Indice di modulazione AM
Cerchi e Trapezi
Introduzione
Cosa centra un trapezio ed un cerchio con l'indice di modulazione
AM ?
Se non lo sapete leggete l'articolo e lo scoprirete.
Escludendo le trasmissioni radiotelegrafiche, solo perchè non riguardano la trasmissione dei suoni e della voce, possiamo affermare che esiste ormai un divario, tra le prime emissioni radiofoniche in modulazione d'ampiezza e le attuali emissioni a modulazioni numeriche.
Nel mezzo alle due elencate sopra, trovano posto tutte le modulazioni analogiche, di frequenza, di fase, in banda laterale, ed altre ancora, come la PAM, PWM e PPM. Quelle cui abbiamo accesso più frequentemente sono senza dubbio le emissioni in A.M. (Amplitude Modulation) che ci hanno accompagnato e ci accompagnano nella vita di tutti i giorni e che possiamo ascoltare sulle bande radiofoniche delle onde lunghe, medie, corte ed anche VHF se includiamo anche la banda aeronautica.
L'argomento trattato in questa descrizione riguarda proprio la modulazione d'ampiezza, in uso anche nella banda cittadina dei 27 MHz e fino a pochi anni addietro anche nelle bande radioamatoriali, prima che venisse soppiantata dalla più efficiente L.S.B. ed U.S.B.
Indice di modulazione AM
Una delle caratteristiche principali di una emissione A.M. è senza dubbio l'indice di modulazione, nota anche come profondità di modulazione o più comunemente come percentuale di modulazione. Una variazione di tale parametro, viene percepito da chi ascolta una trasmissione in Ampiezza Modulata, come una diminuzione od un aumento del volume audio ricevuto.
Generalmente tale valore oscilla intorno al 70% circa, e com'è noto, non deve mai raggiungere o superare il 100% di profondità, pena, l'insorgenza di distorsioni sul segnale riprodotto, con splatters e disturbi su tutta la banda, oltre ad una maggiore larghezza del canale occupato.
Con l'ausilio di un oscilloscopio dalle caratteristiche anche medio basse, tale parametro può essere facilmente tenuto d'occhio. Non che sia di fondamentale importanza tenere sotto continuo controllo l'indice di modulazione, però uno strumento del genere tra gli apparati vari che un appassionato si ritrova nella sua stazione radio, può senz'altro fare la sua bella figura. Oltretutto come accennavo prima, un qualsiasi oscilloscopio va benissimo, dato che la frequenza in gioco più alta è quella di media frequenza degli apparati radio, che in genere si aggira intorno a 455 KHz.
Prima di sottoporre alla vostra attenzione i due modi abbastanza inusuali di rappresentare un segnale modulato in ampiezza, vorrei descrivervi come procedere per calcolare l’indice di modulazione, avendo la rappresentazione di un segnale modulato in ampiezza.
Se conoscete l'argomento saltate pure questa parte e passate al capitolo successivo.
http://www.youtube.com/watch?v=Ql8heFEWnCs
Riferendoci alla figura accanto, l'indice di modulazione è dato dal rapporto tra il segnale modulante ed il segnale portante: m%=(Vm/Vp)*100. Dal gafico è possibile determinare entrambi i segnali, il segnale modulante è pari a: Vm=(Vmax-Vmin)/2 ed il seganle portante è pari a: Vp=(Vmax+Vmin)/2. Andando a sostituire, la formula iniziale diventa: m%=(((Vmax-Vmin)/2)/((Vmax+Vmin)/2))*100 da cui semplificando otteniamo: m%=((Vmax-Vmin)/(Vmax+Vmin))*100 che è la formula che tutti conosciamo.
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Nelle foto che seguono alcuni esempi di ciò che compare sullo schermo di un oscilloscopio
quando tale parametro varia tra lo 0 % ed il 100 %.
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Rappresentazione a trapezio
http://www.youtube.com/watch?v=vrXD-d7RXUU
Oltre a quello già visto, esistono altri due metodi per visualizzare sull’oscilloscopio un segnale modulato in ampiezza, noti come rappresentazione a trapezio oppure ad ellisse. Entrambi i metodi sono poco conosciuti ed esiste poca documentazione in giro, vi descrivo quindi, solo quello che ho appreso e sperimentato, leggendo un vecchissimo libro di telecomunicazioni, datomi in prestito da un mio grande insegnante ai tempi delle superiori.
Naturalmente prima di effettuare i collegamenti, occorre predisporre la manopola della base dei tempi dell'oscilloscopio su x-y e successivamente ruotare i due potenziometri per il posizionamento del puntino, fino a portarlo esattamente al centro dello schermo.
La prima è facilmente ottenibile, basta collegare una sonda subito dopo il rivelatore d'inviluppo e l'altra sull'uscita supplementare a media frequenza se presente sull'apparato ricevente, oppure effettuando un collegamento al circuito a F.I. prima del rivelatore d'inviluppo, normalmente collegandosi al primario dell'ultimo trasformatore a F.I. interponendo tra la sonda ed il circuito una piccola capacità di 100 pF circa.
Nelle foto che seguono, delle indicazioni di massima, con evidenziati i punti dove collegarsi, nel caso di apparati valvolari o transistorizzati.
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Nelle foto che seguono, ciò che compare sullo schermo dell'oscilloscopio per alcuni valori di profondità di modulazione. Il vantaggio consiste nell'avere una rappresentazione stabile ed intuitiva della profondità di modulazione. Se la base minore del trapezio si riduce ad un puntino, stiamo sconfinando nella sovramodulazione, condizione assolutamente da evitare diminuendo il mic.gain.
Intervenire sui comandi del guadagno verticale dei due canali dell'osciloscopio, fino ad ottenere delle immagini come nelle foto che seguono. Se i segnali prelevati sono molto piccoli, provvedere con degli opportuni amplificatori esterni.
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Rappresentazione ad ellisse
http://www.youtube.com/watch?v=LM89iHynNfU
La seconda rappresentazione sfrutta le figure di Lissajous, è un pò più complessa della precedente, perchè richiede la realizzazione di un semplice circuito sfasatore per 90°, da interporre tra ricevitore ed oscilloscopio, però è anche più accattivante e necessita di un solo collegamento col ricevitore.
Se il segnale è sufficientemente alto, basta un circuito sfasatore R-C, se invece è basso è consigliabile farlo precedere da un opportuno amplificatore. Dopo i collegamenti col ricevitore, occorre solo intervenire sul potenziometro da 10 Kohm fino ad ottenere un cerchio o quasi. Il circuito è stato realizzato su bread-board ed ha funzionato egregiamente. (vedi figura)
Anche in questo caso si ottiene una rappresentazione stabile ed intuitiva della profondità di modulazione. Se il disco centrale si riduce ad un puntino o si piega su se stesso, stiamo sconfinando nella sovramodulazione, condizione assolutamente da evitare diminuendo il mic.gain.
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Spero che l'argomento sia stato di vostro gradimento e che abbia suscitato il vostro interesse.
Per qualunque chiarimento non esitate a contattarmi.
Saluti e buon divertimento.
Francesco.
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