Triangolo rosso

La Messa con il fazzoletto dei deportati sull’altare

Morto don Angelo Dalmasso, ultimo sacerdote superstite del campo di Dachau

 

Il 4 aprile a 87 anni si è spento don Angelo Dalmasso, l’ultimo sacerdote superstite del campo di sterminio di Dachau. Con il fazzoletto dei deportati steso sull’altare, don Dal masso celebrava la Messa durante le commemorazioni.

Quando noi l’abbiamo incontrato due anni fa nella sua Cuneo per una intervista concessa al Triangolo rosso, il nostro sacerdote ci accolse con entusiasmo giovanile per poi ricordare, nella propria parrocchia dove continuava ad operare con un attivismo di straordinario vigore, le tappe salienti della propria vita. Figlio di un contadino, nato a Robillante il 28 ottobre del 1918, don Dalmasso venne ordinato sacerdote nella cattedrale di Cuneo il 19 giugno 1943, poco più di un mese prima della caduta del fascismo e della successiva occupazione tedesca, dopo l’8 settembre. Proprio alla fine di quell’anno, il vescovo di Cuneo, Giacomo Grosso, gli chiese di andare a celebrare la messa di Natale in una località della montagna dove si erano riunite le prime formazioni partigiane, composte da un gruppo di giovani dell’Azione cattolica. Immediato fu il suo consenso, che pagò con l’arresto e il successivo internamento a Dachau. Da dove, per fortuna, fu uno dei pochi scampati. Tornato a Cuneo riprese la propria attività sacerdotale, dirigendo, inoltre, la sezione locale dell’Aned. Presente sempre alle iniziative cittadine e nazionali, non mancò mai il suo sostegno all’attività dell’associazione. In occasione di un risarcimento finanziario dello stato tedesco agli ex deportati, don Dalmasso ci fece sapere, con una nobile lettera, che destinava metà della somma all’Aned e l’altra metà ai poveri della sua chiesa. Nel momento della sua morte, la redazione del Triangolo, a nome di tutti i soci dell’Aned, esprime il suo profondo dolore per una perdita che sa essere di incalcolabile valore.

Triangolo Rosso, aprile 2005

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