '80, ci sono anche dei brani più sdolcinati come Fresh Air e Coming Of Age con delle tracce country, oppure la bellissima cover Venus In Furs di Lou Reed.

In complesso un album veramente bello anche se la strada percorsa da Hugh è ben diversa dal passato; un album piuttosto compatto e pulito in confronto al molto più rock "Guilty" del '97 e il più malinconico visionario e bellissimo "Hi Fi" del 2000.

Sons Of Shiva

(Track Record)


Bellissimo album realizzato da questa band ideata da Hugh Cornwell, ex Stranglers e Sex W Johnston.

I brani sono ben diversi da quello che ha fatto Hugh Cornwell di recente nei suoi album.

Le musiche si lanciano su un genere decisamente Dark, con atmosfere profondamente notturne e ambientazioni estremamente gotiche.

Una cosa del genere la si rivede solo ed esclusivamente in quel bellissimo album solistico che fece Hugh nel '79 in breve pausa con gli Stranglers: l'album "Nosferatu".

Quest'album dei Sons Of Shiva sembra ripercuotere un poco in parte quelle atmosfere anche se la musica è più attuale.

E' una musica dark che si accosta molto anche a quelle atmosfere che evocarono altri mostri sacri del passato come Bauhaus e Sisters Of Mercy; un album diviso tra sogno e incubo, viaggi che sembrano rievocare l'antico Egitto.

Il primo brano "Tower" è apocalittico, mentre il successivo "Man's God The Mangod" è un brano letteralmente stupendo dalla durata di più di 9 minuti che ti trasporta in un mondo di un incanto indescrivibile.

Le chitarre di Hugh Cornwell spesso si intrecciano come dei rami di alberi in una foresta nel profondo della notte.

Un album assolutamente unico e assolutamente da non perdere x tutti i fans degli Stranglers, di Hugh e x tutti i stimatori del genere.

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