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RX. TX. I.R. AD 8 CANALI

     

Salve, sempre su queste pagine, vi ho parlato di un ricevitore ad infrarossi comandato dal telecomando del mio televisore. Come era prevedibile, quel progetto ha avuto un seguito ed una sua evoluzione di cui desidero parlarvi in questa occasione. Nello specifico, si tratta della realizzazione di un ricevitore e di un trasmettitore ad infrarossi ad otto canali, il cui principio di funzionamento è del tutto analogo al precedente progetto. Il sistema di modulazione a posizione d’impulsi adottato (P.P.M.), consente una notevole flessibilità, nel senso che modificando alcuni parametri dell’emissione, come il numero degli impulsi trasmessi o la durata della pausa che intercorre tra ognuno, è possibile rendere il ricevitore insensibile alle emissioni di altri sistemi analoghi.

Giusto per darci una rinfrescatina alla memoria e per avere un’idea più chiara, in fig.1 è visibile il grafico che rappresenta una generica emissione del nostro telecomando. In pratica, fintantoché uno dei pulsanti è premuto, vengono trasmesse delle raffiche intervallate tra loro di 25 mS. Ogni raffica è costituita da nove impulsi, il primo dei quali funge da start, con ovviamente otto intervalli corrispondenti agli otto bit d’informazione. Dove agli intervalli lunghi da 9 mS ho assegnato il valore “1” e agli intervalli brevi da 6 mS il valore “0”. Come vedremo in seguito lo start servirà a risvegliare il pic dal suo stato di stand-by. Con otto bit, evidentemente si possono ottenere fino a 256 combinazioni diverse (2^8 = 256), ma nel nostro caso ne sono state adottate soltanto sedici; otto per l’attivazione ed otto per la disattivazione dei relè, il cui valore binario potrete facilmente desumerlo dal listato “asm” visibile QUI.

Lo schema del trasmettitore è visibile in fig.2 e non necessita di lunghe spiegazioni. Il diodo emittente ad infrarossi non è di difficile reperibilità e volendo potrete riciclarlo da un vecchio telecomando TV o VCR dismesso. Il tastierino organizzato in righe e colonne, riporta una doppia numerazione per ogni canale ed ogni coppia si riferisce alla funzione “on” ed “off ”. Se volete potrete ridurre il numero dei pulsanti fino a due, riducendo così il numero dei canali ad uno, riducendo anche l’ingombro del circuito finale.

 

Lo schema del ricevitore visibile in fig.3, è leggermente più complesso del precedente, ma per la sola presenza degli otto relè che se volete potrete ridurre fino ad uno, in funzione delle vostre esigenze.

Anche in questo caso non occorrono lunghi commenti, tutto è abbastanza intuitivo. La parte di circuito realizzato nel riquadro giallo va riprodotta otto volte, una per ogni canale previsto, da collegare alle altrettante uscite del pic, numerate da uno ad otto. Del diodo led collegato al pin 18 se volete potete farne a meno, serve solo a segnalare visivamente col suo lampeggiare che un’emissione è in arrivo. Il diodo ricevente collegato al pin sei, è prodotto dalla “Sharp” ed in realtà ospita al suo interno anche un preamplificatore ed un condizionatore di segnali, ma anche in questo caso potrete riciclarlo da un vecchio TV o VCR dismesso.

I due circuiti ricevente e trasmittente hanno in comune alcune caratteristiche di base, entrambi quando non usati per più di mezzo secondo circa, passano in “SLEEP”; una condizione di riposo o di stand-by dei microcontrollori che riduce la corrente assorbita a soli 150uA circa, salvo naturalmente l’assorbimento dei relè nel ricevitore.

Un’altra cosa che accomuna i due circuiti è il software utilizzato, unico per entrambi i pic. Lo stesso microcontrollore infatti, può essere inserito indifferentemente nei due circuiti trasmittente o ricevente. Ciò che segnala al pic se eseguire la parte di software relativa al ricevitore od al trasmettitore, è la resistenza da 1kW al pin 2, collegata a massa nel ricevitore, oppure al positivo nel trasmettitore.

In fig.5 è rappresentato il diagramma di flusso con le operazioni eseguite dal pic, base da cui partire per eventuali ampliamenti o modifiche, del quale desidero darvi una breve descrizione.

Al sopraggiungere del primo impulso, il pic è richiamato dal suo stato di stand-by e aggiorna tutti i parametri di funzionamento, come la durata delle pause, numero delle ripetizioni delle raffiche ed altro ancora. Al sopraggiungere di ogni successivo impulso, il pic valuta la durata della pausa rispetto al precedente e se questo tempo e minore di 7,5 mS, assume che è stato ricevuto uno “zero” che viene immediatamente caricato sul registro di codice; se invece è maggiore, evidentemente può essersi trattato di un “uno” oppure della fine della raffica d’impulsi, per cui si rende necessaria un’altra verifica da parte del pic che valuterà se la pausa di cui parlavamo prima è minore di 20 mS, caricando un “uno” nel registro di codice; se invece è maggiore, evidentemente il treno d’impulsi è stato ricevuto al completo ed il pic si predispone per la successiva ricezione. Quando un codice è  riconosciuto identico al precedente per tre volte di seguito, si ha un buon margine di sicurezza sulla sua correttezza e di conseguenza viene attivato o disattivato il canale corrispondente. Quando invece, dopo 590 mS circa, nessun impulso viene ricevuto, si può ragionevolmente credere che non vi sono più codici in arrivo ed il pic passa in stand-by riducendo i consumi di corrente.

Credo e spero di aver detto tutto e con chiarezza, in caso contrario me ne scuso e per eventuali chiarimenti non esitate a contattarmi tramite la redazione della rivista.

 

Saluti…..Francesco M. 

IT9DPX.  #135.