FRISCO
Testimonianza diretta del direttore di macchine Antonio Vignolo cittadino camogliese, imbarcato nella nave cisterna "Franco Martelli";
Luogo: Cisterna "Franco Martelli" Fortaleza e Recife in Brasile;
Data: 27 aprile 1941;
Protagonisti: Capitano Giuseppe Ardillo e Direttore di macchine Antonio Vignolo;
La sera stessa in cui il "Frisco" partiva da Fortaleza, la cisterna "Franco Martelli" di 4535 TSL della A.G.I.P., lasciava il porto di Recife, in Brasile. Era una motonave modernissima essendo entrata in servizio nel 1939, ed i motori FIAT le consentivano una velocità di 13 nodi; aveva una portata lorda di 14886 ed il suo carico era di 13660 tonnellate di nafta, carico oltremodo prezioso. Il comandante era il capitano Giuseppe Ardillo ed il direttore di macchina il concittadino Antonio Vignolo. Seguendo le rotte consigliate la nave aveva attraversato l'Atlantico velocemente e senza fare alcun incontro. Il mattino del 18 aprile quando si trovava a sole 200 miglia dalla costa atlantica francese, venne colpita da un siluro, a sinistra verso prora. Il contraccolpo dell'esplosione fese saltare gli interruttori di massima dei macchinari ausiliari che provocarono l'arresto immediato dell'apparato motore. Poiché in quel momento la nave si trovava in una zona sorvolata da due aerei tedeschi in perlustrazione, il comandante ritenne che la nave fosse incappata in una mina e per quanto la nave non corresse immediato pericolo di affondamento dette l'ordine di abbandonare la nave, pensando di ritornare a bordo, se l'esplosione era stata causata da una mina, per rimettere in moto l'apparato motore e riprendere la navigazione. Mentre venivano ammainate le lance, un secondo siluro colpì la nave proprio in corrispondenza dell'apparato motore e la nave incominciò ad affondare lentamente. Il mare era agitato e le imbarcazioni rischiavano di fracassarsi sotto il bordo e perciò il personale che si imbarcava per ultimo si buttava in acqua dalla biscaglina e veniva raccolto dalle lance. Il comandante ed il radiotelegrafista furono gli ultimi a lasciare la nave. Tutti i 37 uomini dell'equipaggio scamparono al naufragio; si perse solamente il motorista di garanzia della FIAT. Le imbarcazioni di salvataggio fecero vela verso la costa francese, ma vennero salvati dai dragamine germanici inviati sul posto da un aereo tedesco che sorvolando la zona aveva assistito alla scena del naufragio. L'affondamento della "Martelli" provocò un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità del comandante per non aver cercato di rimettere in moto al più presto l'apparato motore e far accostare la nave dal lato opposto a quello dal quale era venuta l'offesa che forse avrebbe potuto così evitare il secondo siluro. A conclusione dell'inchiesta il Comando superiore delle forze subacquee in Atlantico suggeriva l'opportunità di impartire particolari istruzioni ai comandanti di piroscafi per il caso di attacco nemico e Supermarina chiedeva che l'ufficio di Collegamento della Marina italiana a Belino e Betason facessero presente alle competenti autorità tedesche l'opportunità di far conoscere, in tempo, avvistamenti di unità nemiche nelle adiacenze delle zone di previsto passaggio dei prossimi arrivi di altre navi italiane, ed in tal caso la convenienza di spostare le rotte di approdo ed in quale direzione.