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"Soluzione finale"

Fin dall'inizio il nazismo si pose il problema di eliminare gli ebrei da tutti i territori tedeschi. Tra gli storici c'è molta divergenza sul momento preciso in cui Hitler diede l'ordine dello sterminio, giacché non risulta alcun ordine scritto in proposito. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, si pose la questione di come conseguire l'obiettivo dell'eliminazione degli ebrei dal Reich dal momento che, con l'invasione di diversi territori (Polonia,1939, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Norvegia, Danimarca e Francia, 1940), il numero degli ebrei sotto la dominazione nazista era enormemente aumentato. Dopo l'aggressione all'Urss (1941), la persecuzione degli ebrei nei territori occupati ebbe una rapida e tragica accelerazione: si trattava di conquistare uno "spazio vitale" ad est e risolvere, in via definitiva, la questione ebraica, poiché era diventato impraticabile il progetto di trasportare forzatamente milioni di persone in Madagascar, una colonia sottoposta alla Francia con cui Hitler prevedeva all'inizio di concludere un accordo. 

Nel 1941 ci fu un accordo tra le autorità militari e la RSHA (Ufficio Centrale per la sicurezza del Reich) di Heydrich, allo scopo di costituire squadre mobili speciali, con il compito di spostarsi al seguito delle truppe regolari e di fucilare sul posto tutti gli esponenti del partito comunista sovietico e gli ebrei che vivevano nei territori conquistati. Nacquero così gli Einsatzgruppen (Gruppi operativi), formati inizialmente da tremila uomini appartenenti alla polizia comune, alla polizia segreta, a formazioni speciali e, persino, a reparti di polizia locale creati tra gli oriundi dei paesi baltici e dell'Ucraina: uomini comuni, dunque, e non soltanto militari di carriera o volontari di reparti speciali.

Mentre continuava la deportazione forzata verso la Polonia e l'annientamento dei prigionieri nei vari campi, cominciava la guerra di sterminio degli ebrei dell'Unione Sovietica, attraverso la fucilazione di massa. Si calcola che, tra il giugno del 1941 ed il gennaio del 1942, furono fucilate tra 800.000 e oltre 1.500.000 persone: uccise nei boschi dopo essere state costrette a scavarsi le fosse, bruciate vive, come avvenne a Minsk, annegate come accadde sulle rive del Mar Nero. Dall’autunno del 1941, vennero introdotte nuove tecniche per accelerare i ritmi dello sterminio: cominciarono ad essere utilizzati i gas di scappamento dei camion dirigendoli all’interno del veicolo; si trattava di una prima, rudimentale forma di camera a gas che avrebbe trovato ben presto la sua più radicale utilizzazione nei campi di sterminio. 

In tale contesto si inquadra la decisione di Göring di autorizzare un progetto per definire le modalità di attuazione dello sterminio degli ebrei. Il compito venne affidato a R. Heydrich, che nel gennaio del 1942 convocò una conferenza dei rappresentanti dei vari ministeri e degli uffici del SD e delle SS per "chiarire i problemi fondamentali" connessi alla "soluzione finale" (Endlosung) della questione ebraica. Si tratta della cosiddetta "Conferenza del Wannsee", una riunione segreta tenuta in un edificio di Wannsee, un sobborgo di Berlino, alla quale parteciparono, oltre allo stesso R. Heydrich e A. Eichmann, altri tredici alti esponenti del regime nazista.

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