Triangolo rosso

Pagine di storia del Tempio Maggiore di Roma

Festeggiare cento anni per ricordarne duemila

“Un futuro che non è solo degli ebrei ma, al contrario, di tutti noi”

 

A. P.

 

Già 160 anni prima dell’inizio dell’era volgare esisteva a Roma una comunità ebraica con le sue sinagoghe. Con la cristianizzazione dell’impero romano, e poi sotto il potere del papa, la vita degli ebrei romani conoscerà momenti di fioritura, altri di una certa calma e altri ancora di dramma sotto le persecuzioni e le offese anche fisiche del potere politico dominante. Nel 1555 sarà papa Paolo IV a istituire il ghetto. In una zona particolarmente malsana lungo il Tevere, sempre facile a straripare e dalle acque non certo salubri, davanti all’isola Tiberina. Rinserrato in mura e con porte aperte solo al mattino e rigorosamente serrate all’inizio della sera. Nel ristrettissimo spazio le case andavano ammucchiandosi l’una sull’altra. Misere case per un popolo cui anche l’aria non era sufficiente. Tutto ciò non impedì tuttavia il fiorire degli studi, un entusiasmante approfondirsi delle scuole rabbiniche, il sorgere di ben cinque sinagoghe, dette Scole. Ancora oggi una piazza di quello che fu il ghetto si chiama “delle cinque Scole”. Solo il 20 settembre 1870, con l’entrata dei piemontesi dalla breccia di Porta Pia, mura e cancelli vennero abbattuti definitivamente. Fu allora che gli ebrei romano sentirono la necessità di dotarsi di un Tempio Maggiore degno della loro più che millenaria storia. Venne bandito un concorso cui parteciparono ventisei gruppi di architetti e di ingegneri. Venne scelto il progetto di Vincenzo Costa e Osvaldo Armani, affrontando per la sua realizzazione un costo di 900.000 lire dell’epoca. Una cifra veramente ragguardevole. La prima pietra venne collocata il 20 giugno 1901 e tre anni dopo il nuovo Tempio era terminato. Venne allora murata una lapide al suo esterno che, visibile ancora oggi, recita: “Nel dì 2 luglio 1904 Re Vittorio Emanuele III con luminosa manifestazione di civile uguaglianza visitò questo Tempio eretto a Dio nello stesso rione dove gli israeliti di Roma, già confinati in spregiato ghetto, divenuti cittadini d’Italia acclamarono l’alba del 20 settembre 1870 “. Il 27 luglio entrarono solennemente nel Tempio i rotoli della Legge, rinchiusi in teche d’argento e il Tempio venne consacrato. E fu proprio sotto le sue sacre mura che i nazisti il 16 ottobre 1943 recarono l’atroce offesa della razzia degli ebrei romani, inviati allo sterminio a Birkenau. Oggi a Roma esistono altre sinagoghe, ma è nel Tempio Maggiore, retto per oltre cinquanta anni dal prof. Toaff, che si svolge la vita degli ebrei di Roma. Il 23 maggio scorso si è celebrato il centenario del Tempio. Alla presenza del presidente delle Comunità, Amos Luzzatto, del prof. Toaff e del suo successore Riccardo Di Segni, del sindaco Walter Veltroni, del cardinal Ruini, di molti ambasciatori, il rabbino capo askenazita di Israele si è idealmente rivolto all’imperatore romano che nel 70 d.C. distrusse il Tempio di Gerusalemme con questa parole: “Tito! Tu hai distrutto l’edificio del nostro Santuario ed ecco, nella tua città, si innalza da cento anni un piccolo Santuario! La continuità del nostro futuro”. Un futuro che non è solo degli ebrei ma, al contrario, di tutti noi. Finché nessuna offesa verrà portata al Tempio Maggiore di Roma e a nessuna altra sinagoga, allora potremo essere sicuri di vivere in un Paese civile e democratico. In vera libertà.

Da Triangolo Rosso, dicembre 2004

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