Triangolo rosso
Sciolta la commissione mista cattolica-ebraica dopo due anni di lavoro
Si allontana la verità sul ruolo di Pio XII e lo sterminio degli ebrei
Chissà quanti anni dovranno ancora trascorrere per conoscere la verità sul ruolo avuto da Pio XII, papa Pacelli, durante la seconda guerra mondiale e sui suoi imbarazzanti silenzi di fronte allo sterminio degli ebrei programmato dai nazisti. La commissione storica cattolico-ebraica internazionale, costituita nel 1999 per raggiungere qualche risultato, è virtualmente sciolta. I tre membri ebraici hanno manifestato la loro indisponibilità a poter proseguire i lavori, per l’impossibilità a consultare gli archivi della Santa Sede dichiarati, a partire dall’anno 1922, inaccessibili. I componenti della commissione di matrice ebraica, il belga Bernard Suchecky, esperto del pontificato di Pio XI, l’israeliano Robert Wistrich, docente all’università di Gerusalemme, esperto di ebraismo europeo in epoca moderna, il canadese, studioso dell’Olocausto, Micheal Marrus, coordinati dallo statunitense Seymour Reich, presidente del comitato ebraico per le consultazioni interreligiose, si sono dimessi. Gli undici volumi degli Actes et Documents du Saint Siège relatifs a la seconde guerre mondiale, pubblicati per ordine di Paolo VI a partire dal 1965 (e terminati nel 1981 sotto Giovanni Paolo II) non sono risultati sufficienti per rispondere in modo storicamente obiettivo alla domanda fondamentale: “perché Pacelli tacque?”. Né hanno colmato il vuoto, 47 domande di approfondimento suggerite dall’esame degli stessi “Actes”. Un Preliminary report della commissione mista vaticana-ebraica, al lavoro dall’ottobre di due anni fa, aveva sottolineato come, per sapere la verità, fosse indispensabile aprire quegli archivi vaticani ed ecclesiastici sinora chiusi agli studiosi. Cosa che continua, perpetuando l’assillante mistero sulla figura di un papa in odore di santità. “La Santa Sede ci ha boicottato avevano commentato mesi fa i tre storici di parte ebraica della commissione essa impedisce la ricerca nei suoi archivi. Siamo stati costretti a sospendere ogni collaborazione”. Secca la risposta di parte contraria: “nessuno aveva mai promesso in anticipo che gli archivi vaticani sarebbero stati aperti alla ricerca, almeno per il prossimo futuro. La parte ebraica sta travisando il mandato su cui era nata la nostra cooperazione”. Restano dunque senza esito gli interrogativi-chiave: quanto sapeva Pacelli dello sterminio? Perché non rispose alle invocazioni di aiuto per gli ebrei che giunsero persino da una parte della chiesa polacca? Come mai si preferì aiutare gli ebrei convertiti, a scapito di coloro che restavano fedeli alla loro religione? Soprattutto: perché non ci fu alcuna energica protesta pubblica della Chiesa contro le autorità tedesche?
Da Triangolo Rosso, ottobre 2001