Triangolo rosso
Werner Handler, ebreo di 80 anni, ricorda quando i nazisti devastarono la sinagoga e deportarono i genitori
Storia del soldato Horn fucilato dopo le nozze
L’Associazione che si interessa del campo di sterminio di Sachsenhausen (a pochi chilometri da Berlino) è rappresentata al Congresso dell’Aned da due tedeschi. Due generazioni diverse, due differenti esempi di come il nazismo abbia infierito contro gli oppositori anche in Germania
La storia di Werner Handler, 80 anni, ebreo, inizia nel 1938, quando assiste alla distruzione della sinagoga di Hirschberg e viene arrestato con suo padre e sua madre. Aveva solo 18 anni e mentre i suoi genitori sono finiti in campo di concentramento, lui ha potuto lasciare la Germania e rifugiarsi prima in Canada e dal 1942 in Inghilterra dove ha lavorato per l’esercito alleato ed è entrato a far parte dell’organizzazione “Giovane Germania libera”. Nel dicembre del 1946, torna in Germania e viene assunto come giornalista alla radio di Amburgo. Due anni dopo, in piena guerra fredda, è licenziato - “perché volevo la Germania unita”, afferma con orgoglio - e si trasferisce a Berlino, dove riprende il suo lavoro alla radio della Rdt fino alla pensione. Il tedesco che è con lui è più giovane. Michael Horn ha 56 anni, non ha conosciuto direttamente gli orrori del nazismo, ma la sua vita si intreccia con quella di suo padre, uno dei tanti eroi tedeschi poco conosciuti della lotta antifascista. Casar Horn aveva 19 anni quando i nazisti si impadronirono della Germania. Era un operaio e si occupava di sport in una organizzazione giovanile di sinistra. Inizia a svolgere attività illegale e viene arrestato più volte. Prima dello scoppio della guerra è chiamato a far parte dei servizi di lavoro del Reich e viene mandato in una località al confine dell’Olanda per bonificare delle paludi e si ammala di tbc. La guerra ormai ha bisogno di tutti e Casar Horn nel 1939 è arruolato in un reggimento di fanteria che lo porta a combattere in Polonia, in Olanda, in Francia e nell’Unione Sovietica. Il suo sembra il destino di milioni di soldati tedeschi, ma nel soldato Horn resta vivo il sentimento antifascista e lo ritroviamo nelle lettere che scrive dai vari fronti agli amici fidati. Molti di questi scritti sono stati conservati e fanno parte della storia dell’antifascismo tedesco. Il soldato Horn usa ovviamente un linguaggio allusivo, ma le sue analisi sulle condizione dell’esercito, sull’umore dei soldati, sulle atrocità compiute nei paesi occupati, sulla possibilità sempre più concreta della fine del nazismo sono sufficientemente trasparenti. E naturalmente non potevano sfuggire alla censura nazista. All’inizio del 1944, Casar Horn è a Berlino. Ha chiesto una licenza per potersi sposare e si presenta alla cerimonia in divisa da soldato. Pochi giorni dopo le nozze è arrestato e nell’aprile del 1945 viene fucilato. Nel 1978 nella Rdt è stato girato un film sulla sua vita dal titolo “Casar Horn, un combattente contro il fascismo”. Michael Horn è il figlio di questo eroe, nato alla fine del 1944. È sempre vissuto a Berlino dove si è laureato in storia e museologia. Nel 1972 ha curato la Ruida e il Reparto pedagogico del campo di Sachsenhausen per poi diventare il direttore del Museo della storia tedesca. Con la unificazione della Germania Michael Horn ha dovuto lasciare questo lavoro e ora vive con attività saltuarie che spesso hanno poco a che fare con la sua specializzazione e con la storia di suo padre.
B.F.
Da Triangolo Rosso, luglio 2000