LA DEPORTAZIONE DEGLI ITALIANI
Fino al 1943, lItalia fascista e la Germania nazista erano alleate (Asse Roma-Berlino), ma, dopo larmistizio firmato dallItalia con gli anglo-americani l8 settembre del 1943 e dopo la costituzione, nel nord della penisola, della Repubblica di Salò guidata da Mussolini, per i nazisti lItalia era un paese nemico e, in più, traditore.
Iniziò allora, dal territorio della Repubblica di Salò, la deportazione degli italiani, favorita dalla collaborazione fra la Milizia fascista e le SS.
Furono creati dei campi di concentramento anche nellItalia del nord, dove gli arrestati (partigiani, antifascisti, ebrei) sostavano per un breve periodo, in attesa dei convogli che li avrebbero trasportati in Germania. Erano, cioè, dei "campi di transito".
Uno era situato a Fossoli di Carpi, presso Modena: fu smantellato nellestate del 1944 e sostituito da un altro campo di transito situato più a nord, a Bolzano.
Un altro campo era quello della Risiera di San Sabba, nella periferia di Trieste, dove fu allestito anche un forno crematorio, segno di una elevata mortalità. Anche dalla Risiera partivano convogli per la Germania.
Nei lager tedeschi, dunque, i prigionieri italiani arrivarono più tardi di quelli di altri paesi, ma le caratteristiche della loro detenzione non furono diverse.
In più, come emerge da numerose testimonianze, i deportati italiani patirono la diffidenza che i compagni di prigionia nutrivano nei loro confronti, perché lItalia fascista era stata, e la Repubblica di Salò era ancora, alleata dei nazisti.