TESTIMONIANZE di SOPRAVVISSUTI

La persecuzione nazista e fascista degli omosessuali

Giovanni Dall'Orto

Storico, direttore del mensile gay italiano «Pride».

Il tema della persecuzione degli omosessuali da parte dei regi­mi nazista e fascista contiene un paradosso: la persecuzione, con leggi razziali, d'una minoranza che non è una razza. Se già il concetto di razza è in sé improprio e geneticamente infondato, oltretutto inapplicabile al popolo ebraico e zingaro, risulterà evidente l'assurdità del caso degli omosessuali, presenti in tutto il mondo e in tutte le culture. Eppure si trovano nel nazismo quanto nel fascismo leggi razziali che colpiscono gli omosessuali. Gli omosessuali sono un gruppo sociale unificato esclusivamente da un fattore comune, che nasce da un orientamento sessuale, oltre il quale non hanno nient'altro in comune: né una religione, né una cultura, né un'appartenenza genetica ... Sono l'esempio migliore d'un gruppo sociale che sicuramente non è un gruppo razziale, o anche solo «etnico», ma che rientra fra le persone colpite dalle leggi razziali. In Italia dal 1936 al 1939, circa un centinaio di omosessuali sono inviati al confino politico per trasgressioni contro le leggi sulla difesa della razza italiana, in quanto dal 1936 il fascismo considera i comportamenti omosessuali come una forma di attentato contro la purezza della razza italiana. Nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, il fascismo sceglie di rimandare a casa tutti gli omosessuali trasformando il confino politico in ammonizione (una sorta di domicilio coatto) e archivia la questione. Da quel momento gli omosessuali verranno colpiti, come prima del 1936, dal confino riservato ai criminali comuni, e non più a quelli politici. Diverso è il caso del nazismo: in Germania, sulla base d'un articolo del codice penale tedesco (il famigerato «paragrafo 175»), inasprito nel 1933 dal regime nazista, gli omosessuali vengono perseguitati seriamente come uno dei gruppi che attentano alla purezza razziale del Volk tedesco. Si assiste a una dura persecuzione degli omosessuali, che vengono mandati a migliaia in vari campi di sterminio, in particolare ad Auschwitz e Dachau, pur senza un programma d'eliminazione fisica totale, quale quello che hanno subito ebrei o zingari. A una parte degli omosessuali arrestati fu inflitta la castrazione, altri se la cavarono con il carcere; una grottesca circolare di Göring prescrive che nessun omosessuale celebre artista, ballerino o attore sia mandato in un lager senza il suo permesso... Nei confronti degli omosessuali si agì in modo selettivo. Le cifre della la persecuzione nazista degli omosessuali, l' «Omocausto», sono molto divergenti, dalla valutazione minimalista di Rüdiger Lautmann (che stima in 10-15 000 il numero gli omosessuali deceduti nei lager nazisti) fino alle cifre molto più elevate di chi, partendo dalle centinaia di migliaia di condanne criminali per omosessualità nel periodo del Terzo Reich, arriva fino a una stima di un milione di persone. Con l'apertura degli archivi statali conservati a Berlino Est sembra realistico ipotizzare un numero di vittime di circa 30-40 000 unità. Il nazismo non ha puntato a un puro e semplice sterminio fisico degli omosessuali, ma ha alternato sforzi per far «rientrare nei ranghi» gli omosessuali e campagne di liquidazione fisica, queste ultime soprattutto per togliere di mezzo gli omosessuali più visibili e per distruggere fisicamente un movimento di liberazione omosessuale molto vivace, assassinandone i militanti. Il movimento di liberazione omosessuale era nato in Europa nel 1898 (alcuni pionieri si battono già verso il 1860): il pano­rama gay prenazista era veramente molto variegato e vivace: pubblicazione di riviste, opuscoli e un annuario di cultura, produzione di film, organizzazione di conferenze e proteste... Una celebre petizione per l'abolizione del § 175 raggiunse le 30 000 firme, tra cui quelle di Thomas Mann, di Einstein e di altre personalità importanti della cultura dell'epoca. Quando il nazismo prende il potere una delle prime cose che fa è sopprimere gruppi e riviste gay, chiudere i locali d'incontro omosessuale, come l' «Eldorado»di Berlino, uno dei più famosi locali del mondo per lesbiche e gay dell'epoca. Il caso italiano e quello tedesco incarnano due tipologie di fascismo, che si muovono all'interno della tradizione legale già esistente nei Paesi in cui sono al potere. Nel 1931 il fascismo ha l'occasione per introdurre una legge antiomosessuale, che non esiste nel codice penale italiano dal 1888, ma sceglie di non farlo in quanto «il turpe vizio che si sarebbe voluto colpire non è così diffuso in Italia da richiedere l'intervento della legge penale». Infatti in epoca fascista la regola è non parlare di omosessualità nemmeno per i casi di cronaca nera: questo «problema» in Italia «non esiste». Realtà sociali diverse hanno individuato strumenti di repressione diversa. Il fascismo ha sostanzialmente delegato alla Chiesa cattolica il controllo dei comportamenti omosessuali, trovando più efficace affidare il controllo del comportamento omosessuale al parroco anziché al giudice. Il nazismo invece ha ereditato una tradizione di repressione legale, l'ha continuata e inasprita, pretendendo di darsi una base di tipo pseudoscientifico: nel Mein Kampf è presente un concetto tipico della scienza dell'Ottocento, quello di degenerazione, che sulla base della concezione darwinista dell' evoluzione nell'Ottocento, consiste nel «passo indietro» o inquinamento di una razza superiore verso il «gradino» inferiore. «Degenerazione» è un termine tecnico, che nella scienza positivista dell'Ottocento indica tare genetiche e inferiorità biologica. Nella tassonomia, nazista le razze non ariane sono ferme a una fase più primitiva dello sviluppo dell'essere umano: devono essere eliminati tutti gli elementi di degenerazione, come sono gli zingari e gli ebrei, per esempio, ma anche gli handicappati fisici e mentali e gli omosessuali. Perché in base al darwinismo l'ermafroditismo, l'ambiguità sessuale, è tipica degli organismi inferiori. Le lumache sono dei «molluscacci» e sono ermafrodite, diversi dai mammiferi sessuati: gli omosessuali, che non si capisce bene se sono maschi o femmine, sono più vicini alle lumache che agli esseri umani veri e propri... Per «rigenerare» il popolo tedesco, è dunque indispensabile liquidare fisicamente gli omosessuali. Una breve considerazione sull'oggi a oltre sessant'anni di distanza: gli omosessuali non sono una razza... però in Italia ogni anno ci sono dai trenta ai cinquanta omicidi motivati da razzismo contro gli omosessuali, come attesta il libro di Andrea Pini, intitolato Omocidi (Stampa Alternativa), il primo studio sugli assassinii motivati unicamente dall'odio verso l'omosessualità della vittima. Gli assassinii di omosessuali in Italia non vengono percepiti come un problema, ed è proprio in questo che sta il «razzismo». Nel fatto cioè che venga accettato come fosse nella natura delle cose, del destino umano di queste persone, che ogni mese tre o quattro di loro vengano assassinati per il semplice fatto d'essere omosessuali. Il Giorno della Memoria deve servire a ricordare e condannare il passato per essere sensibili a quello che succede nel presente.

 [L'intervento è una riduzione del contributo presente in Civiltà guerra e sterminio. Atti del seminario di formazione per insegnanti (5 dicembre 2001 - 29 novembre e 6 dicembre 2002), Edizioni Plus-Università di Pisa, Pisa 2003, pp. 61-70. Saggi dell'autore su nazismo, fascismo e omosessualità, assieme alla trascrizione e traduzione di documenti d'epoca sul tema, sono disponibili in rete: http://digilander.libero.it/giovanni­dallorto / saggistoria / fascismo / fascismiindex.html. L'autore ne gradisce la libera duplicazione e diffusione per fini didattici]  

(da l'Unità  27 gennaio 2005 - Voci della memoria  - Testimonianza e racconto della deportazione)

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