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Viaggio alle Maldive - Helengeli Island Resort

Maldive: la prima volta di Francesco e Antonella.

Soggiorno dal 01 al 08 giugno 2009.

Amanti del mare e dei viaggi, subacquei da tempo, quest'anno decidiamo di raggiungere una meta per noi nuova: le Maldive. Ci affidiamo per questo ad un tour operator che conoscevamo già : Aquadiving.

Arriviamo a Fiumicino, come da programma, 2 ore prima dell'ora stabilita per la partenza. Il check-in è già  aperto e quindi ci rechiamo subito presso il box della Qatar Airways per l'imbarco del bagaglio ed il ritiro dei biglietti. C'è già  un po' di fila, ma è abbastanza scorrevole ed il tutto si risolve in una ventina di minuti. L'imbarco avviene in orario, e alle 12,30 l'aeromobile, un Airbus A330, spicca il volo. All'interno, i posti sono quasi tutti occupati, ma i seggiolini, abbastanza comodi e dotati ciascuno di video interattivo, fanno sì che il volo sia confortevole. L'assistenza del personale di bordo è ineccepibile ed il cibo accettabile. Il volo scorre via tranquillo, anche se attraversiamo alcune zone di turbolenza, brevi ma intense, durante le quali, mentre Antonella tranquillamente sta guardando un film, incrocio gli sguardi di altri passeggeri, i quali cercano di ostentare una malcelata tranquillità . Dopo poco più di 5 ore eccoci arrivati a Doha, la capitale del Qatar, per il primo scalo.

Qui ci attende una lunga attesa di quasi 6 ore. L'aeroporto non è grandissimo, ma tra una lunga visita al duty free ed ai vari negozi, qualche giochetto sul portatile, l'aver mangiato un po' di patatine fritte e qualche biscottino (uniche cose decenti commestibili) ed un po' di relax, arriviamo al momento dell'imbarco per il secondo volo, che anche questa volta parte in perfetto orario. Dopo circa 4 ore di volo, la luce del giorno penetra dai finestrini dell'aereo e guardando di fuori si scorgono già  gli atolli delle Maldive. Fantastico. Proprio come visto nei cataloghi e su internet. Alle 7,50 di lunedì mattina arriviamo all'Aeroporto della capitale, Malè.

Il primo impatto con il clima è abbastanza duro, tempo bello, ma molto caldo e molto umido, afoso, tipico delle zone equatoriali, ma in poco tempo ci si abitua. Con un pulmino veniamo subito accompagnati al piccolo idroscalo da dove partono gli idrovolanti. Attendiamo un'oretta circa, dopodiché ci imbarchiamo sul piccolo bimotore, che ci conduce alla nostra isola dopo un breve volo di una ventina di minuti, durante i quali sorvoliamo paesaggi meravigliosi. Dall'alto scorgiamo finalmente il paradiso che ci accoglierà. Una volta ammarati, subito una barca si leva dall'isola per venire a prenderci. Un incaricato ci accoglie e, offrendoci un cocktail di benvenuto, ci da (in inglese) tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per il soggiorno al villaggio, dopodiché cortesemente ci saluta e ci fa accompagnare al bungalow assegnatoci. Entriamo: camera abbastanza ampia, tutto in ordine e profumato; una curiosità : il bagno è all'aperto. Salutiamo il nostro accompagnatore che ci spiega essere anche il nostro assistente di camera e gli elargiamo una piccola mancia (che non guasta mai). Ci togliamo subito gli abiti del viaggio e soprattutto le scarpe, che non useremo più fino al momento di ripartire. Curiosi come sempre, decidiamo di fare subito un giro dell'isola di primo approccio. Veniamo subito impressionati dalla rigogliosa (e ben curata) vegetazione, dal biancore della sabbia di corallo e dai colori stupendi del mare.

Camminiamo a piedi nudi sulla sabbia, che, al contrario di come ci aspettavamo, non è affatto surriscaldata e sembra addirittura soffice: un piacere camminarci. Guardandola più attentamente, ci accorgiamo che la sua superficie è fittamente ricamata con disegni finissimi; solo a sera, capiamo che sono le impronte lasciate dalle migliaia di paguri grandi e piccoli che vi camminano sopra.

Proseguendo nella passeggiata giungiamo in punto bellissimo, dove una lingua di sabbia bianca si protende verso il mare aperto e poi scompare immergendosi in esso. Arrivando fin quasi al suo punto estremo, con le onde che vengono sia da da destra che da sinistra e che ci accarezzano i piedi, giriamo indietro lo sguardo e vediamo l'isola con l'impressione di trovarsi in mezzo al mare a camminare sulle acque.

Camminiamo ancora per circa un quarto d'ora, fino a quando, guardandoci intorno, non ci accorgiamo di trovarci nel punto da dove eravamo partiti. Nel frattempo è già ora di pranzo e quindi decidiamo di recarci al ristorante. Nel tragitto, passiamo davanti al bar, alla biblioteca e internet point ed infine sfiliamo il piccolo negozietto di souvenir che però apre solo a sera. Giungiamo così al ristorante: pavimento in sabbia (così come per il bar), ambiente sobrio ed accogliente con finiture in legno. La cucina è internazionale ed asiatica allo stesso tempo: nel complesso si mangia bene.

Visti gli stupendi paesaggi esterni e da "vecchi" e appassionati sub quali siamo, il desiderio di esplorare l'ambiente sottomarino ci pervade e ci rechiamo quindi subito al diving che si trova a pochi passi dal ristorante. Veniamo accolti da Mike, molto simpatico e gentile, ma parla solo tedesco e inglese e ci dice di ripassare in serata per parlare con la guida italiana. Così, torniamo più tardi e la guida Giovanni ci spiega come funziona il diving. Per la verità  la spiegazione è lunga e le regole che ci illustra sono molte; il tutto ci sembra molto macchinoso, tant'è che, alla prima immersione, per aver capito male alcuni orari, arriviamo con circa 20 minuti di ritardo e per questo abbiamo dovuto caricare a mano su di un carrello tutta la nostra attrezzatura e trasportarla a piedi dal diving al punto di imbarco (circa 250 m di tragitto). Lo staff del diving è molto professionale, prima dell'immersione viene fatto il briefing in due lingue: tedesco e inglese, mentre solo se è presente la guida italiana, viene fatto anche in italiano. Ad ogni modo, per noi che un po' di inglese lo "mastichiamo" va bene anche così. In immersione, la visibilità è quasi sempre scarsa, data anche la stagione, e spesso la corrente è forte e anche a sfavore, ma nonostante ciò, quello che si riesce a vedere ci ripaga di ogni sforzo. Per me che sono un fotografo, non è facile fermarsi per scattare le foto, data la corrente spesso piuttosto forte, tuttavia, anche con l'aiuto di mia moglie Antonella, riesco a catturare alcune immagini di animali e scorci bellissimi. Nonostante la visibilità , il paesaggio è bellissimo: coralli duri e molli di ogni tipo, spugne multicolori e gorgone ricoprono i fondali e le pareti sommerse, moltitudini di pesci di vetro ci accolgono all'inizio dell'immersione e ci accompagnano per gran parte di essa, così come i branchi di azzannatori, grugnitori e fucilieri. Negli anfratti e tra i coralli, cernie tropicali, stelle marine, aragoste, ogni tanto qualche nudibranco dai colori sgargianti che passeggia, pesci pagliaccio che sbucano nervosi dai loro anemoni e meravigliose composizioni di crinoidi, pesci pagliaccio, pesci chirurgo e chi più ne ha più ne metta. Se poi si ha l'accortezza di gettare lo sguardo verso l'alto, ma solo in alcune immersioni, si può vedere il passaggio di aquile di mare o se si è fortunati, di una manta. Può accadere anche di vedere un grosso squalo di barriera che, forse incuriosito dal nostro aspetto o dal flash della fotocamera, ci gira intorno e ci osserva.

Le guide ci accompagnano all'inizio dell'immersione per un breve tratto, poi ognuno viene lasciato libero di farsi l'immersione che vuole, tenendo presente che: tempo max. 75 minuti, profondità  max. 30 metri. Forse a volte avrei preferito che le guide fossero più presenti per indicarci le cose da vedere, tanto più che spesso la visibilità  era veramente scarsa. In superficie, comunque, la nostra barca d'appoggio ci segue attentamente e da qualsiasi punto si riemerga, l'equipaggio è sempre pronto a ripescarci: veramente una sicurezza.
Al diving, comode vasche per il risciacquo delle attrezzature, box e appendiabiti per riporle. Ottimo.

Dopo l'immersione, una bella doccia e poi in spiaggia a godersi il tramonto.

Al calare della sera, ci rechiamo al ristorante per la cena. Dopo il pasto, tranquillità  assoluta. Niente animazione, stupendo.

Una tappa al bar per un buon caffè espresso, che per essere alle Maldive non è niente male, due chiacchiere con la guida subacquea italiana o con qualche altro ospite del villaggio, poi una bella passeggiata per i viali del villaggio segnalati appena da deboli luci soffuse per poi raggiungere la spiaggia, illuminata dalla bianca luce della luna che in questo periodo ci appare nella sua pienezza; sulla sabbia i paguri che si rincorrono e che vanno in cerca di cibo.

Dopo un po' la stanchezza inizia a farsi sentire ed anche se a malincuore per dover lasciare questa atmosfera incantata, ci dirigiamo verso il nostro bungalow per il meritato riposo. Per l'indomani altri incontri, altre immersioni ed altre avventure ci attendono...

I giorni della vacanza passano veloci; nel villaggio non ci sono molte persone e noi siamo gli unici italiani, ma ciò non ci disturba affatto. Passeggiando per l'isola di giorno si possono incontrare delle specie di piccole iguane (poco più grandi delle nostre lucertole) che alla nostra vista ci guardano incuriosite e poi scappano sugli alberi; tra le rocce della spiaggia e sui moli in corrispondenza del bagnasciuga, una moltitudine di granchi di varie misure; la sera invece, oltre ai paguri, si può incontrare qualche grosso granchio che passeggia, si possono vedere dei simpatici gechi che gironzolano arrampicandosi sui muri esterni del bungalow attratti dalle sorgenti luminose, oppure, all'imbrunire, può capitare di veder volare qualche pipistrello. Tutto veramente fantastico per chi ama la natura. Per la verità può accadere anche di avere in camera qualche formica che gironzola sul pavimento, ma per questo ogni bungalow è dotato di una specie di scopetto di saggina che aiuta ad accompagnarle gentilmente fuori della porta.

Purtroppo come ogni cosa terrena finisce, anche la nostra vacanza giunge al termine. Il mattino stesso della partenza, saldiamo le nostre incombenze economiche alla reception, dopodiché, come programmato, veniamo accompagnati, insieme ai nostri bagagli al punto di imbarco. Sul molo scorgiamo un airone, che avevamo già  visto il giorno del nostro arrivo, sembra essere là per salutarci. L'equipaggio già pronto, ci attende in barca. Appena saliti, udiamo il rombo dei motori del velivolo che ci viene a prendere. La barca ci porta alla base di appoggio galleggiante dell'idrovolante che nel frattempo è già  ammarato. Saliamo e dopo un breve volo eccoci all'aeroporto di Malè. Il check-in per il nostro volo è già  aperto; disbrighiamo le pratiche per l'imbarco ed ha inizio così il nostro viaggio di ritorno. Tutto va secondo i programmi ed addirittura arriviamo all'aeroporto di Fiumicino con dieci minuti di anticipo rispetto al previsto. Ritiriamo i bagagli e ci avviamo verso casa.


Note telegrafiche: