TESTIMONIANZE di SOPRAVVISSUTI
La persecuzione nazista e fascista
degli omosessuali
Storico,
direttore del mensile gay italiano «Pride».
Il
tema della persecuzione degli omosessuali da parte dei regimi nazista e
fascista contiene un paradosso: la persecuzione, con leggi razziali, d'una
minoranza che non è una razza. Se già il concetto di razza è in sé improprio
e geneticamente infondato, oltretutto inapplicabile al popolo ebraico e
zingaro, risulterà evidente l'assurdità del caso degli omosessuali, presenti
in tutto il mondo e in tutte le culture. Eppure si trovano nel nazismo quanto
nel fascismo leggi razziali che colpiscono gli omosessuali. Gli
omosessuali sono un gruppo sociale unificato esclusivamente da un fattore
comune, che nasce da un orientamento sessuale, oltre il quale non hanno
nient'altro in comune: né una religione, né una cultura, né un'appartenenza
genetica ... Sono l'esempio migliore d'un gruppo sociale che sicuramente non è
un gruppo razziale, o anche solo «etnico», ma che rientra fra le persone
colpite dalle leggi razziali. In Italia dal 1936 al 1939, circa un
centinaio di omosessuali sono inviati al confino politico per trasgressioni
contro le leggi sulla difesa della razza italiana, in quanto dal 1936 il
fascismo considera i comportamenti omosessuali come una forma di attentato
contro la purezza della razza italiana. Nel 1939, allo scoppio della seconda
guerra mondiale, il fascismo sceglie di rimandare a casa tutti gli omosessuali
trasformando il confino politico in ammonizione (una sorta di domicilio
coatto) e archivia la questione. Da quel momento gli omosessuali verranno
colpiti, come prima del 1936, dal confino riservato ai criminali comuni, e
non più a quelli politici. Diverso è il caso del nazismo: in Germania,
sulla base d'un articolo del codice penale tedesco (il famigerato «paragrafo
175»), inasprito nel 1933 dal regime nazista, gli omosessuali vengono
perseguitati seriamente come uno dei gruppi che attentano alla purezza razziale
del Volk tedesco. Si assiste a una dura persecuzione degli omosessuali,
che vengono mandati a migliaia in vari campi di sterminio, in particolare ad
Auschwitz e Dachau, pur senza un programma d'eliminazione fisica totale, quale
quello che hanno subito ebrei o zingari. A una parte degli omosessuali
arrestati fu inflitta la castrazione, altri se la cavarono con il carcere; una
grottesca circolare di Göring prescrive che nessun omosessuale celebre artista,
ballerino o attore sia mandato in un lager
senza il suo permesso... Nei
confronti degli omosessuali si agì in modo selettivo. Le cifre della la
persecuzione nazista degli omosessuali, l' «Omocausto», sono molto
divergenti, dalla valutazione minimalista di Rüdiger Lautmann (che stima in
10-15 000 il numero gli omosessuali deceduti nei lager nazisti) fino alle cifre
molto più elevate di chi, partendo dalle centinaia di migliaia di condanne
criminali per omosessualità nel periodo del Terzo Reich, arriva fino a una
stima di un milione di persone. Con l'apertura degli archivi statali conservati
a Berlino Est sembra realistico ipotizzare un numero di vittime di circa 30-40
000 unità. Il nazismo non ha puntato a un puro e semplice sterminio fisico
degli omosessuali, ma ha alternato sforzi per far «rientrare nei ranghi» gli
omosessuali e campagne di liquidazione fisica, queste ultime soprattutto per
togliere di mezzo gli omosessuali più visibili e per distruggere fisicamente un
movimento di liberazione omosessuale molto vivace, assassinandone i militanti.
Il movimento di liberazione omosessuale era nato in Europa nel 1898 (alcuni
pionieri si battono già verso il 1860): il panorama gay prenazista era
veramente molto variegato e vivace: pubblicazione
di riviste, opuscoli e un annuario di cultura, produzione di film,
organizzazione di conferenze e proteste... Una celebre petizione per
l'abolizione del § 175 raggiunse le 30 000 firme, tra cui quelle di Thomas Mann,
di Einstein e di altre personalità importanti della cultura dell'epoca. Quando
il nazismo prende il potere una delle prime cose che fa è sopprimere gruppi e
riviste gay, chiudere i locali d'incontro omosessuale, come l' «Eldorado»di
Berlino, uno dei più famosi locali del mondo per lesbiche e gay dell'epoca. Il
caso italiano e quello tedesco incarnano due tipologie di fascismo, che si
muovono all'interno della tradizione legale già esistente nei Paesi in cui sono
al potere. Nel 1931 il fascismo ha l'occasione per introdurre una legge
antiomosessuale, che non esiste nel codice penale italiano dal 1888, ma sceglie
di non farlo in quanto «il turpe vizio che si sarebbe voluto colpire non è così
diffuso in Italia da richiedere l'intervento della legge penale». Infatti
in epoca fascista la regola è non parlare di omosessualità nemmeno per i
casi di cronaca nera: questo «problema» in Italia «non esiste». Realtà
sociali diverse hanno individuato strumenti di repressione diversa. Il
fascismo ha sostanzialmente delegato alla Chiesa cattolica il controllo dei
comportamenti omosessuali, trovando più efficace affidare il controllo del
comportamento omosessuale al parroco anziché al giudice.
Il nazismo invece ha ereditato
una tradizione di repressione legale, l'ha continuata e inasprita, pretendendo
di darsi una base di tipo
pseudoscientifico: nel Mein Kampf
è presente un concetto
tipico della scienza dell'Ottocento, quello di degenerazione, che sulla base
della concezione darwinista dell' evoluzione nell'Ottocento, consiste nel «passo
indietro» o inquinamento di una razza superiore verso il «gradino» inferiore.
«Degenerazione» è un termine tecnico, che nella scienza positivista
dell'Ottocento indica tare genetiche e inferiorità biologica. Nella
tassonomia, nazista le razze non ariane sono ferme a una fase più primitiva
dello sviluppo dell'essere umano: devono essere eliminati tutti gli elementi di
degenerazione, come sono gli zingari e gli ebrei, per esempio, ma anche gli
handicappati fisici e mentali e gli omosessuali. Perché in base al darwinismo
l'ermafroditismo, l'ambiguità sessuale, è tipica degli organismi inferiori. Le
lumache sono dei «molluscacci» e sono ermafrodite, diversi dai mammiferi
sessuati: gli omosessuali, che non si capisce bene se sono maschi o femmine,
sono più vicini alle lumache che agli esseri umani veri e propri... Per «rigenerare»
il popolo tedesco, è dunque indispensabile liquidare fisicamente gli
omosessuali. Una breve considerazione sull'oggi a oltre sessant'anni di
distanza: gli omosessuali non sono una razza... però in Italia ogni anno ci
sono dai trenta ai cinquanta omicidi motivati da razzismo contro gli
omosessuali, come attesta il libro di Andrea Pini, intitolato Omocidi (Stampa
Alternativa), il primo studio sugli assassinii motivati unicamente dall'odio
verso l'omosessualità della vittima. Gli assassinii di omosessuali in Italia
non vengono percepiti come un problema, ed è proprio in questo che sta il «razzismo».
Nel fatto cioè che venga accettato come fosse nella natura delle cose, del
destino umano di queste persone, che ogni mese tre o quattro di loro vengano
assassinati per il semplice fatto d'essere omosessuali. Il Giorno della Memoria
deve servire a ricordare e condannare il passato per essere sensibili a quello
che succede nel presente.
[L'intervento
è una riduzione del contributo presente in Civiltà guerra e
sterminio. Atti del seminario di formazione per insegnanti (5 dicembre
2001 - 29 novembre e 6 dicembre 2002), Edizioni Plus-Università
di Pisa, Pisa 2003, pp. 61-70. Saggi dell'autore su nazismo, fascismo e
omosessualità, assieme alla trascrizione e traduzione di documenti d'epoca
sul tema, sono disponibili in rete: http://digilander.libero.it/giovannidallorto
/ saggistoria / fascismo
/ fascismiindex.html.
(da l'Unità 27 gennaio 2005 - Voci della memoria - Testimonianza e racconto della deportazione)