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Dopo aver visto parecchi amici che andavano imbarcati mi è venuta voglia anche a me di affrontare questa avventura anche perchè pensavo che non ero in Marina per fare l'impiegato ma il Marinaio, e cosi' con grave disappunto del mio capo di Napoli, ho fatto domanda per andare sui Sommergibili. Dopo circa 15 giorni arriva il trasferimento sotto veste di una lettera rosa (allora le missive il Reparto Personale del Ministero le mandava cosi').

Salutata Napoli affronto questa nuova avventura all'oscuro di tutto quello che mi aspetta alla Scuola Sommergibili di Taranto, città senz'altro diversa da Venezia e Napoli anche se città di mare. In quel tempo tutto era dedito alla Marina Militare, sia il porto che la città erano attraversate dai solini blu. In verità non è stato un grande amore, la popolazione anche se parecchi imparentati con la marina per via dell'arsenale oppure dedito alle varie attività commerciali dove i marinai consumavano ogni giorno, non li trattava bene, forse perchè erano tanti oppure perchè fra tanti giovani provenienti da tutte le regioni d'italia c'era qualcuno scalmanato che in pizzeria beveva qualche birra di troppo oppure frequentava certi bar che servivano dei "wisky" discutibili facendoli pagare parecchio e allora ecco qualche "casino" in giro per la città intorno al porto dove c'era maggiore concentrazione di uomini in divisa.

L'Ufficio era davanti al porto riservato ai sommergibili, sentivo e vedevo le varie attività giornaliere e spesso trovavo scuse per andare a bordo. Allora c'erano i sommergibili ex americani e rispetto al giada e vortice (in disarmo) erano senz'altro piu' grandi e piu' moderni.

I nomi altisonanti dei "battelli" erano : Da Vinci, Tazzoli, e Torricelli. La mia passione era senz'altro il Torricelli dove c'era un Comandante che avevo conosciuto a Venezia e dunque sapevo del suo carattere impulsivo e fiero. Tutti avevamo una spiccata simpatia per il T.V. D'Agata ed essere al suo comando era considerato un onore, mai vista tanta dedizione al proprio Comandante da parte dell'equipaggio che senz'altro con le sue "gesta" esaltava i subalterni. Purtroppo pero' a bordo c'era un collega che per nessuna ragione aveva intenzione di lasciare quel posto.

Quando il mio Capo Ufficio mi ha chiesto se volevo andare imbarcato risposi con entusiasmo "affermativo" sperando che fosse il Torricelli e invece mi toccava di andare a bordo del Da Vinci. Ma non fu una delusione perchè subito mi accolsero con amicizia e dato il mio ruolo ero amico di tutti.
 



Di solito quando si imbarca la prima cosa che ti succede è pagare pegno con uno scherzo che puo' essere innocuo come è successo a me oppure feroce come è accaduto ad altri a cui ho assistito come spettatore o complice oppure autore.

Lo scherzo "innocuo" che gli anziani mi hanno fatto è successo durante la prima navigazione che con un secchio mi hanno mandato a cercare le "ampere" dal Capo Elettricista che mi ha mandato letteralmente a quel paese perchè non avevo saputo riconoscere che era una portata in giro, ma purtroppo da recluta e un po' ignorante nella foga di far bene ci ero cascato con tutte le scarpe.

Il mio compito a bordo era quello di furiere e dunque dovevo curare gli aspetti logistici  e amministrativi del personale. Pensavo che le mie mansioni fossero sufficienti dovendo amministrare quasi 100 persone e invece viene fuori che in navigazione quello principale era il servizio al "timone verticale". Duro da fare e da comprendere, ma dopo qualche lezione del nostromo ero diventato un timoniere che ce la metteva tutta a seguire e tenere la rotta indicata dal Comandante.

Per il Mediterraneo abbiamo girato in lungo e in largo ma mai uscito fuori da esso. Le nostre crociere erano di solito a : Barcellona, Marsiglia, Pireo-Atene, Smirne, Alessandria d'Egitto, Malta oppure nei vari porti Italiani al termine di esercitazioni o durante i trasferimenti a : Genova, La Spezia, Isola d'Elba, Napoli, Sicilia, Taranto, Ancona, Venezia.

In questo periodo parecchie avventure ed episodi sono accaduti, ma quello che più voglio ricordare è l'amicizia di tante persone, che con uno spazio ristretto al minimo del convivere, hanno saputo creare e conservare nel tempo.

Il 28 Febbraio 1973 a Taranto il Smg. DA VINCI è andato in disarmo, purtroppo l'ho saputo in ritardo e dunque solo immaginare la cerimonia triste che si è svolta  durante l'ultimo ammaina bandiera. Senz'altro ci sarà scappata qualche lacrimuccia che in questi casi "i petti di ferro ..." non riescono a trattenere.
 

H o m e

 

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