Torniamo ai giorni dei rischio,
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quando tu salutavi a sera
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senza essere certo mai
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di rivedere l'amico al mattino.
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E i passi della ronda nazista
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dal selciato ti facevano eco
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dentro il cervello, nel nero
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silenzio della notte.
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Torniamo a sperare
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come primavera torna
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ogni anno a fiorire.
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E bimbi nascono ancora,
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profezia e segno
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che Dio non si è pentito.
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Torniamo a credere
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pur se le voci dai pergami
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persuadono a fatica:
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e altro vento spira
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di più raffinata barbarie.
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Torniamo all'amore.
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pure se anche del familiare
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il dubbio ti morde,
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e solitudine pare invalicabile. |