Esercizi di presenza mentale

da IL MIRACOLO DELLA PRESENZA MENTALE
di Thich Nhat Hahn
edito da Ubaldini Astrolabio Editore


Ecco alcuni esercizi e approcci alla meditazione che ho utilizzato spesso traendoli da varie fonti e adattandoli alle mie circostanze ed esigenze personali. Scegliete quelli che preferite e che vi sembrano più adatti a voi. Il valore di ogni metodo varia secondo le esigenze individuali. Malgrado siano esercizi relativamente semplici, sono la base su cui costruire tutto il resto.

Accennare un sorriso quando ci si sveglia al mattino

Appendete al soffitto o alla parete un ramo, un cartello con su scritto "sorridi" o un promemoria qualsiasi che possiate vedere non appena aprite gli occhi. Approfittate di quei pochi istanti, prima di uscire dal letto, per prendere contatto con il vostro respiro. Inspirate ed espirate dolcemente tre volte, conservando il mezzo sorriso. Seguite il respiro.

Accennare un sorriso nei momenti liberi

Dovunque vi troviate, seduti o in piedi, accennate un sorriso. Guardate un bambino, una foglia, un quadro, un qualunque oggetto che sia relativamente immobile, e sorridete. Inspirate ed espirate con calma tre volte. Conservate il mezzo sorriso e considerate l'oggetto su cui focalizzate l'attenzione come la vostra vera natura.

Accennare un sorriso ascoltando la musica

Ascoltate un brano di musica per due o tre minuti attenzione alle parole, alla musica, al ritmo e ai sentimenti. Mentre osservate le inspirazioni e le espirazioni, sorridete.

Accennare un sorriso nei momenti di irritazione

Non appena vi accorgete di essere irritati, accennate un sorriso. Inspirate ed espirate con calma tre volte, conservando il mezzo sorriso.

Rilassarsi in posizione distesa

Mettetevi supini su una superficie piatta, senza il soste-gno di materassi o cuscini. Tenete le braccia lungo il corpo e le gambe distese e leggermente divaricate. Accennate un sorriso. Inspirate ed espirate dolcemente, focalizzando l'attenzione sul respiro. Rilassate tutti i muscoli del corpo. Rilassate ogni muscolo immaginando che affondi nel pavimento o che sia morbido e cedevole come una pezza di seta stesa al vento ad asciugare. Rilassatevi focalizzando l'attenzione esclusivamente sul respiro e sul mezzo sorriso. Immaginate di essere un gatto beatamente disteso davanti al focolare, con i muscoli morbidi e tatto. Continuate per quindici respiri completi.

Rilassarsi in posizione seduta

Sedetevi nella posizione del loto o del mezzo loto, o gambe incrociate, o con le gambe ripiegate sotto di voi, oppure su una sedia tenendo i piedi poggiati per terra. Accennate un sorriso. Inspirate ed espirate sempre conservando il mezzo sorriso. Rilassatevi.

Respirazione profonda

Mettetevi supini. Mantenete una respirazione dolce e regolare, focalizzando l'attenzione sul movimento dell'addome. All'inizio dell'inspirazione, lasciate che l'addome si sollevi per far entrare l'aria nella parte inferiore dei polmoni. Quando la parte superiore dei polmoni comincia a riempirsi, il petto tende a salire e l'addome ad abbassarsi. Non stancatevi. Continuate per dieci respiri completi. L'espirazione sarà più lunga dell'inspirazione.

Misurare il respiro con i passi

Camminate a passi lenti e senza fretta per un giardino, lungo un fiume o su un sentiero di campagna. Respirate normalmente. Misurate la lunghezza del vostro respiro, dell'espirazione e dell'inspirazione, sul numero dei passi. Continuate per alcuni minuti. Cominciate ad allungare l'espirazione di un passo. Non sforzatevi di prolungare l'inspirazione, lasciatela al naturale. Osservate attentamente l'inspirazione notando se c'è il desiderio di prolungarla. Continuate per dieci respiri completi.

Ora prolungate l'espirazione di un altro passo. Osservate se anche l'inspirazione si prolunga di conseguenza o meno. Prolungate l'inspirazione solo quando sentite che sarà piacevole farlo. Dopo venti respiri, riprendete a respirare normalmente. Dopo circa cinque minuti, ricominciate a prolungare i respiri. Non appena avvertite la minima stanchezza, tornate alla respirazione normale. Col tempo e con la pratica, la lunghezza dell'inspirazione sarà pari a quella dell'espirazione. Non protraete l'esercizio per più di dieci o venti respiri, dopodiché potete riprendere a respirare normalmente.

Contare i respiri<br>
Sedetevi nella posizione del loto o del mezzo loto o camminate. Mentre inspirate, siate consapevoli di inspirare, e contate "uno". Quando espirate, siate consapevoli di espirare e contate "uno". Ricordatevi di respirare con l'addome. All'inizio della seconda inspirazione, siate consapevoli di inspirare e contate "due". Poi, espirando lentamente, siate consapevoli di espirare e contate "due". Continuate così fino a dieci. Arrivati a dieci, ripartite da uno. Se perdete il conto, ripartite da uno.

Seguire il respiro ascoltando la musica

Ascoltate un brano di musica. Mantenete una respirazione lenta, leggera e regolare. Seguite il respiro, restatene padroni mantenendo allo stesso tempo la consapevolezza del movimento e dei sentimenti associati alla musica. Non fatevi trasportare dalla musica, ma restate padroni del respiro e di voi stessi.

Seguire il respiro mentre si fa conversazione

Mantenete una respirazione lenta, leggera e regolare. Seguite il respiro e contemporaneamente ascoltate le parole dell'interlocutore e le vostre risposte. Procedete come con la musica.

Seguire il respiro

Sedete nella posizione del loto o del mezzo loto o camminate. Cominciate a inspirare dolcemente e normalmente (partendo dall'addome) consapevoli del fatto di inspirare normalmente. Espirate con la consapevolezza di stare espirando normalmente. Fatelo per tre volte. Al quarto respiro, prolungate l'inspirazione, consapevoli di fare una lunga inspirazione. Espirate con la consapevolezza di fare una lunga espirazione. Fatelo per tre volte.

Ora seguite il respiro attentamente, coscienti di ogni movimento dell'addome e dei polmoni. Seguite l'aria in entrata o in uscita. Mentre lo fate, siate consapevoli di inspirare e seguire l'inspirazione dal principio alla fine, e di espirare e seguire l'espirazione dal principio alla fine.

Fatelo per venti volte. Riprendete a respirare normalmente. Dopo cinque minuti, ripetete l'esercizio. Ricordate di conservare il mezzo sorriso mentre respirate. Una volta padroni di questo esercizio, passate al successivo.

Respirare sviluppando la quiete e la gioia interiore

Sedete nella posizione del loto o del mezzo loto. Accennate un sorriso. Seguite il respiro. Quando la mente e il corpo si acquietano, continuate a inspirare ed espirare molto dolcemente pensando: "Inspiro, alleggerendo e calmando la funzione del respiro; espiro, alleggerendo e calmando la funzione del respiro". Fatelo ancora tre volte con il pensiero consapevole: "Inspiro, rendendo tutto il mio corpo leggero, calmo e gioioso". Fatelo ancora tre volte, con il pensiero consapevole: "Inspiro, mentre il mio corpo e la mia mente sono pace e gioia. Espiro, mentre il mio corpo e la mia mente sono pace e gioia".

Conservate questo pensiero per un periodo da cinque a trenta minuti o un'ora, a seconda delle vostre capacità e del tempo che avete a disposizione. L'inizio e la fine dell'esercizio devono essere rilassati e gentili. Quando volete smettere, massaggiatevi delicatamente gli occhi e la faccia con le mani e massaggiate i muscoli delle gambe prima di rimettervi seduti normalmente. Aspettate un attimo prima di alzarvi.

Presenza mentale delle posizioni del corpo

E' un esercizio valido ovunque e in ogni circostanza. Cominciate focalizzando l'attenzione sul respiro. Respirate con calma e più profondamente del solito. Siate consapevoli della posizione del vostro corpo: se camminate, se state fermi i in piedi, distesi o seduti. Sappiate dove camminate, dove state in piedi, dove siete distesi, dove sedete. Siate consapevoli dello scopo della vostra posizione. Per esempio, potreste essere coscienti di stare in piedi su un pendio verdeggiante per ritemprarvi, per praticare la respirazione o semplicemente per il gusto di starci. Se lo scopo non c'è, siate consapevoli che non c'è alcuno scopo.

Preparare il tè con attenzione

Preparate un tè da servire agli amici o da bere da soli. Fate ogni movimento lentamente, con consapevolezza. Neanche il minimo dettaglio dei vostri movimenti deve sfuggire all'attenzione. Sappiate che la mano solleva la teiera prendendola per il manico. Sappiate di versare il tè caldo e fragrante nella tazza. Seguite ogni fase con attenzione. Respirate dolcemente e più profondamente del solito. Se vi distraete, tornate al respiro.

Lavare i piatti

Lavate i piatti con tutta calma, come se ogni scodella fosse un oggetto di contemplazione. Trattate ogni scodella come una cosa sacra. Seguite il respiro per prevenire la distrazione. Non cercate di sbrigarvela il prima possibile. Lavare i piatti dev'essere la cosa più importante della vita. Lavare i piatti è meditazione. Se non sapete lavare i piatti con consapevolezza, non saprete neppure sedervi in silenzio a meditare.

Fare il bucato

Non lavate troppi indumenti per volta. Sceglietene solo tre o quattro. Trovate la posizione più comoda, in piedi o seduti, per non farvi venire il mal di schiena. Strofinate i panni con tutta calma. Mantenete l'attenzione su ogni movimento delle mani e delle braccia. Fate attenzione al sapone e all'acqua. Quando avrete finito di strofinare e risciacquare, la mente e il corpo si sentiranno puliti e freschi come i vostri indumenti. Ricordate di conservare il mezzo sorriso e di tornare al respiro ogni volta che vi distraete.

Pulizie domestiche

Dividete il lavoro in tre fasi: rassettare e riporre i libri, pulire il gabinetto e il bagno, spazzare i pavimenti e spolverare. Per ogni compito concedetevi tempo in abbondanza. Muovetevi lentamente, tre volte più lentamente del solito. Concentrate tutta la vostra attenzione sul compito del momento. Per esempio, quando riponete un libro sullo scaffale, guardate il libro, siate consapevoli di che libro si tratta, rendetevi conto della vostra attività di riporlo sullo scaffale, dell'intenzione di metterlo in quel certo posto. Rendetevi conto delle mani che si protendono verso il libro e lo tirano su. Evitate i movimenti bruschi o violenti. Conservate sempre la presenza mentale del respiro, specialmente quando vi distraete.

Fare il bagno al rallentatore

Concedetevi trenta o quarantacinque minuti per fare un bagno. Non affrettatevi nemmeno per un secondo. Dal momento in cui preparate l'acqua del bagno a quando indossate gli indumenti puliti, ogni movimento dev'essere delicato e lento. Prestate attenzione a ogni movimento. Portate l'attenzione su ogni parte del corpo, senza discriminazioni o paure. Siate consapevoli di ogni rivolo d'acqua che vi scorre addosso. Quando avrete finito, anche la vostra mente sarà calma e sciolta come il corpo. Seguite il respiro. Immaginatevi immersi in un laghetto di loti fresco e profumato in un giorno d'estate.

Il sassolino

Mentre sedete immobili respirando lentamente, immaginate di essere un sassolino che affonda in un limpido corso d'acqua. E' un movimento del tutto involontario. Lasciatevi andare a fondo fino a posarvi sulla sabbia accogliente del fondale. Continuate a meditare sul sassolino finché la mente e il corpo non si rilassano completamente: un sassolino che giace sulla sabbia. Conservate questo stato di pace e di gioia per mezz'ora, sempre osservando il respiro. Nessun pensiero sul passato o sul futuro può strapparvi alla pace e alla gioia di questo momento. L'universo esiste nell'attualità del presente. Nessun desiderio può strapparvi a questa pace, neppure quello di diventare un Buddha o di salvare tutti gli esseri. Sappiate che diventare un Buddha e salvare tutti gli esseri è possibile solo a partire dalla pura pace del momento presente.

La giornata della presenza mentale

Ritagliatevi un giorno a settimana in base alle vostre esigenze personali. Dimenticate il lavoro che svolgete negli altri giorni. Non prendete impegni con gli amici. Dedicatevi a cose semplici come fare le pulizie, cucinare, fare il bucato e spolverare.

Quando avrete pulito e rassettato la casa e rimesso in ordine le vostre cose, fate un bagno al rallentatore. Dopodiché, preparate il tè e bevetelo. Potete leggere le scritture buddhiste o scrivere lettere agli amici più cari. Poi, fate una passeggiata per praticare la respirazione. Mentre leggete o scrivete, restate presenti a quello che fate, non lasciatevi portare altrove dal libro o dalla lettera. Mentre leggete quel testo, rendetevi conto di stare leggendo; mentre scrivete la lettera, rendetevi conto di stare scrivendo. Comportatevi come per l'esercizio dell'ascoltare musica o conversare con un amico.

La sera preparatevi un pasto leggero, magari solo un frutto o una spremuta. Fate una seduta di un'ora prima di coricarvi. Durante il giorno, fate due camminate della durata di mezz'ora o quarantacinque minuti. Prima di addormentarvi, invece di leggere praticate il rilassamento profondo per cinque o dieci minuti. Restate padroni del respiro. Respirate dolcemente (senza prolungare troppo i respiri) seguendo a occhi chiusi il movimento dell'addome e del petto che si alzano e si abbassano. Per tutta la giornata ogni movimento dev'essere almeno due volte più lento del solito. Contemplazione dell'interdipendenza

Prendete una vostra fotografia da bambini. Sedete nella posizione del loto o del mezzo loto. Cominciate a seguire il respiro. Dopo venti respiri, gradualmente portate l'attenzione sulla fotografia. Fate rivivere dentro di voi i cinque aggregati di cui eravate fatti all'epoca cui risale la fotografia: le caratteristiche fisiche del vostro corpo, le sensazioni, le percezioni, i processi mentali e la coscienza di quell'età. Continuate a seguire il respiro. Non fatevi trasportare o sopraffare dai ricordi.

Meditate così per quindici minuti. Conservate il mezzo sorriso. Rivolgete l'attenzione a ciò che siete ora. Prendete coscienza del corpo, delle sensazioni, delle percezioni, dei processi mentali e della coscienza attuali. Considerate i cinque aggregati di cui siete fatti. Chiedetevi: "Chi sono io?". E una domanda che va sentita nel profondo, come un nuovo seme che si annida nella terra soffice impregnandosi d'acqua. Non è una domanda astratta da rivolgere all'intelletto discorsivo. "Chi sono io?" è una domanda che non coinvolge solo l'intelletto, ma i cinque aggregati nel loro insieme. Non cercate una risposta intellettuale. Meditate cosi per dieci minuti, conservando una respirazione leggera ma profonda per non lasciarvi prendere la mano dai ragionamenti filosofici.

Osservare se stessi

Sedete da soli in una stanza buia, in riva a un fiume di notte o in qualunque altro posto solitario. Cominciate a prendere contatto con il respiro. Concepite questo pensiero: "Ora indicherò me stesso con il dito", ma invece di indicare il vostro corpo puntate il dito nella direzione opposta. Contemplate voi stessi come se foste al di fuori della vostra forma corporea. Contemplate la vostra forma corporea riconoscendola in ciò che avete davanti agli occhi: negli alberi, nell'erba e nelle foglie, nel fiume. Siate consapevoli della vostra presenza nell'universo e della presenza dell'universo dentro di voi: se l'universo è, voi siete; se voi siete, l'universo è. Non c'è nascita. Non c'è morte. Non c'è venire. Non c'è andare. Conservate il mezzo sorriso. Restate sul respiro. Meditate per dieci o venti minuti.

Lo scheletro

Sdraiatevi sul letto, su una stuoia o sull'erba assumendo una posizione comoda. Fate a meno del cuscino. Cominciate a prendere contatto con il respiro.

Immaginate che del vostro corpo non sia rimasto altro che uno scheletro bianco che riposa sulla superficie della terra. Conservate il mezzo sorriso e continuate a seguire il respiro. Immaginate che tutta la vostra carne si sia decomposta senza lasciare traccia, che il vostro scheletro giaccia sotto terra ormai da ottant'anni dopo la sepoltura. Visualizzate nitidamente le ossa della testa, la spina dorsale, le costole, le ossa delle anche, delle gambe e delle braccia, delle dita.

Conservate il mezzo sorriso, respirate molto leggermente, con la mente e il cuore sereni. Prendete atto che il vostro scheletro non è voi. Che la vostra forma corporea non è voi. Identificatevi con la vita. Vivete in eterno negli alberi e nell'erba, negli altri, negli uccelli e negli animali, nel cielo, nelle onde dell'oceano. Il vostro scheletro non è che una parte di voi. Voi siete presenti ovunque e in ogni momento. Non siete solo una forma corporea, e neppure sensazioni, pensieri, azioni e coscienza. Continuate per venti o trenta minuti.

Il volto che avevate prima di nascere

Seduti nella posizione del loto o del mezzo loto, seguite il respiro. Concentratevi sull'istante in cui la vostra vita ha avuto inizio (A), sapendo che in quello stesso istante ha avuto inizio la vostra morte. Pensate che la vostra vita e la vostra morte si manifestano contemporaneamente: questa esiste perché esiste quella; l'una non sarebbe possibile senza l'altra. Pensate che l'esistenza della vostra vita e della vostra morte dipendono l'una dall'altra, che l'una è il fondamento dell'altra. Pensate che voi siete tanto la vostra vita che la vostra morte; che le due non sono nemiche, ma due aspetti della medesima realtà. Poi concentratevi sull'istante finale di questa duplice manifestazione (B), su quella che erroneamente chiamiamo morte. Pensate che è il punto finale della manifestazione sia della vostra vita sia della vostra morte Pensate che non c'è alcuna differenza prima di A e dopo B. Cercate il vostro vero volto nel periodo che precede A e segue B.

Una persona cara defunta

Trovate una posizione comoda, seduti su una sedia o sdraiati sul letto. Cominciate a prendere contatto con il vostro respiro. Contemplate il corpo di una persona cara che è morta, da pochi mesi o anche da molti anni. Prendete atto che il suo corpo si è disfatto completamente lasciando solo uno scheletro che riposa sottoterra. Prendete atto che il vostro corpo è ancora qui e che in voi confluiscono ancora i cinque aggregati della forma corporea, della sensazione, della percezione, dei processi mentali e della coscienza. Riflettete sul rapporto che c'è stato e che c'è ora fra voi e quella persona. Conservate il mezzo sorriso e restate sul respiro. Meditate così per quindici minuti.

Vacuità

Sedete nella posizione del loto o del mezzo loto. Cominciate a regolare il respiro. Contemplate la natura della vacuità nell'insieme dei cinque aggregati: forma corporea, sensazione, percezione, processi mentali e coscienza. Prendeteli in esame uno per volta. Vedete come tutti si trasformano, sono impermanenti e impersonali. L'insieme dei cinque aggregati non è diverso dalla totalità degli altri fenomeni. Tutti obbediscono alla legge dell'interdipendenza. Il loro riunirsi e smembrarsi somiglia all'addensarsi e dissolversi delle nubi intorno ai picchi di montagna. Non tratteneteli e non rifiutateli. Sappiate che attrazione e avversione sono fenomeni costitutivi dell'apparato dei cinque aggregati. Vedete chiaramente che se i cinque aggregati sono impersonali e vuoti, sono anche meravigliosi, meravigliosi come ogni fenomeno dell'universo, meravigliosi come la vita che è presente ovunque. Cercate di capire che i cinque aggregati, in realtà, non subiscono creazione e distruzione, perché sono di per sé la realtà ultima. Cercate di capire, attraverso questa contemplazione, che l'impermanenza è un concetto, il non-sé è un concetto, la vacuità è un concetto, in modo da non restare prigionieri dei concetti di impermanenza, non-sé e vacuità. Capirete che la vacuità è anch'essa vuota, e che la realtà ultima della vacuità non è diversa dalla realtà ultima dei cinque aggregati. (Questo esercizio presuppone la conoscenza approfondita dei cinque che lo precedono. La durata va stabilita caso per caso; indicativamente, bastano una o due ore.

Compassione per la persona più odiata o disprezzata

Sedete tranquillamente. Respirate con il mezzo sorriso sulle labbra. Contemplate l'immagine della persona che vi ha fatto soffrire di più. Soffermatevi sui tratti che più odiate o disprezzate o che trovate più ripugnanti. Provate a esaminare che cosa la rende felice e le causa dolore nella sua vita quotidiana. Riflettete sulle sue percezioni; cercate di cogliere i suoi schemi di pensiero e di ragionamento. Esaminate le motivazioni che animano le sue speranze e le sue azioni. Infine considerate la sua coscienza. Chiedetevi se è aperta e libera nelle sue opinioni e nei suoi punti di vista o se è stata influenzata da pregiudizi, grettezza, odio o rabbia. Chiedetevi se è padrona di se stessa oppure no. Continuate finché sentirete nascervi in cuore la compassione come un pozzo che si riempie d'acqua fresca e la rabbia e il risentimento si dissolveranno. Ripetete molte volte questo esercizio sulla stessa persona.

Sofferenza nata da un difetto di saggezza

Sedete nella posizione del loto o del mezzo loto. Cominciate a seguire il respiro. Pensate alla situazione individuale, familiare o sociale più penosa di cui siate a conoscenza. Sarà questo l'oggetto della vostra contemplazione.

Nel caso di una persona, esaminate tutte le sofferenze che la affliggono. Cominciate con la sofferenza della forma fisica (malattia, povertà, dolore fisico) per passare poi a quella provocata dalle sensazioni (conflitti interiori, paura, odio, gelosia, rimorso). Poi considerate la sofferenza provocata dalle percezioni (pessimismo, affrontare i problemi in un'ottica depressiva e limitata). Chiedetevi se i suoi processi mentali sono motivati dalla paura, dallo scoraggiamento, dalla disperazione o dall'odio Chiedetevi se l'isolamento della sua coscienza non è dovuto alla situazione contingente, alla sua sofferenza, all'ambiente, all'educazione ricevuta, alla pressione ideologica o a una mancanza di autocontrollo. Meditate su tutte le sue sofferenze finché il cuore vi si riempirà di compassione come un pozzo d'acqua fresca, e vi apparirà chiaro che la sofferenza di quella persona è dovuta alle circostanze e all'ignoranza. Decidete di aiutarla a uscire dalla sua situazione con i mezzi più silenziosi e modesti possibili.

Nel caso di una famiglia, seguite lo stesso metodo. Passate in rassegna tutte le sofferenze di una persona e poi passate a un'altra fino a esaurire l'intera famiglia. Accorgetevi che le loro sofferenze sono le vostre, che non è possibile condannare nemmeno uno dei componenti di quel gruppo familiare. Accorgetevi che dovete aiutarli a liberarsi dalla loro condizione con i mezzi più silenziosi e modesti possibili.

Nel caso di una società, considerate la condizione di un paese tormentato dalla guerra o un'altra situazione di ingiustizia. Cercate di capire che ogni persona coinvolta nel conflitto è una vittima. Rendetevi conto che nessuno, compreso chi combatte sui fronti avversi o per le fazioni apparentemente antagoniste, desidera che la sofferenza continui. Rendetevi conto che non si può addossare la colpa di quella situazione solo a una o a poche persone. Rendetevi conto che quella situazione è resa possibile dall'attaccamento alle ideologie e a un sistema economico mondiale ingiusto, che ciascuno di noi contribuisce a mantenere per ignoranza o per inerzia. Rendetevi conto che le due parti in conflitto non sono veramente contrapposte, ma due aspetti della stessa realtà. Rendetevi conto che la cosa più importante è la vita, e che uccidersi od opprimersi a vicenda non risolve nulla. Ricordate le parole del Vimalakirti Nirdesa Sutra:

In tempo di guerra
Nutrite in voi la Mente compassionevole
Aiutate gli esseri viventi
A rinunciare al desiderio di combattere
Ovunque infuri la battaglia
Fate tutto il possibile
Per livellare le forze contrapposte
E intervenite per riconciliare le parti in causa.

Meditate finché ogni sentimento di condanna e di odio si estinguerà e la compassione e l'amore vi nasceranno dentro come una sorgente d'acqua fresca. Fate voto di lavorare per la consapevolezza e la riconciliazione con i mezzi più silenziosi e modesti possibili.

Azione distaccata

Sedete nella posizione del loto o del mezzo loto. Seguite il respiro. Prendete come oggetto di contemplazione un progetto per lo sviluppo rurale o un qualsiasi progetto che riteniate importante. Esaminate lo scopo dell'iniziativa, i metodi da usare e le persone coinvolte. Considerate innanzitutto lo scopo del progetto. Proponetevi di lavorare per servire, per alleviare la sofferenza, per rispondere al richiamo della compassione, non per soddisfare il desiderio di approvazione o di riconoscimento. Proponetevi di utilizzare metodi che incoraggino la cooperazione fra gli esseri umani. Non consideratelo un atto di carità. Riflettete sulle persone coinvolte. Pensate ancora in termini di qualcuno che offre un servizio e qualcuno che lo riceve? Se ancora distinguete fra chi offre un servizio e chi lo riceve, state lavorando per voi stessi e i vostri collaboratori, non per il servizio in sé. Il Prajnaparamita Sutra dice: "Il Bodhisattva aiuta gli esseri viventi a raggiungere l'altra sponda, ma in realtà nessun essere vivente viene aiutato a raggiungere l'altra sponda". Decidete di lavorare nello spirito dell'azione distaccata.

Distacco

Sedete nella posizione del loto o del mezzo loto. Seguite il respiro. Rievocate i traguardi più significativi della vostra vita e passateli in rassegna a uno a uno. Esaminate il vostro talento, la vostra virtù, la vostra capacità, la concomitanza di condizioni favorevoli che hanno portato al successo. Esaminate il compiacimento e l'arroganza che nascono dalla sensazione di essere il principale artefice del vostro successo. Osservate l'intera questione alla luce dell'interdipendenza, per accorgervi che il successo non è veramente vostro, ma piuttosto l'esito di una serie di circostanze che sfuggono al vostro controllo. Cercate di non farvi più condizionare da questi successi. Solo quando riuscirete a distaccarvene sarete veramente liberi e non ve li sentirete più addosso.

Rievocate i fallimenti più amari della vostra vita e passateli in rassegna a uno a uno. Esaminate il vostro talento, la vostra virtù, la vostra capacità e l'assenza di condizioni favorevoli che ha determinato il fallimento. Esaminate attentamente tutti i complessi che vi ha procurato la sensazione di non essere capace di avere successo. Osservate l'intera questione alla luce dell'interdipendenza, per accorgervi che i fallimenti non si possono imputare alla vostra incapacità, ma piuttosto alla mancanza di condizioni favorevoli. Capite che non avete la forza di addossarveli, che questi fallimenti non si identificano con voi. Fate in modo di liberarvene. Solo quando riuscirete a distaccarvene sarete veramente liberi e non ve li sentirete più addosso.

Contemplazione della non rinuncia

Sedete nella posizione del loto o del mezzo loto. Seguite il respiro. Praticate uno degli esercizi sull'interdipendenza: voi stessi, il vostro scheletro, una persona cara che è morta. Accorgetevi di come tutto è impermanente e privo di un'identità eterna. Accorgetevi che se anche le cose sono impermanenti e prive di una realtà duratura, sono lo stesso meravigliose. Svincolati dalla realtà condizionata, vi svincolate anche dall'incondizionato. Capite che il santo, pur non restandone prigioniero, non si allontana mai dall'insegnamento dell'interdipendenza. Anche se può lasciarselo dietro come ceneri fredde, può ancora dimorarvi senza affogarci dentro. E' come una barca sull'acqua. Riflettete sul fatto che chi ha raggiunto il risveglio non diventa mai schiavo della sua opera di servizio, ma non per questo rinuncia a operare per il bene di tutti gli esseri viventi.


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